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30 dicembre 2005
Salgono a due le vittime dell'incidente ferroviario di Roccasecca.
E' morto Francesco Martino, il 25enne di Isernia, che era rimasto gravemente ferito. Subito dopo l'incidente, il giovane era stato ricoverato all'ospedale di Cassino, ma la notte stessa, viste le sue condizioni, era stato trasferito al policlinico Tor Vergata, a Roma.
Francesco, che in treno stava rientrando in Molise per il Natale da Roma, dove frequentava un master, era in coma per un grave trauma cranico. La famiglia ha deciso di donare gli organi.
Francesco Martino e' la seconda vittima dopo Antonio Vallillo, 49 anni, originario di Campobasso ma residente da anni a Luton, in Inghilterra, del quale, proprio a Campobasso, si sono celebrati i funerali a Campobasso. In chiesa si sono raccolte un centinaio di persone ma non hanno potuto esserci la moglie ed i tre figli dell'uomo, di 8, 12 e 17 anni, ancora ricoverati in ospedale a Roma. Il feretro era pero' accompagnato da molti altri parenti che vivono in Molise, dove la famiglia Vallillo stava rientrando dall' Inghilterra per le vacanze di Natale.
(fonte: ansa.it)
28 dicembre 2005
Muore schiacciato da un locomotore di un treno merci.
La vittima e' un ferroviere, investito e ucciso da un treno in manovra nella stazione di Lucca.
L'uomo e' un 50enne dirigente del settore movimento delle ferrovie , Ciro Citarella di Sant'Anna (Lucca). L' incidente' e' avvenuto nel primo pomeriggio.
Citarella, conosciutissimo a Lucca per il suo impegno nel sociale con gli sbandieratori del gruppo Fratres di Sant'Anna, sarebbe rimasto incastrato con il giaccone a un gradino, mentre scendeva dal locomotore di un treno merci. Il mezzo subito dopo si e' messo lentamente in movimento e lo ha schiacciato. Aperta una inchiesta condotta dagli agenti della polfer.
(fonte: lanazione.it)
26 dicembre 2005
Incidente ferroviario di Roccasecca:
ancora una volta la segnaletica tradisce i macchinisti!
Come si ricorderà nell'incidente di Roccasecca - che ha causato il ferimento di circa 70 persone e la morte del viaggiatore Antonio Valillo a causa delle ferite riportate - i macchinisti del treno regionale che ha "tamponato" l'altro treno fermo in stazione, dichiararono che, nell'approssimarsi alla stazione di Roccasecca (dove il loro treno non aveva fermata d'orario) avevano rilevato la sequenza dei segnali verde-verde. Ebbene, proprio oggi (alle 18:00 circa) ?successo che i macchinisti di un treno, in una situazione analoga (e sempre in prossimità di Roccasecca)  avrebbero rilevato il primo segnale (cosiddetto "avviso") spento. Messisi subito in comunicazione col capostazione (lo stesso del disastro!), non ricevendo le necessarie rassicurazioni, avrebbero proceduto con marcia cautelativa ("marcia a vista") verso la stazione. Alle ore 19:30 circa, gli stessi macchinisti del treno "tamponato" nell'incidente del 20 dicembre, nell'approssimarsi a Roccasecca, avrebbero incontrato il segnale di "avviso" con aspetto "verde". L'apparecchiatura di ripetizione segnali di bordo (di cui, per fortuna, il mezzo di trazione stavolta era dotato) preannunciava, invece, un segnale "rosso" (non verde, come "visivamente appariva"). Anche a questi macchinisti il capostazione avrebbe ripetuto che i controlli di stazione non rilevavano alcuna anormalit? I macchinisti, non contenti, avrebbero subito coinvolto la locale Polfer, consegnando ad essa anche la "zona tachimetrica" ("scatola nera") per gli accertamenti del caso. Ricordiamo che, in ferrovia, la sequenza dei segnali "verde-rosso" ?una successione che non esiste in quanto anomala. In tali casi, l'apparecchiatura RS di bordo reagisce comandando la frenatura del treno. Se, per? il mezzo di trazione non ?dotato, pu? succedere di tutto, purtroppo...
22 dicembre 2005
Incidente a Roccasecca. Morto uno dei feriti, la procura indaga per omicidio colposo.

E' morto alle 7,30 di oggi al Policlinico Umberto Primo di Roma Antonio Valillo, uno dei feriti gravi nell'incidente ferroviario di Roccasecca (Cassino). La procura di Frosinone ha gia cambiato ipotesi di reato: oltre a procedere per disastro colposo, infatti, ora indagher? anche per omicidio colposo.
Vallillo viaggiava insieme alla moglie e ai suoi tre figli, rimasti tutti feriti. La moglie ? ricoverata al Gemelli in gravissime condizioni mentre la figlia Gabriella di 8 anni si trova all'ospedale San Camillo, in fin di vita. All'ospedale di Cassino si ritrovano gli altri due figli: Marcello, di 17, e Riccardo, di 12 anni. I due ragazzi in giornata saranno probabilmente trasferiti nello stesso ospedale dove si trova la sorella.
Fonte: www.rainews24.it
21 dicembre 2005
Incidente di Roccasecca.
Linea senza freno automatico. Per 11.000 km. Il sistema di sicurezza doveva partire il 28 dicembre.
Annullata l'inaugurazione dell'Alta Velocità.
 
Un'altra Crevalcore. O quasi. I sindacati dei ferrovieri ne sono convinti: sulla Roma-Cassino (ieri) cos?come sulla Bologna-Verona (il 7 gennaio 2005) la presenza di un sistema di sicurezza all?avanguardia avrebbe potuto scongiurare l?incidente. Quel ?paracadute? si chiama Scmt (Sistema di controllo della marcia del treno) e sarebbe dovuto entrare in funzione sui 132 chilometri della Roma-Cassino proprio il prossimo 28 dicembre, mandando in soffitta l?attuale sistema a ?blocco automatico banalizzato?, per molti da alcuni giorni fuori servizio. Da solo, per? l?Scmt non sarebbe bastato. Alla sua mancanza, a Roccasecca, ieri se ne ?sommata un?altra altrettanto grave: l?automotrice leggera alla testa dell?Interregionale diretto a Campobasso era una vecchia ?668? diesel destinata alle tratte a basso traffico e del tutto incapace di dialogare con qualsiasi sistema di sicurezza. Una macchina distante anni luce dai treni ad Alta velocit?della Roma-Napoli: la linea avrebbe dovuto essere inaugurata oggi, per ?motivi di opportunit?il taglio del nastro ? stato rinviato a gennaio. Il ?sistema di controllo della marcia del treno? oggi ?in funzione solo su 4.700 dei 16.000 chilometri di ferrovie italiane. Lungo le tratte pi?battute. Come la Roma-Cassino, dove passano i treni locali. Il ?paracadute?, attraverso punti informativi lungo il percorso, fornisce informazioni in tempo reale al macchinista che pu?correggere ogni errore. Se poi lui non interviene, ci pensa il freno automatico a bloccare il treno. L?obiettivo di Rfi ?di arrivare a coprire 10.700 chilometri entro la fine del 2007 (le tappe: 1.400 entro gennaio, altri 2.700 per fine anno, 1.900 entro il 2007). Stessa cosa per l?Scc (il sistema di supporto alla condotta che, con l?Scmt, va a sostituire il ?blocco automatico banalizzato? o l?obsoleto ?blocco meccanico?): entro il 2007 dovrebbe essere installato su 6.000 chilometri di ferrovie, a gennaio sar?presente solo su 800 di questi. ?Tecnologia vuol dire sicurezza. Molto si sta facendo, ma soprattutto molto resta da fare: con poche briciole?, denuncia il segretario della Fit Cisl Vito Tedesco puntando il dito contro i tagli previsti dalla Finanziaria. ?Rfi ha chiesto 10 miliardi, si parla di uno e mezzo, rispetto ai 7,3 della precedente Finanziaria?. Aggiunge il segretario lombardo Dario Balotta: ?Non c??solo l?Alta velocit? senza investimenti si fermer?tutto?. Con conseguenze enormi: ?Perch?dall?incidente di Piacenza a quello di Solignano, dalla tragedia di Chiasso a quella di Crevalcore la mancanza di tecnologia c?entra sempre: tanti errori umani si sarebbero potuti scongiurare con sistemi di sicurezza adeguati?, aggiunge Bruno Salustri, segretario nazionale aggiunto dell?Orsa. Secondo i sindacati mai come oggi sistemi ?paracadute? all?avanguardia servono anche per contenere i rischi rappresentati dalla carenza di macchinisti e capotreni, di locomotive e carrozze. Senza dimenticare la manutenzione. ?I dati di Rfi parlano di 1.200 dipendenti in meno all?appello: 800 del personale viaggiante e 400 macchinisti?, continua Tedeschi. ?Un buco di altre 200 persone si registra solo nel compartimento manutenzione Rfi di Roma?, aggiunge Angelo Perna della Uil ferrovie del Lazio. ?Ecco cos?che gli straordinari sono all?ordine del giorno: dovremmo lavorare sette ore, spesso ne facciamo il doppio. Con buona pace della sicurezza?. Il taglio degli uomini andrebbe poi a braccetto con quello delle macchine: ?Ogni giorno vengono soppressi tra i 200 e 300 treni: o non c??chi lo guida o non c??proprio il treno?, denunciano tutti i sindacati. Ecco cos?che una vecchia automotrice ?668? diesel destinata alle tratte a basso traffico finisce sulla Roma-Cassino.
Alessandra Mangiarotti
21 dicembre 2005
Fonte: Corriere della sera
20 dicembre 2005
Grave incidente ferroviario sulla Roma - Campobasso. Decine di feriti, tra questi una bambina volata dal finestrino.
Frosinone, scontro fra treni: due dispersi. FS: ''Il treno regionale 2361 Roma-Campobasso ha urtato, in entrata alla stazione di Roccasecca, il convoglio 3361 Roma-Cassino, fermo al binario 2'' Frosinone, 20 dic.  - Grave incidente ferroviario nei pressi della stazione di Roccasecca in provincia di Frosinone, sulla linea Roma-Cassino. Secondo quanto comunica il Gruppo Ferrovie dello Stato, alle 15.20 circa, il treno regionale 2361 Roma-Campobasso ha urtato, facendo ingresso nella stazione, il treno regionale 3361 Roma-Cassino, fermo al binario 2.
Due persone mancherebbero all'appello e ci sono decine di feriti. Si teme che i due non ancora individuati siano all'interno della carrozza del treno diretto a Caserta, schiacciata dalla motrice dell'altro convoglio. ''Sarebbero non pi?di dieci i codici rossi trasportati in ospedale dal 118 di Frosinone'', precisa il dottor Antonio De Santis, responsabile provinciale del 118 di Frosinone, che ?giunto sul luogo dell'incidente ferroviario. ''Sarebbero circa 25 in tutto i feriti - ha proseguito - di cui appunto 10 in condizioni pi?gravi. Tra questi una bambina di tredici anni che ?stata trasportata in elicottero da Aquino al Bambin Ges?di Roma''. La piccola era volata via dal finestrino del treno al momento dell'impatto.
Una donna, trasportata al Pronto Soccorso dell'Ospedale Gemma De Bosis, di Cassino, ?gravissima. ''E' stata la prima ad arrivare in ospedale. Le sue condizioni sono gravissime. I medici la stanno rianimando'', ha riferito all'ADNKRONOS uno dei responsabili del Pronto Soccorso.
''Siamo in piena emergenza. Sono circa quindici in tutto i feriti arrivati al nostro pronto soccorso. Tre sono in prognosi riservata e versano in condizioni molto gravi'', ha detto all'ADNKRONOS il medico di guardia dell'ospedale di Pontecorvo.
I vigili del fuoco tagliano con la fiamma ossidrica le lamiere in cerca di viaggiatori rimasti incastrati nelle carrozze. Massiccio l'intervento dei soccorritori giunti da tutta la provincia di Frosinone, Roma e dalla vicina Campania. Sul posto anche mezzi dell'esercito. Un ospedale da campo era pronto per essere allestito. ''La situazione ?grave - hanno detto all'ADNKRONOS dal distaccamento VdF di Cassino -. Prima della fine delle operazioni non si pu?dire se ci sono vittime oppure no''.
Le cause dell'incidente sono in corso di accertamento. Una prima ipotesi punta sul sistema di scambio. A quanto apprende l'ADNKRONOS, era difettoso gi?da ieri mattina. Il traffico ferroviario nella stazione di Roccasecca era stato infatti bloccato per qualche ora nella primissima mattinata. Dopo poco il problema era stato risolto e i convogli avevano rispreso a circolare. A questo proposito, Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) precisa che dalle verifiche effettuate risulta che tutti gli impianti della stazione di Roccasecca sono perfettamente funzionanti, cos?come il sistema di blocco in linea, un Bacc (blocco automatico a corrente codificata). L'interruzione della linea Roma-Cassino disposta ieri mattina da Rfi, era motivata, si sottolinea, unicamente dalla presenza di gelo sullo scambio formatosi nelle ore notturne. Comunque questo scambio, sottolinea una nota, non ?stato interessato dai movimenti odierni.
Rfi e Trenitalia hanno aperto immediatamente delle inchieste. Anche il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi annuncia: ''Scatta automaticamente una commissione d'inchiesta, voglio capire la causa dell'incidente e le relative responsabilit?'. La commissione ?composta, riferisce una nota ministeriale, da Giuseppe Sciallis (presidente) e da Pietro Vallone, dirigenti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, e da Massimiliano Bruner, ricercatore dell'Universit? 'La Sapienza' di Roma.
Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, fa sapere: ''Ho dato mandato all'assessore ai Trasporti, Fabio Ciani, di aprire in tempi rapidissimi un'inchiesta sull'accaduto''.

Fonte: Adnkronos/Ign

14 dicembre 2005
Precettati i macchinisti di Genova!
Il prefetto di Genova Giuseppe Romano ha firmato stamattina, su richiesta di Trenitalia, l'ordinanza di precettazione per i macchinisti che si rifiutano di prendere servizio sui locomotori dotati del pedale Vacma, che deve essere premuto ogni 50 secondi per motivi di sicurezza.   L'ordinanza avr?effetto - secondo quanto spiegato dallo stesso prefetto - fino a quando Trenitalia stabilir?che ne ricorrano le condizioni.    ''Vietare ad un lavoratore di esercitare il diritto di sciopero non e' nelle mie corde - ha spiegato il prefetto Romano -. Ma qui ci trovavamo davanti ad una situazione di ordine pubblico destinata a degenerare. C'era infatti la fondata preoccupazione che gli episodi di esasperazione dei pendolari di questi ultimi giorni si potessero ripetere o andare oltre. Firmando questa ordinanza ho fatto un bilanciamento tra il diritto allo sciopero ed il sacrosanto diritto alla mobilita'.
(ANSA).
13 dicembre 2005
Vuoi la sicurezza? Allora ti sanziono!
Solidarieta' al RLS Carlo Castronovo
Sei giorni di sospensione per aver preteso la sicurezza a bordo del mezzo di trazione.
Perch? possiate meglio capire cosa ?avvenuto, pubblichiamo la giustificazione che Carlo ha prodotto a seguito della contestazione disciplinare.
Se volete esprimere solidarieta' a Carlo, ecco come fare:
Carlo Castronovo: cell. 3138358593
"In riferimento alla lettera di contestazione del 16/11/05 spedita il 21/11/05 e ricevuta il 22/11/05, evidenzio che il sottoscritto non ha rifiutato le locomotive 636 321 e 445 1034 solo per la mancata effettuazione delle riparazioni sul TV25 relative a presenza di amianto, ma anche per la problematica rumore e carenza igienica.
 Infatti, se il responsabile Coordinamento Operativo avesse attenzionato anche le riparazioni segnate sul TV25 pag. 78/6 e pag. 80/2 della loc. 445 1034 si sarebbe accorto che il rifiuto non era relativo alla sola presenza di amianto ma anche per problematiche relative al rumore e per carenze igieniche dovute a mancanza di pulizie. Evidenzio che la pulizia sulla locomotiva 445 1034 ?stata eseguita il 17/11/2005 in occasione della visita ispettiva del Servizio di Protezione e Prevenzione della A.U.S.L. N.6, eseguita su mia sollecitazione, visita di cui le FS sembrerebbe siano venute a conoscenza preventivamente.
Il 16/04/1999 con n?di protocollo partenza 0382 dalla ex ASA Materiale e Trazione ?stata emessa una circolare avente per oggetto ? Progetto Macchinisti ? Nuove disposizioni Tecnico-Organizzative riguardanti i Mezzi di Trazione, dove si elencano i casi di non accettazione dei mezzi di trazione, tra questi casi vi sono anche quelli riguardanti i rumori anormali nelle  parti meccaniche segnalati precedentemente e non controllati; nuove disposizioni riguardanti i controlli sulla pulizia delle cabine di guida. Per quanto riguarda la loc. 636 321 le riparazioni riguardanti il rumore e la carenza di pulizia sono segnate sempre sul TV25 della loc. a pag2/1 e pag. 2/2.
Nella contestazione la D.O.T. ha comunicato che la loc. 445 1034 che aveva ottemperato ai controlli previsti dalla procedura ENEA, risultava efficiente, mentre la prima locomotiva da me rifiutata 636 321 non viene  menzionata, ne devo dedurre che tale locomotiva non ?stata sottoposta a procedura ENEA.   
La procedura ENEA prevede che le locomotive man mano che rientrano in OGR devono essere ripulite di tutti gli amianti,  ottemperando cos?all?applicazione delle leggi in vigore, e non perdurare per tutto il tempo necessario al naturale ricambio di tali locomotive dovuto alla vetust?dei mezzi.
La procedura FS-ENEA  ?nata allo scopo di non fermare la circolazione ferroviaria in Italia e consentire un lasso di tempo alle FS per potersi mettere  in regola con le leggi sull?amianto.  L?applicazione della procedura ENEA ?stata trasformata da temporanea  in perenne,  perch?le macchine che entrano in OGR verrebbero rimesse in circolazione senza che siano state decoimbentate.  Per quanto riguarda le locomotive della serie 636,  sembrerebbe che dal 2000 non rientrano pi? in OGR in quanto destinate alla rottamazione.
La procedura FS-ENEA non deve accompagnare le macchine verso la loro naturale estinzione per  vetust? 
 Certo di un vostro favorevole accoglimento di queste mie motivazioni mi permetto di evidenziare che il sottoscritto nella qualit?di RLS-Macchinista sta cercando di svolgere il mandato ricevuto dai propri colleghi Macchinisti con la massima coerenza,  nell?interesse della tutela della salute dei lavoratori da me rappresentati."
10 dicembre 2005
I macchinisti vincono ancora!
Dopo le prescrizioni delle ASL di Livorno e Genova con le quali le autorit?sanitarie hanno vietato alle ferrovie di utilizzare l'Uomo Morto (VACMA) sui treni, giunge ora anche il responso del TAR di Firenze che ha respinto il ricorso di Trenitalia con il quale l'azienda chiedeva l'annullamento di un analogo provvedimento emesso da un'altra ASL toscana, quella di Prato. Trenitalia aveva chiesto anche la concessione di una misura cautelare con l'obiettivo di bloccare l'ordine della ASL di rimuovere il VACMA dalle cabine dei locomotori. Ma il presidente della II sezione del TAR di Firenze, Giovanni Vacirca, ha respinto l'istanza di misura cautelare provvisoria, affermando che "alla luce della prevalente giurisprudenza, sussistono forti dubbi sull'ammissibilit?del ricorso". Viene affermato inoltre che "l'atto con il quale l'organo di vigilanza...non ? annoverabile fra i provvedimenti amministrativi, dovendosi ad esso attribuire, invece, natura di atto di polizia giudiziaria...". Ora Trenitalia deve prendere una decisione: ubbidire alle prescrizioni ASL e rimuovere il VACMA o affrontare un processo penale per violazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori.
(notizia tratta da "La Repubblica" del 12.12.2005)
3 dicembre 2005
Un treno merci ha investito un gruppo di passanti questa mattina a Salerno, in Piazza della Concordia.
Il convoglio, che proveniva dal porto commerciale di Salerno, era diretto allo scalo merci della citt? Una signora di 70 anni, Maria Teresa Paparella, ?morta investita dal convoglio. Ancora da accertare la dinamica esatta dell'incidente, ma secondo i vigili del fuoco sembra che il treno abbia avuto un guasto all'impianto frenante e che si sia ribaltato all'altezza del lungomare Trieste, investendo alcune macchine parcheggiate lungo la strada, danneggiandone altre che passavano e investendo, appunto, l'anziana signora che non si ? accorta dell'arrivo del convoglio Al momento non risultano feriti n?altre vittime. Il treno coinvolto nell'incidente collega la stazione centrale al porto di Salerno e per un tratto attraversa la citta, scorrendo a passo d'uomo lungo una corsia preferenziale, scortato dai vigili urbani.
(fonte:repubblica.it )

11 novembre 2005
Licenziato da Trenitalia un capotreno troppo scomodo...
GIOVANNI FANTE capotreno del TMR Lazio in servizio c/o l'I.A. di Roma Termini ?stato licenziato. Trenitalia ha utilizzato una sentenza ancora non esecutiva del tribunale del lavoro di Roma per cacciarlo. L?unica colpa di Giovanni ?quella di essere molto attivo nella difesa dei colleghi. Veniamo ai fatti. Il giorno 9 novembre Giovanni Fante  appena arrivato in servizio sarebbe stato fatto accomodare in ufficio distribuzione dal titolare, in modo brusco, quindi diffidato verbalmente a non prendere servizio perch?licenziato. A nulla ? valsa la sua richiesta di essere sollevato dal servizio nei modi dovuti. Giovanni si ?quindi recato al treno dove ha trovato un tutor che lo invitava ad andare a casa; alla richiesta di essere eventualmente sollevato dal servizio per iscritto, il tutor reagiva chiedendo l?intervento della polfer. Giunto a Civitavecchia regolarmente in servizio, Giovanni sarebbe dovuto ripartire per Roma con lo stesso materiale del treno ma, all?improvviso, il treno ?stato soppresso. Il giorno 10 novembre 2005, Giovanni si ?presentato in servizio accompagnato dal RLS Marco Fabrizi e da Sergio D'Amico,  macchinista e vice presidente dell'ALSADISI (Associazione Legale Salute Diritti Sicurezza); l?azienda era presente con otto elementi, tra quadri e dirigenti, per comunicare al capotreno Giovanni Fante che il suo rapporto di lavoro era concluso. Tutta questa operazione ?avvenuta in pubblico, come fosse un monito per gli altri.

Giovanni Fante ?laureato in giurisprudenza.  Il suo torto ?stato quello di aver tirato fuori, alcuni anni fa, il problema delle polizze assicurative; con un artificio lo licenziarono, accusandolo di aver patrocinato contro la ferrovia. L'accusa si ?rivelata, in primo grado, priva di fondamento in quanto, non  poteva  patrocinare era solo procuratore legale  tirocinante . Fu riassunto e, in prima battuta contattato, per andare agli affari legali; al suo rifiuto, ? stato pi?volte soggetto a provvedimenti disciplinari (sospensione dal servizio), tutti regolarmente rigettati ed annullati nei vari arbitrati e in tribunale. Poi TRENITALIA ? ricorsa in appello avverso alla sentenza di primo grado e, certa di perdere?ha vinto. E? chiaro che occorre mobilitarsi in favore di Giovanni Fante, poich?la sua vicenda ricorda ? seppur con motivazioni diverse ? quella dei quattro ferrovieri di ?Report? licenziati. Occorre che tutti noi ferrovieri, colleghi di Giovanni, chiediamo con forza a RSU e sindacati un loro intervento e, se necessario, un impegno concreto teso a risolvere positivamente questa brutta storia. Questo sito web, per quanto possibile, metter?a disposizione i propri spazi per far circolare le informazioni relativi al licenziamento del capotreno Giovanni Fante e gli ulteriori sviluppi della vicenda.

1 novembre 2005
I comuni della Val di Susa si ribellano contro la TAV.
Sotto il treno
(Guglielmo Ragozzino) - Val di Susa ?una valle stretta. E anche molto bella, o almeno di questo sono convinti gli abitanti, che amano molto le loro montagne, intorno. Ora questa bellezza e questo bene comune sono messi a rischio dalla costruzione di una nuova linea ferroviaria, cui proprio ieri si sarebbe dovuto dare inizio, piantando i primi pali. E contro queste prime attivit?concrete di recinzione, per l'appunto una prima sottrazione di territorio, simbolo di tutto il resto che dovrebbe seguire, c'erano i sindaci della Val di Susa a manifestare, insieme alla popolazione, contro la Tav, la linea ad alta velocit?capacit? tra Torino e Lione. Le ragioni degli abitanti della Valle sono vere e sono profondamente radicate in quindici anni di lotta. Rifiutano la linea Tav e il modello di sviluppo connesso che consiste nell'occupazione del territorio da parte del Corridoio 5 e la sostanziale estromissione di tutti loro. E ancora; ?previsto un cantiere lungo dodici o quindici anni, molto costoso, e utile soltanto per arricchire gli impresari e i costruttori. Oltre tutto, la strada ferrata c'?gi?e potrebbe essere aggiornata per soddisfare le nuove esigenze di trasporto; invece la si lascia deperire, spostando tutto il traffico su gomma, lungo un'autostrada che insiste anch'essa nella valle e comporta un passaggio di migliaia di camion ogni giorno. Una eventuale nuova via ferroviaria avrebbe un periodo di costruzione effettiva di una dozzina di anni, nel corso dei quali il traffico e il disordine aumenterebbero ancora di molto, proprio per le esigenze dei cantieri, senza portare alla valle - stretta come prima, fragile come prima - alcun vantaggio.

Ma non ?tutto. Il monte Ambin, sotto cui dovrebbe passere il tracciato, ?notoriamente ricco di amianto. Il minerale, scavato in grande quantit? darebbe luogo a molte polveri e le polveri avrebbero buon gioco nel disperdersi lungo tutta la valle e anche pi?in l? molto pi?in l? C'?poi un'altra ricchezza nelle viscere della montagna: l'uranio. E anche questo verrebbe portato alla luce, con la sua bassa intensit?radioattiva. Poi c'?l'acqua. O meglio c'era perch?gli scavi precedenti, per l'autostrada, per la centrale elettrica dell'Aem, hanno intaccato le falde, creando un vero lago sotterraneo che poi ?stato riassorbito; ma ormai il sistema di raccolta delle acque, ricchezza della terra, era irrimediabilmente sconvolto.

La montagna, la valle, il suolo, l'acqua, lo spazio stesso nel territorio, sono tutti beni comuni. Tutti li devono rispettare. Non sono in particolare degli abitanti della valle, ma essi ne sono i custodi e per ora hanno svolto bene il loro compito, anche se hanno sub?o molti attacchi. Ora c'?questa forza contro di loro, travestita da progresso, ma in realt?capace solo di fare buchi costosi, buchi osceni nella montagna, buchi lunghi 50 chilometri; e si serve della menzogna quando dice di avere ottenuto l'autorizzazione del Cipe che invece non c'? ancora, come non c'?la delibera della Corte dei conti per la spesa distruttiva.

Si dir?che i sindaci e gli abitanti della valle sono contro il progresso: non credeteci. Sono gli altri che vogliono solo giocare ai trenini; e farseli anche pagare - e da noi - molto cari.
(fonte: il Manifesto del 1 novembre 2005)

 
27 ottobre 2005
Disastro di Chiasso, tutti assolti.

La corte d'Appello di Milano conferma: nessun colpevole per il disastro ferroviario di Chiasso. Sono stati tutti assolti, anche in secondo grado, i cinque dirigenti di Rete Ferroviaria Italiana e della divisione Cargo di Trenitalia accusati dalla Procura generale di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo per il deragliamento avvenuto alla stazione internazionale di Chiasso nella notte tra il 21 e il 22 febbraio 2002. Un convoglio merci deragli?schiantandosi contro un treno in manovra e provocando la morte di due macchinisti, Carmine Senatore e Salvatore Fortunato. Il giudice della corte d'Appello ha accolto le richieste di assoluzione avanzate dai difensori e ha confermato la sentenza di primo grado, emessa dal giudice delle udienze preliminari di Como, Valeria Costi.
Il procuratore generale Salvatore Sinagra, che strapp?l'indagine a Como, dove il pubblico ministero Simone Pizzotti aveva chiesto l'archiviazione del caso 'accusando' il magistrato inquirente di ?inerzia? e chiedendo il processo per i dirigenti di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, aveva sostenuto nella sua requisitoria davanti ai giudici di secondo grado la colpevolezza degli imputati per la violazione delle norme previste dalla legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, in quanto sul locomotore deragliato nel febbraio del 2002 non vi era il ripetitore del segnale di stop. In realt?i giudici di secondo grado, cos?come fece il gup Valeria Costi a Como, avrebbero in sostanza accolto le tesi degli avvocati difensori secondo i quali in Italia la sicurezza sui treni ? garantita dalla presenza di due macchinisti, e non da uno soltanto, come avviene altrove, a bordo del locomotore. Una presenza che renderebbe dunque il ripetitore di segnale un di pi? Accertato, infine, che la locomotiva dello schianto era stata cambiata all'ultimo momento dal capodeposito della divisione Cargo di Milano.
Una sostituzione che, secondo i giudici, evidentemente non poteva essere prevista dai massimi dirigenti accusati del disastro.
(fonte: Corriere di Como on line)
23 ottobre 2005
Deraglia un treno vicino Bari
Un Eurostar Taranto-Milano, partito dal capoluogo ionico alle 5.35, ?deragliato tra le stazioni di Acquaviva delle Fonti e Sannicandro di Bari. Nell'incidente sono rimaste ferite 22 persone, i pi?gravi sarebbero cinque, con fratture, e un macchinista che ha riportato la compressione del torace. Alle 6.40 di questa mattina sei carrozze dell'Eurostar 9410, partito da Taranto con circa 60 viaggiatori a bordo, sono uscite dai binari tra le stazioni di Acquaviva e Sannicandro. L'incidente ?stato provocato da uno smottamento di terreno sulla collina, ora completamente allagata, con la linea ferroviaria interrotta. L'immagine del treno fermo sulla linea ?da brivido: i binari, sospesi su una voragine prodotta dal cedimento del terreno, creano un ?ponte? su un buco lungo una ventina di metri e profondo una dozzina. Tutte le carrozze sono uscite dai binari ma sono rimaste in piedi, l'ultimo terzo dell'ultima vettura ? pencolante, in bilico. In tutta l'area scorre acqua a fiumi, scende a valle dai rilievi collinosi della Murgia. Per una questione assolutamente fortuita, lo smottamento ? avvenuto quando il treno aveva quasi del tutto attraversato l'area dove il terreno ha ceduto. Perci??rimasta in bilico solo l'ultima carrozza del convoglio. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi ha disposto la nomina di una Commissione d'inchiesta per far luce sulle cause dell'incidente, che ?stata subito istituita e si ?gi?recata sul luogo dell'incidente.
(fonte: Corriere della Sera 24/10/2005)
20 settembre 2005
?Sul Roma-Milano con 5 insetti sotto la coperta?.
MILANO - Tormentati dalle pulci, assediati dalle formiche, assaliti dalle zecche. Sar?che ormai, a forza di leggere gli inferociti volantini con cui i Comitati pendolari di mezza Italia si lamentano di viaggiare ?stretti come in carri bestiame?, anche gli insetti hanno capito che un Intercity pu?essere un habitat migliore di una stalla, odori e affini compresi. E devono essersi passati la voce in fretta, perch?il prurito da parassita clandestino di seconda (ma anche prima) classe ?diventato in pochi giorni un problema quotidiano e nazionale: anche ieri due viaggiatori hanno dovuto rivolgersi ai medici di Lamezia Terme dopo una battaglia (perduta) contro le pulci sul convoglio 35014 per Milano; su un altro, partito da Roma e diretto sempre a Milano, due scompartimenti hanno dovuto essere sgomberati dopo che una donna si ?ritrovata con ?addirittura cinque zecche? nella cuccetta. E mentre Trenitalia ?scusandosi con i viaggiatori? promette che ?le carrozze sporche saranno eliminate?, a Torino il pm Raffaele Guariniello ha comunque aperto una doppia inchiesta per lesioni personali colpose nei confronti della societ?e per frode a carico di un?impresa addetta alle pulizie: confortato in ci?da un blitz dei Nas che l?altro giorno all?alba, facendo le pulci ad almeno sette treni in arrivo e in partenza, gratta gratta hanno trovato di tutto, dalle toilette intasate ai formicai. Sono state appunto le pulci, del resto, a rovinare il viaggio dei due poveretti - 48 e 53 anni - che preso il treno per Milano a Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) tra Roccella e Badolato hanno cominciato a grattarsi tanto da dover scendere a Lamezia per chiedere aiuto alla guardia medica: erano passare da poco le nove di sera, un?ispezione ha stabilito che la vettura era meglio lasciarla l?e il capotreno l?ha fatta staccare dal convoglio, ripartito con 35 minuti di ritardo.
Intanto di l?a poco, alle 23.13, dalla stazione Termini di Roma partiva per Milano anche l?espresso 1910. A bordo, prendendo posto nella sua cuccetta, una donna che fa l?impiegata a Milano girava il cuscino chiacchierando con le tre compagne di scompartimento, in attesa di prender sonno: e invece ha cacciato un urlo. ?C?erano cinque insetti scuri - racconter?poi all?assistenza clienti di Milano Centrale - e ho avvertito il cuccettista, che ha chiamato il capotreno?. Zecche? ?Io non so come sono fatte, ma gli altri viaggiatori le hanno riconosciute: il cuscino ?stato buttato prima in un corridoio, poi nel passaggio tra due vagoni, infine non so dove. Io, invece, i vestiti che avevo addosso li ho buttati dal finestrino indossando quelli che avevo in valigia. A noi e ai ragazzi dello scompartimento vicino hanno trovato un altro posto, e Trenitalia ci ha fatto avere una lettera di scuse?.
Il fatto che molti treni vittima di questi ?incidenti? non siano nuovi di zecca, e anzi piuttosto vecchi, per Guariniello non ? giustificazione sufficiente.
E la colpa, a suo avviso, ?comunque nella scarsa pulizia: i primi rapporti inviatigli l?altro ieri dai Nas, che parlano di sedili sudici, bagni senz?acqua, porte rotte, macchie misteriose un po? ovunque, formiche tra i sedili, sembrano dargli ragione. Ma Trenitalia e il Gruppo Ferrovie dello Stato tengono a ricordare la disposizione emanata appena due settimane fa per garantire che ?il livello minimo di pulizia nelle carrozze non sia inferiore a uno standard predefinito?, precisando che ?i tre quarti delle carrozze sono gi?state disinfestate? e che ?i controlli saranno raddoppiati?: i vagoni che non li supereranno, ?la promessa, saranno staccati dai rispettivi convogli.
(fonte: Corriere della Sera.it)

22  agosto 2005
La TMR Milano sanziona chi chiede il 2? agente previsto dal turno.

Un macchinista del turno di zona Varese, che aveva chiesto il 2? agente per l?intero servizio, come previsto dal turno in quanto l?ora di presentazione era anteriore alle 5, ?stato sanzionato disciplinarmente.
Tutto ci?mentre veniva alla luce che il treno 10688, deragliato l?8 agosto 2005 sugli scambi di uscita di Rho, secondo il turno doveva essere condotto dal due macchinisti, mentre in realt? viaggiava ad Agente Unico con Capotreno.
Alla TMR Milano avviene un utilizzo sistematico di parte del PdM al di fuori dei limiti dell?orario di lavoro, della condotta ad AU e dello straordinario, nel contempo si sanziona chi chiede il rispetto delle norme.
Denunciamo ancora una volta il silenzio dei sindacati firmatari di contratto, che n?prima n? dopo l?incidente hanno attuato alcuna iniziativa specifica per contrastare la situazione dello svolgimento pratico del servizio in atto nel Trasporto Regionale a Milano.

(fonte: delegati sindacali di base)

17  agosto 2005
Incendio sul locomotore di coda del treno regionale Livorno-Firenze...
...con le fiamme che si sono sviluppate ieri mattina, intorno alle sei, quando il convoglio era fermo nella stazione di Pisa. Il treno era partito da Livorno ma gi? nella stazione di Livorno Calambrone (lo scalo merci distante pochi chilometri dalla stazione centrale) pare che il capostazione avesse gi? notato il principio d'incendio e tentato di mettersi in contatto coi macchinisti. Purtroppo per? proprio sul quella tratta (pi? precisamente fra Livorno Calambrone e Pisa C.le) le comunicazioni fra telefoni cellulari sono praticamente impossibili a causa dello scarso livello del segnale radio; peraltro sulla locomotiva del gruppo E646 (che, lo ricordiamo, era situata in coda e "telecomandata" dai macchinisti situati in testa al convoglio, nella vettura "semipilota") le apparecchiature di estinzione automatica dell'incendio sono a protezione di alcune parti elettriche del rotabile, e non intervengono per eventi nel sottocassa. Al suo arrivo a Pisa, il locomotore ?stato staccato dai vagoni e portato su un binario laterale dove i vigili del fuoco di Pisa hanno provveduto a spegnere le fiamme. I pochi passeggeri presenti sul treno sono stati fatti scendere e dirottati su altri convogli in partenza verso Firenze, mentre il convoglio dove si ?sviluppato l'incendio ?stato soppresso.

13  agosto 2005
La condotta del treno 10688 dell'incidente di Rho era prevista a doppio macchinista.

Lo stabilisce il turno di lavoro in cui ?graficato il treno: il TV2 (turno MACCH, TE TAL TMR Milano) prevede infatti che siano due macchinisti alla guida, il 1? agente della 44^ giornata del turno, il 2? agente dell?8^ giornata dello stesso turno.
Il giorno 8 agosto invece, con la scusa della presenza del loc 464, ?stato tolto un macchinista ed il treno affidato ad un solo agente di condotta affiancato da un capotreno.
SE E? VERO CHE IL LOC 464 PREVEDE LA CONDOTTA AD AGENTE UNICO, E? ALTRETTANTO VERO CHE UN SERVIZIO PREVISTO A DOPPIO AGENTE E? STATO TRASFORMATO AD AGENTE UNICO. Tutto ci?mentre l?accordo del 20 ottobre 2003, firmato da FILT, FIT, SMA, UGL e poi dall?ORSA, stabilisce (punto 3) che ?L?Azienda e le OOSS verificheranno, rispetto a specifiche condizioni, la opportunit?funzionale di effettuare a doppio agente alcuni servizi su tale locomotiva?. In questo caso ?avvenuto esattamente il  contrario, e con ?specifiche condizioni? che vedevano, tra l'altro, la presenza di un capotreno con poco tempo di esperienza lavorativa alle spalle.
Emblematico il silenzio delle OOSS firmatarie, dopo i rituali comunicatini a ridosso dell'incidente, che non chiedono neppure il rispetto delle cose che sottoscrivono.
CON DUE MACCHINISTI - COME PREVEDE IL TURNO - L?INCIDENTE DI RHO NON SAREBBE SUCCESSO.
fonte: www.latalpadimilano.it
12  agosto 2005
Macchinista svenuto, prontamente soccorso dal secondo agente di macchina.
E' successo a Pisa, il 12 agosto u.s. Durante le consuete prove al materiale "navetta", il macchinista di un treno regionale, intorno a mezzogiorno, ?svenuto in cabina di guida del mezzo di trazione E646; questi, subito dopo, ?stato soccorso e trascinato fuori dalla locomotiva dal secondo macchinista, con l'aiuto di altri colleghi presenti nelle vicinanze che hanno potuto constatare come, all'interno della cabina di guida, in quel momento la temperatura interna oscillasse intorno ai 40?C! Immediatamente ?stato avvertito il servizio 118, ed il macchinista svenuto s'?poi ripreso a bordo dell'autoambulanza che lo stava trasportando verso il pi?vicino ospedale. Questo ennesimo incidente induce la domanda, oramai consueta: se il macchinista si fosse trovato da solo, cosa sarebbe successo? E bisogna aggiungere che tutto ci??avvenuto durante i tempi "accessori" di preparazione del mezzo, in un servizio a doppio macchinista. Ma anche se il servizio fosse stato impostato ad "agente unico" (tale equipaggio prevede un solo agente di condotta coadiuvato, durante la guida, dal capotreno presente in cabina) il macchinista si sarebbe trovato comunque da solo ad effettuare i tempi "accessori" in quanto il capotreno, in tali casi, ha altre mansioni da svolgere ed ? quindi, assente.

8 agosto 2005
Milano, treno deraglia: 4 feriti lievi

Tre vetture del regionale Milano-Novara sono uscite dai binari senza per?ribaltarsi. Bloccata la linea ferroviaria Milano-Torino. Quattro feriti lievi, tra cui il macchinista, il bilancio di un deragliamento avvenuto poco prima delle 17 a Rho, nel milanese. Il treno regionale Milano-Novara aveva lasciato da pochi minuti la stazione di Rho quando le prime tre vetture del convoglio sono uscite dai binari senza per?ribaltarsi. Sul posto sono intervenute due ambulanze che hanno trasportato i feriti, tutti lievi, all'ospedale in codice verde. I feriti sono un uomo di 48 anni e una ragazza di 23, portati all'ospedale Sacco, mentre all'ospedale di Rho sono stati accompagnati un uomo di 37 anni e una donna di 48. Sono ancora da accertare le cause dell'incidente. Al momento la linea ferroviaria Milano-Torino ?bloccata in entrambe le direzioni. Sul posto sono intervenuti i tecnici delle Ferrovie dello Stato e la polizia scientifica. Gli esperti stanno valutando la situazione ma si pensa che la linea verr?ripristinata in nottata. Sono quindi modificati i percorsi dei convogli che devono passare dal comune dell'hinterland. La linea Milano-Torino ?stata deviata in direzione Alessandria-Voghera e registra ritardi tra i 30 e i 40 minuti. Per la linea Rho-Vittuone ?invece allestita una linea sostitutiva con pullman che portano i passeggeri fino alla stazione di Vittuone da cui poi possono riprendere il treno per arrivare a Novara. Il macchinista ha dichiarato di aver avuto un malore, ma non vengono scartate altre possibili cause dell'incidente. Dimessi con prognosi di pochi giorni i quattro feriti.

26 luglio 2005
Legionella: un ferroviere di 60 anni morto mesi fa.
Un decesso anomalo che, solo in seguito all?esame del medico legale, si ?saputo esser stato provocato da una terribile infezione: la legionellosi, il morbo provocato dal batterio della legionella. Da qui, da questa morte all?inizio misteriosa, ?cominciata l?indagine dei carabinieri del Nas di Roma, agli ordini del tenente Marco Datti, che l?altro ieri a sorpresa hanno sequestrato gli spogliatoi sotterranei del personale di Trenitalia nella centralissima stazione Termini. La vicenda, circondata per il momento dal riserbo pi?assoluto, ha provocato comunque un terremoto negli ambienti delle Ferrovie, tuttora molto caute - come del resto ? comprensibile che sia in assenza di precise conferme di laboratorio - nel collegare la causa della morte del dipendente alla presenza del batterio della legionella nei locali posti sotto sequestro dai militari della Sanit? La legionella infatti sarebbe stata riscontrata anche l? proprio nello spogliatoio finito nel mirino dei Nas, ma da parte di Trenitalia si attende ?l?analisi dei due ceppi virali ritrovati per verificare se siano compatibili fra loro?; se cio?sia stata davvero la frequentazione degli spogliatoi a provocare il decesso. Difficile dire per ora dunque se via sia stato un vero e proprio nesso di causa effetto. Quel che ?certo per??che i controlli dei carabinieri, avvenuti nei giorni scorsi, avrebbero fornito gi?qualche risultato. E del resto per applicare un provvedimento grave come il sequestro, gli investigatori devono aver trovato una situazione di degrado tale da rendere compatibile la decisione con questa misura assai drastica. Da parte di Trenitalia intanto si fa sapere che ?gi?stata avviata la bonifica di tutti i locali considerati a rischio e ci si sta muovendo per ottenere il dissequestro dello spogliatoio. Certo ?che l?indagine ?durata a lungo. Basti dire che il ferroviere ?morto a novembre scorso, e che da allora i carabinieri hanno proseguito sentendo vari testimoni. Al di l?dell?aspetto giudiziario per? ci?che al momento viene in luce ?ovviamente l?aspetto sanitario, se non altro per quanto attiene alla sicurezza degli impianti della stazione riservati ai dipendenti. Trenitalia da parte sua tende a gettare acqua sul fuoco e afferma di aver preso tutti i provvedimenti necessari a eliminare ogni profilo di rischio per i lavoratori e per gli utenti di Termini. Chiaro ?che la legionellosi ?tuttavia un morbo estremamente pericoloso, che prolifera in tutti gli ambienti caldi e umidi non perfettamente puliti. Come ?veicolo? poi il batterio della legionella, scoperto nel 1976 a Philadelhia durante un convegno di ?legionari?, da cui il nome, ?in grado di sfruttare di tutto. Si parla ad esempio dei filtri dell?aria condizionata - ma il decesso del ferroviere a novembre porta a escludere una simile ipotesi - ma pure di soffioni della doccia, fontanelle sporche e via discorrendo. In soggetti non pi? giovani oppure semplicemente immunodepressi la legionellosi pu?essere letale. Come purtroppo ? avvenuto per il dipendente di Trenitalia.


(fonte: ilTempo.it)

16 giugno 2005
Amianto: muore un operaio della Trento-Mal?
Paolo Borga, operaio della Trento-Mal??morto per un tumore causato dall?amianto ed ora nove persone sono indagate. ?Un calvario durato un anno?. Cos?la vedova di Paolo Borga racconta la malattia del marito morto nel 2003 di tumore al polmone. L?ex capo elettricista della Trento- Mal?venne esposto per anni all?amianto contenuto nelle carrozze dei treni e sulla sua morte la magistratura ha aperto un?inchiesta, ipotizzando il reato di omicidio colposo per nove ex dirigenti dell?azienda di trasporto. Gli indagati si difendono. ?Allora nessuno sapeva dei pericoli dell?amianto?, dicono. Ma tra i colleghi di Borga la paura ?tanta. ?Lavoravamo assieme. Spero di vivere? dice Enzo Pedrotti.
S. DAMIANI, E. A. MARCHESE
(fonte: www.ladige.it)    
Scarica le pagine de "l'Adige" del 16 giugno 2005

9 giugno 2005
Trattativa FS-oo.ss. del 31 maggio 2005:

?il VACMA/Agente Solo? Si pu?fare!?

MOBILITIAMOCI!

Da fonti ben informate sull'andamento della trattativa del 31, pare che la Societ?abbia presentato due proposte di modifica delle postazioni della 464 e del 646  e abbia annunciato di essere pronta (disponibile)  ad attrezzare  tutti i mezzi (ALE/Aln comprese) di touche (punti sensibili al calore sui quali il macchinista deve porre permanentemente la propria mano per "liberare" le gambe dal pedale. Quindi avremo la possibilit?di scegliere se poggiare le mani o i piedi).

La  464  verrebbe dotata di 12 punti di reiterazione del tempo, sollevando cos?il macchinista dall'obbligo di rilasciare/ripremere il pedale ogni 55 secondi.

La modifica del 646 prevede 6 punti di reiterazione (per la ragione che non era possibile metterne di pi? e un nuovo sedile sul tipo della 464 che rende sostanzialmente inabitabile la cabina di guida e impossibile la fuga veloce dal mezzo (la fiche UIC 651 ignorata totalmente).

La Societ?ha, quindi,  chiesto alle OO.SS. dove, come e quando partire con la sperimentazione di queste due modifiche, e sembra che nessuno si sia opposto alla sperimentazione in s? La sola delegazione dell'OrSA ha espresso molte contrariet?alle dotazioni presentate dalla Societ? ma sostanzialmente si reputa condivisibile un percorso che porti a provare le migliori soluzioni tecniche possibili ( c'?qualcuno al tavolo, non si sa chi, che ha riproposto bracciali russi o letture oculari, considerate "non invasive"). L'impressione ricevuta da chi ? stato in trattativa ?che i Confederali siano in attesa di vedere cosa propone l'OrSA per poi decidere se vi siano le condizioni per firmare. Il solco preso, a parere dei Confederali, ? quello dell'accordo del 14 ottobre, cio?della sperimentazione di nuove apparecchiature, e si d?per acquisito che non si parli n?di modifiche alla Disposizione 35-36 n?di equipaggi, dato che questa installazione di nuove apparecchiature potrebbe pure prevedere una fase di avviamento che non modifica gli equipaggi rispetto ad oggi, vale a dire che, per un certo tempo ancora, dove c'?l'agente unico rimane unico e dove ?doppio rimane doppio.

La sostanza ?che per i Confederali le Disposizioni sono immodificabili e quindi l'agente solo inevitabile: ?solo una questione di tempo e di soldi messi a disposizione. L'OrSA potrebbe mettere in crisi questo passaggio se uscisse dal tavolo e denunciasse la sostanziale identit?di vedute tra Confederali e Societ?  ma il timore di alcuni dell'OrSA ?che la categoria non sarebbe pronta ad una lunga stagione di lotte sul tema, e potrebbe prevalere nella categoria un atteggiamento pragmatico (do ut des) di fronte ad una compattezza dei Confederali ad andare avanti senza OrSA nella sperimentazione. Senza contare che una esasperazione nei toni della vertenza di settore pregiudicherebbe il tavolo unitario sugli altri aspetti della vertenza (assetto societario, rinnovo del biennio ecc.). Quindi c'?qualcuno che forse valuta inopportuno una lunga e logorante vertenza di settore.

9 maggio 2005
Elettrosmog:
esultano i cittadini di Cesano, dopo una vicenda durata 4 anni.

Elettrosmog, due condanne a Radio Vaticana Dieci giorni di reclusione a due dirigenti. L'accusa: inquinamento elettromagnetico. ?Sentenza  ingiustificata, ci appelleremo?.
ROMA - Un giudice del tribunale di Roma ha condannato a 10 giorni di carcere, con sospensione della pena, due dirigenti di Radio Vaticana con l'accusa di ?getto pericoloso di cose? nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento elettromagnetico nell'area circostante le antenne dell'emittente, assolvendone un terzo. Il giudice Martoni ha disposto inoltre il risarcimento dei danni alle parti civile costituite nel procedimento. Tra queste ha disposto che siano assegnati a Legambiente 5.800 euro, a Cittadinanzattiva 850 euro, ai Comitati Roma-Nord 5.120 euro e al Codacons 5.800 euro.
CONDANNE - Idue condannati sono padre Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione di Radio Vaticana e padre Pasquale Borgomeo, direttore generale dell'emittente. Il terzo imputato, assolto, ?il vicedirettore tecnico Costantino Pacifici. La Direzione di Radio Vaticana ha espresso ?rincrescimento per il fatto che le sue posizioni non siano state riconosciute valide e accolte dal Tribunale?, nella vicenda legato al presunto inquinamento elettromagnetico. Pur ?apprezzando l'assoluzione di uno degli imputati?, Radio Vaticana ?si riserva di impugnare in sede di appello una sentenza che ritiene chiaramente ingiustificata sia perconsiderazioni di diritto, sia per motivi di fatto?.
LE REAZIONI - Alla lettura della sentenza una donna, costituitasi con il marito parte civile, non ha saputo controllarsi e a suon di
applausi e grida di giubilo ha lasciato l'aula. ?Sono colpevoli, sonocolpevoli, stavolta glielo hanno detto in faccia. Ben gli sta?.
Raggiante, ma sicuramente pi?composto, il procuratore aggiunto Gianfranco Amendola: ?Non mi fate dire dichiarazioni, potete capirecome stia in questo momento. Non ?il caso?. Il magistrato ?quello che si ?battuto di pi? perch?Radio Vaticana venisse processata. L'avvocato Marcello Melandri, difensore di tutti gli imputati, ha cos?commentato la decisione del giudice: ?Impugneremo la sentenza e siamo sicuri di vincere?.
L'INCHIESTA - L'inchiesta ha avuto origine dalle denunce presentate nel 2001 dagli abitanti di Cesano, piccolo centro a Nord di Roma, secondo le quali la morte di residenti per leucemia sarebbe legata alle emissioni elettromagnetiche. Tra i documenti presentati con l'esposto al vaglio degli inquirenti, i comitati dei familiari delle vittime avevano presentato un rapporto dell'Agenzia di Sanit?Pubblica del Lazio secondo cui il tasso di mortalit?per leucemia infantile a Cesano, situato nei pressi degli impianti di Radio Vaticana, era tre volte superiore rispetto ad altre zone della capitale. I magistrati avevano disposto anche una perizia, affidata a quattroesperti, che non aveva escluso un nesso di causalit?tra l'esposizione alle onde elettromagnetiche e alcuni casi di leucemianella zona. Radio Vaticana si ?sempre difesa sostenendo di avere prodotto onde elettromagnetiche entro i limiti fissati a livello internazionale e ha negato la scientificit?delle ricerche mediche - prodotte dalle associazioni degli abitanti di Cesano - che mostravano un aumento di tumori nella zona attorno agli impianti.
(fonte: Corriere della Sera).

5 maggio 2005
Incidente treno a Salerno, otto persone ricoverate per malori

Sono otto le persone ricoverate nell'ospedale di Agropoli a causa di malori avuti dopo l'incidente che ha visto coinvolti un treno merci ed un intercity, in provincia di Salerno. Sono stati soccorsi dai volontari della Croce Rossa di Agropoli che, dopo essere entrati nella galleria dove ? avvenuto l'incidente, hanno aiutato decine di passeggeri scossi per l'accaduto, ed esausti per il gran caldo. Sono stati distribuiti generi di prima necessit?e centinaia di bottigliette d'acqua. Come detto, per otto passeggeri ?stato necessario il ricovero nella struttura ospedaliera per un forte abbassamento della pressione arteriosa. Sono in corso accertamenti per i ricoverati, mentre il treno passeggeri ?stato trasportato nella vicina stazione di Agropoli dove i viaggiatori hanno lasciato il convoglio per proseguire il loro viaggio in autobus verso la Sicilia.
L'Intercity 761
, diretto in Calabria, ha leggermente urtato alle prime luci del mattino in una galleria, nei pressi della stazione di Omignano in provincia di Salerno, un treno merci che marciava in senso inverso ed il cui ultimo vagone era uscito poco prima dai binari. Il macchinista del convoglio passeggeri, che non procedeva a forte velocit? ? riuscito ad azionare in tempo la frenata rapida, per cui il treno si ?soltanto appoggiato sulla carrozza del merci, provocando un lieve contraccolpo che non ha causato danni ai viaggiatori. Sul posto sono intervenuti i tecnici di Trenitalia. Un locomotore ? stato agganciato alla coda del treno passeggeri fermo in galleria per trainarlo indietro, fino alla stazione di Agropoli. I passeggeri del convoglio - alcune centinaia - hanno proseguito il viaggio a bordo di sei autobus. Il traffico ferroviario ? rimasto bloccato su entrambe le direttrici anche perch?il treno merci trasportava prodotti chimici liquidi altamente infiammabili. Il treno merci, partito dalla Sicilia, era diretto a Milano. L'Intercity proveniva da Torino ed avrebbe concluso il suo viaggio a Reggio Calabria.  La prontezza del macchinista del convoglio passeggeri ?stata provvidenziale, anche in considerazione del carico altamente pericoloso trasportato dal merci. L'essersi accorto subito, nonostante il buio della galleria, che il merci era fermo e che l'ultima carrozza aveva parzialmente impegnato i binari del lato opposto, ha forse evitato che le conseguenze dell'incidente potessero essere ben pi?gravi. Infatti il treno passeggeri, grazie alla notevole decelerazione, ha solo strisciato - dal locomotore fino alla quarta carrozza - l'ultimo vagone del merci. Lo sfregamento tra i due treni, essendo avvenuto a bassissima velocit? non ha provocato neppure scintille. Il personale di Trenitalia a bordo dell'Intercity ha provvedendo a far spostare tutti i passeggeri verso la coda del treno. Sul posto sono intervenuti oltre ai tecnici dell'azienda ferroviaria, anche i Vigili del Fuoco e la polizia ferroviaria di Vallo della Lucania. I viaggiatori hanno mantenuto la calma, anche perch?si ? provveduto a spiegare loro che cosa fosse accaduto e quali interventi Trenitalia abbia messo in atto per far riprendere al pi?presto il viaggio verso le rispettive destinazioni.
(fonte: www.salernonotizie.it)

7 aprile 2005
DM 388/2003: avevano ragione i RLS: il pacchetto di medicazione non dev?essere ritirato.

Il ?Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei luoghi di lavoro? (Conferenza Stato-Regioni), il 10 gennaio 2005, nelle linee guida applicative del DM 388/2003 sul pronto soccorso aziendale, ha stabilito che:
il personale dei treni (macchina e viaggiante) e degli aerei non ?da considerare come lavoratore in luogo isolato.
 Questo importante risultato ?tutto merito dei RLS che fin dal principio hanno cercato di respingere la tesi aziendale che prevedeva la consegna a personam del pacchetto, interpretando la norma erroneamente ed a proprio vantaggio.
E? merito anche dei macchinisti che, con il loro comportamento di rifiuto hanno dato fiducia ai RLS ed hanno costretto la Societ? come ricorderete, a degli imbarazzanti dietro-front!
Ora occorre che tutti coloro che hanno ritirato il pacchetto di medicazione lo restituiscano al pi? presto, utilizzando le procedure ed i modelli prestampati gi?diffusi a suo tempo.

31 marzo 2005
Reggio Calabria: deraglia un treno.
Tre  feriti e una decina di contusi: ?il bilancio dell'incidente ferroviario accaduto all'l'intercity Reggio Calabria-Milano nei pressi della stazione di Favazzina, nel Reggino.  Il convoglio, a bordo del quale viaggiavano oltre 200 persone, ?andato a finire contro una piccola frana staccatasi dalla montagna che sovrasta la linea. Sulla zona imperversava, infatti, un forte temporale. L'incidente non ha provocato conseguenze gravi solo perch? il treno non viaggiava a velocit? sostenuta. I tre feriti sono due donne e uno dei due macchinisti, che sono stati portati in ospedale. Una delle donne ha riportato una frattura a una gamba, mentre l'altra e il macchinista hanno riportato contusioni in varie parti del corpo. Secondo quanto si ?appreso, la massa di detriti staccatasi dalla montagna ha invaso la linea ferrata pochi minuti prima del passaggio del treno diretto a Milano. La frana ha ostruito completamente il binario nord e invaso parzialmente anche quello sud. L'impatto contro la massa di detriti ?stato inevitabile. Il traffico lungo la linea tirrenica ?interrotto e non si sa, quando potr?riprendere. Le Ferrovie dello Stato, per venire incontro alle esigenze dei viaggiatori e limitare il pi?possibile i disagi, stanno garantendo servizi sostitutivi con pullman.  Il dato significativo ?che il 12 maggio del 2001 nello stesso punto in cui si ?verificato il deragliamento si era verificato un incidente analogo provocato anche in quel caso da un movimento franoso. In quel caso nell'incidente rimase coinvolto un treno espresso partito da Roma Termini e diretto a Reggio Calabria. L'incidente ripropone, quindi, in termini ancora pi?urgenti, comunque, il problema della sicurezza della linea ferroviaria nella zona tirrenica reggina a causa degli smottamenti che si verificano a ridosso dei binari, che scorrono tra la montagna da un lato e il mare dall'altro. Un problema che si pone anche per le mareggiate che di frequente provocano danni ai binari. (fonte: TgCOM).

2 aprile 2005
REGGIO CALABRIA (2 aprile 2005) - La circolazione ferroviaria sar?ripristinata questa mattina. I disagi causati dal deragliamento dell'intercity 752 (nella foto) , partito gioved? sera da Reggio Calabria e diretto a Milano, dovrebbero essere parzialmente circoscritti con la riapertura di uno dei binari della tratta interrotta a poca distanza dalla stazione di Favazzina, tra Scilla e Gioia Tauro, mentre per il ritorno alla normalit?bisogner? attendere il pomeriggio. Un grande impegno di uomini e mezzi ha caratterizzato la giornata di ieri e continuer?a registrarsi quest'oggi per riportare al pristino stato la ferrovia, ostruita da una frana. Terra e detriti si sono staccati dal costone ma in quel tratto la linea tirrenica: una delle pi? importanti d'Italia, soprattutto perch?conduce ad uno snodo marittimo e ferroviario di vitale importanza per il Paese e per la Sicilia, quello di Villa San Giovanni.
L'occlusione della ferrovia ha determinato il deragliamento del locomotore e della prima carrozza, mentre altri due vagoni sono stati sviati dal tracciato. Fortunatamente, com'? stato accertato nell'immediatezza dell'incidente, le conseguenze non sono state pi?pesanti per la bassa velocit?alla quale procedeva il convoglio. Ma restano la grande paura per i 200 viaggiatori e le piccole ferite (contusioni, escoriazioni) che sono state riportate da 35 passeggeri. Le tre persone che, gioved?sera, sono state ricoverate all'ospedale di Scilla, ieri sono state trasferite ai Riuniti di Reggio. Le loro condizioni non destano preoccupazioni: si tratta di un macchinista (rimasto intrappolato, assieme al suo collega, per oltre un'ora tra le lamiere del treno) e di due donne, una delle quali incinta.
Sul deragliamento dell'intercity sono state aperte tre inchieste: una giudiziaria e due amministrative. La Procura della Repubblica di Reggio ha aperto un fascicolo per accertare l'effettiva dinamica dell'incidente, le cause e le eventuali responsabilit?penali sul fatto. Il locomotore e i primi due vagoni sono stati posti sotto sequestro. Tra l'altro, la zona in cui si ? verificato il fatto gi?nel 2001 ?stata al centro di un episodio analogo, causato sempre da una frana. La vicenda, dunque, ripropone con urgenza la questione della sicurezza di un tratto ferroviario calabrese particolarmente importante nel contesto dei trasporti nazionali. Le indagini amministrative sono condotte da due commissioni nominate da Trenitalia e Rfi, che hanno effettuato dei rilievi sul luogo dell'incidente e dovranno acclarare le motivazioni tecniche del deragliamento.
In attesa del ripristino della circolazione, le Ferrovie continuano a garantire servizi sostitutivi. I treni provenienti dal Nord si fermano a Lamezia Terme e Gioia Tauro. Qui ?stato istituito un collegamento marittimo con il porto di Messina per i passeggeri diretti in Sicilia. I treni notturni, invece, fino alla conclusione dei lavori sulla ferrovia e sulla Statale 18, verranno istradati sulla linea ionica.
Intanto le associazioni dei consumatori annunciano battaglia. ? Questo ennesimo incidente mette in evidenza la necessit?di intervenire al pi? presto al fine di tutelare gli utenti che viaggiano su quella linea e che, allo stato attuale, rischiano di rimanere vittime di un altro deragliamento legato al distaccamento di detriti dalla montagna ?, sostiene il Codacons, secondo cui quello di gioved??? un altro episodio che getta ombre inquietanti sul livello di sicurezza del trasporto ferroviario calabrese ?. L'associazione invita i passeggeri dell'Intercity 752 a ? chiedere il risarcimento dei danni, anche quelli "da paura", dinanzi al giudice di pace ?.
             Giampaolo Latella (ilDomani.it)
(02-04-2005 )

8 marzo 2005
Urto fra due carrelli, uno lavori ed uno TE con braccio mobile. 
Da una prima ricostruzione, oggi 08.03.05 alle ore 13,00 -13,30 fra le stazioni di Mileto e Rosarno al Km 315 del binario dispari della linea Lamezia TC - Reggio Calabria, su un tratto di linea in discesa con visuale libera ed in aperta campagna il carrello lavori ha urtato il carrello TE, fermo in linea per una manutenzione programmata dalle ore 12,00  alle ore 15,00. Sul carrello TE l'operaio Fotia di Melito PS (RC) di anni 32, che si trovava sulla torretta vicino alla linea aerea ?stato sbalzato in un fossato morendo nell'impatto. L'urto fra i due mezzi a causato inoltre, il ferimento del collega Papa di Villa S.G. che ha subito l'amputazione di entrambi gli arti inferiori, attualmente ricoverato all'ospedale di CZ  e il ferimento di altri tre operai ricoverati nell'ospedale di Gioia Tauro.

4 febbraio 2005
No al pacchetto di medicazione in consegna al pdm!
Con l'entrata in vigore del DM 388/2003 sul pronto soccorso in azienda (decreto attuativo dell'art. 15 del dlgs 626/94), Trenitalia ha subito messo in atto un'azione unilaterale attraverso la quale ha tentato di imporre ai macchinisti il ritiro del "pacchetto di medicazione", considerando tale categoria di lavoratori alla stregua di quelli "che prestano la loro attivit?in luoghi isolati", in un erronea interpretazione dell'art. 2.5 dello stesso DM.
Allo stato attuale non ?dato sapere se Trenitalia (attraverso le singole unit? produttive) abbia comunicato alla AUSL competente il gruppo di appartenenza, cos?come previsto all'art. 1.2 del DM 388/2003 (che, per le dimensioni e per l'indice infortunistico di inabilit?permanente superiore a 4, ?da considerarsi di gruppo A). Sta di fatto che, in molti casi, la Societ?stanno creando una ingiustificata tensione fra i lavoratori ai quali viene imposto, peraltro, di dotarsi di tali "pacchetti" che, in realt? sono contrassegnati dalla scritta "cassetta di pronto soccorso di cui al DM 388/2003" dalle dimensioni tipiche di questo presidio medico ma dal contenuto che ?quello del "pacchetto"!
I RLS del pdm (ed anche le oo.ss.) hanno dato giustamente indicazione ai lavoratori di non ritirare il "pacchetto di medicazione" in quanto trattasi di erronea interpretazione della norma che tenderebbe a scaricare su tali soggetti oneri non dovuti. Come si sa il macchinista un luogo di lavoro ce l'ha, ed ?la cabina di guida del rotabile. Non a caso FS, negli anni passati, ha dotato sempre tali ambienti di "cassette di pronto soccorso" considerandole alla stregua degli "attrezzi di bordo" e, quindi, oggetto di verifica costante della loro consistenza, da integrare all'occorrenza. Anche la AUSL 10 di Firenze, ad esempio, gi?nbsp;nel 1995, consider?i rotabili "luogo di lavoro a tutti gli effetti". Ed ?proprio in virt?di questa "certezza" messa inspiegabilmente in discussione da Trenitalia che ?opportuno che i macchinisti (ma anche il personale viaggiante) rifiuti il ritiro del "pacchetto di pronto soccorso" seguendo le indicazioni comportamentali che vi segnaliamo poich?sia chiaro, una volta per tutte,  che n?i macchinisti n?il personale viaggiante (capitreno, ecc.) possono essere considerati lavoratori che "prestano la propria attivit?in luoghi isolati". Clicca qui e vai alle indicazioni comportamentali.

22 gennaio 2005
(ANSA) - Era di 120 km all'ora la velocita' del treno passeggeri interregionale Verona-Bologna quando il 7 gennaio scorso si e' scontrato con il merci nei pressi della stazione di Bolognina di Crevalcore, facendo 17 morti. Solo all'ultimo, quando in pratica i due convogli erano a vista, il macchinista del passeggeri avrebbe tentato la frenata. Sono questi i primi esisti dell'apertura della 'scatola nera' dell'interregionale, la 'zona tachigrafica', avvenuta oggi nella sede della ditta costruttrice dell'apparecchio la ''Bombardier Transportation'' di Vado Ligure (Savona). Il recupero dei dati rientra nelle operazioni affidate dal pm di Bologna Enrico Cieri e dal Procuratore Enrico Di Nicola al consulente tecnico prof. Giorgio Diana, che deve ricostruire l'incidente per risalire alle cause del disastro e fare anche anche un'analisi dei congegni e delle procedure di sicurezza della linea. Dalla zona tachigrafica si individua un accenno di frenata solo nell'ultimissima fase dopo che il convoglio aveva gia' passato il segnale giallo e poi, dopo 1.200 metri, quello rosso. L'impatto cosi' e' avvenuto mentre il Verona-Bologna viaggiava a 120 km orari; il merci andava a 30 km. Ora tutti i dati delle scatola nera verranno sviluppati, proprio per vedere cosa e' successo al passaggio all'altezza del segnale giallo che non e' stato visto dal treno passeggeri. I dati verranno poi integrati da quelli raccolti nelle memorie dele stazioni di Finale, Crevalcore e Bologna-direzione movimento, che registrano il traffico ferroviario nella zona dell'incidente. In questo modo si potra' avere conferma anche del funzionamento regolare dei segnali lungo la linea. Il pm Cieri ha gia' chiesto anche i dati sulle condizioni meteo nella zona al momento dello scontro: c'era comunque una fitta nebbia che riduceva di molto la visibilita'. Una parte dell'inchiesta, condotta da Procura e Polfer, analizza anche come sono cambiate le disposizioni relative alla linea ferroviaria Bologna-Verona e come, conseguentemente alle disposizioni che si sono succedute, si sono modificate le condizioni di sicurezza della tratta. L'operazione di 'scarico' dei dati della zona tachigrafica, una macchina con un rotolo di carta che fa il grafico della velocita' rapportato all'orario, avvenuta oggi, si era resa necessaria perche' il foglio recuperato sul treno passeggeri si interrompeva a 4 km da Poggio Rusco (Mantova), quindi molto prima di Crevalcore. Molto probabilmente era stato l'urto terribile a tranciare e distruggere la carta (ne mancherebbero 4 centimetri). La stessa macchina della zona tachigrafica, recuperata nella motrice di coda, aveva un lato piegato. La prossima settimana verra' 'aperta' anche l'altra scatola nera del Verona-Bologna, quella che si trovava nella motrice di testa.(ANSA). RED

7 gennaio 2005
Gravissimo incidente ferroviario sulla Bologna - Verona
                                                                         (scarica le foto, tratte www.corriere.it)

BOLOGNA - Un impatto devastante tra due treni, un merci e un interregionale. Un bilancio gravissimo di vittime e feriti.
A Crevalcore, su un tratto a binario unico della linea Verona-Bologna, la scena del disastro sembra irreale e apocalittica insieme. Nella nebbia che grava sulla zona, i soccorritori lavorano per estrarre i passeggeri intrappolati in ci?che resta dei vagoni del treno interregionale. Il primo si ?SPAN class=span-PP id=U401550854244W4B> letteralmente sbriciolato nell'impatto, avvenuto intorno alle 12,50 a Bolognina di Ronchi di Crevalcore. Il bilancio, provvisorio, ?tragico: almeno 13 morti e una sessantina di feriti, di cui 5 gravi, secondo i Vigili del Fuoco. Un bilancio che sembra destinato ad aggravarsi. Tra le vittime gi?accertate vi sono i quattro macchinisti dei due convogli.
RICOSTRUZIONI - La nebbia che grava sulla zona pu?aver inciso sul disastro: al momento dell'incidente la visibilit?era inferiore a 50 metri e pu?aver impedito di vedere segnalazioni s59308 (partito da Roma e diretto a San Zeno Falzano) e il convoglio passeggeri interregionale 2225 (partito da Verona alle 11,39 e diretto a Bologna) viaggiavano su un tratto a binario unico. In una situazione del genere basta una segnalazione ignorata o non funzionate per creare situazioni di rischio con convogli che procedono uno contro l'altro. L'impatto ?stato tremendo, probabilmente avvenuto ad alta velocit?/SPAN>. L'ipotesi prevalente ?che a ignorare un semaforo rosso sia stato il treno passeggeri. La motrice del convoglio dopo lo scontro ? deragliata mentre la prima carrozza ?stata completamente sventrata dal merci, che trasportava putrelle di ferro. Il compito dei circa 200 soccorritori ?stato reso difficile difficile dalla fitta nebbia che grava sulla zona dell'incidente e dal fango: sono stati necessari anche dei trattori per trainare sul posto le ambulanze.
SUPERSTITI E INCHIESTE - Circa 50 persone scampate senza danni fisici e ferite al terribile incidente sono state evacuate e hanno potuto poi completare il viaggio fino a destinazione. ?Le persone che non sono rimaste ferite nello scontro - dice l'asessore ai Trasporti del comune di Crevalcore, Claudio Broglia - sono state trasportate, con alcune navette fornite dal Comune, in alcune scuole nel centro di Crevalcore e da l?hanno potuto completare il viaggio in treno grazie anche al supporto delle Ferrovie dello Stato?. Sul luogo dell'inciodente sono arri inchieste
amministrative aperte sono due, oltre a quella della magistratura bolognese. Secondo alcune testimonianze al momento dell'impatto il treno merci era fermo e l'interreggionale gli ?arrivato addosso a tutta velocit?/SPAN>. Per il procuratore di Bologna, Enrico Di Nicola, all'origine dell'incidente potrebbe esserci il mancato rispetto di un semaforo rosso da parte di uno dei due convogli. L'ipotesi investigativa formulata dal pm Enrico Cieri ?disastro colposo. Il magistrato, che ha anche nominato consulente Giorgio Diana del Politecnico di Milano, attende i risultati dei rilievi effettuati dalla Polfer e dalla Scientifica. Al vaglio degli inquirenti anche l'ipotesi di una rottura dello scambiatore.
RADDOPPIO E SICUREZZA - La tragedia pone interrogativi sulla sicurezza della rete italiana. Il tratto interessato dall'incidente, in particolare, non solo ?a binario unico ma ? privo di sistemi elettronici che impediscano esiti drammatici a eventuali errorori umani. La linea ferroviaria Bologna-Verona ? lunga 114 chilometri, dei quali soltanto 42 sono a doppio binario. La societ? dell'Infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato (Rfi) ha in corso i lavori, gi?appaltati, per il raddoppio dei restanti 72 chilometri. Il completamento dovrebbe arrivare non prima del 2008. Per la stessa data l'azienda garantisce che ci sar?anche il nuovo sistema SCC (Sistema di Controllo Centralizzato del traffico ferroviario). Entro il 2006 sar?completato l'attrezzaggio della linea Bologna-Verona con il sistema SCMT (Sistema Controllo Marcia Treno); si tratta di un sistema di supervisione della marvia del treno che interviene ogni volta che il macchinista non rispetta le indicazioni di marcia. Avrebbe potuto evitare la tragedia avvenuta nella nebbia di Crevalcore.
Un massacro, un'apocalisse, una scena impossibile da dimenticare: queste le parole dei testimoni che hanno assistito alla tragedia ferroviaria avvenuta di pressi di Crevalcore o sono arrivati sul luogo del disastro subito dopo lo schianto. Bruno Manfredini, 40 anni, artigiano, abita poco distante dal luogo del disastro ed ?stato tra i primi ad arrivare sul posto. Ha visto una scena che difficilmente potr?dimenticare. Tra i morti e i feriti gravissimi che si lamentavano, c'era anche una ragazza giovane, sui 30 anni, quasi raggomitolata tra i cadaveri. ?Aveva il cranio devastato - racconta sconvolto il testimone - le sono andato vicino, ho strappato delle tende per toglierle almeno quella scena da davanti agli occhi. Poi c'era tutta quella gente incastrata dentro il treno, braccia e gambe incastrate, chi si lamentava... - racconta ancora il testimone - C'era uno l?in mezzo che si lamentava, c'era un uomo con la testa fuori, schiacciato, che diceva: non respiro, non respiro. Uno - racconta ancora - si sente impotente davanti a una cosa del genere?.
- ?Stavo mangiando poi all' improvviso ho sentito un gran boato. Sono uscita e ho visto i due treni uno contro l' altro?. Ha sentito cos?il disastro Annarita Gardosi, 27 anni, che da quando ?nata abita nella casa cantoniera che sta proprio a fianco della stazione di Bolognina, a pochi metri dall' incidente ferroviario avvenuto nel bolognese. ?Quel treno passa tutti i giorni - ha raccontato ancora - direi fra le 12.45 e le 12.50, sono sicura perch?a quell' ora sono sempre a pranzo. Stavo facendo cos?anche oggi e ho sentito il treno passare poi poco dopo secondi ho sentito il boato?. Quando ?uscita dalla porta di casa, al numero 4072 di via Argini nord, a pochi metri dai binari ha visto l'ammasso di lamiere: ?Ho visto i treni uno contro l'altro e decine di persone che uscivano, molte delle quali mi sono sembrate senza gravi ferite. I soccorsi sono arrivati quasi subito?.
                           I pi?gravi incidenti ferroviari in Italia, dal 1960 ad oggi
                  (fonte: www.corriere.it)

9 gennaio 2005
CREVALCORE (Bologna) -
?Se non avessero tolto quei dispositivi, il treno si sarebbe fermato. E adesso non saremmo qui a commemorare le vittime?.
Nella sala gremita del comune di Crevalcore, dove si ?appena concluso i Consiglio comunale straordinario (il ministro Pietro Lunardi, annunciato, non si ? visto tra i presenti), si fa largo un signore, che ha voglia di dire la sua, davanti a tutti. Il sindaco Valeria Rimondi ha appena annunciato che ?nel giorno del dolore, ?opportuno sospendere le polemiche?, ma Ermete Tassinari, tecnico delle Ferrovie addetto agli impianti di sicurezza, da qualche tempo in pensione, non ci sta. Attorniato dalla folla, alza il dito e accusa: ?Sulla tratta Verona-Bologna, che conosco bene perch?proprio l? ho lavorato, negli anni Ottanta c?erano, in prossimit?dei semafori, le boe. Ovvero dei dispositivi fissati tra le rotaie che, captando i segnali di stop, li trasmettevano in macchina. Un sistema elementare di sicurezza, che riusciva a bloccare il locomotore. Anche se, per ipotesi, il conducente era distratto, o si era addormentato...?.
E poi? ?Poi, hanno deciso di eliminarli. Posso testimoniarlo personalmente, dato che io stesso ho impiantato e successivamente tolto le boe in alcuni punti della tratta Verona-Bologna?. ?Era cominciata la febbre del risparmio, la politica dei tagli - continua Tassinari -. Ovviamente, i costi di manutenzione c?erano. Sia per effettuare periodici controlli sui binari, sia per revisionare i locomotori. Comunque sia, i nostri capi fornivano un?altra motivazione: poich?si sta lavorando al raddoppio della linea, le boe, in prospettiva, non serviranno pi? ?Gi? in prospettiva - s?indigna il ferroviere -. Figurarsi. Il doppio binario doveva essere pronto per i Mondiali del Novanta. Invece, ancora non se ne parla?.
Interviene l?ingegner Maurizio Gentile, direttore del compartimento Infrastrutture delle Ferrovie di Bologna, per smentire Tassinari: ?Il sistema di ripetizione segnale non c??mai stato sulla tratta Verona-Bologna. Funziona in alcune grandi linee, e presto sar?installato anche sulle interregionali...?. Breve battibecco tra i due, alla fine del quale si deduce che si tratta di due sistemi di sicurezza analoghi, ma diversi: il vecchio, e quello tecnologicamente avanzato. Che, nelle promesse del ministro Lunardi, doveva essere gi?istallato capillarmente. Invece, le carenze sono ancora evidenti. Ermete Tassinari scuote la testa: ?Mi fa rabbia, oltre che dolore, l?idea che la carneficina poteva essere evitata?. Sulla scorta delle rivelazioni del ferroviere in pensione, il parlamentare verde Paolo Cento (eletto nel collegio di Crevalcore) annuncia un?interrogazione parlamentare. (Marisa Fumagalli, www.corriere.it)

 

Identificate le 17 vittime. Trovati altri 4 corpi tra i rottami, due sono macchinisti del merci. La rabbia dei parenti: ?Per ore senza informazioni?
CREVALCORE
- Non ci sono pi?corpi straziati a Bolognina di Crevalcore tra i rottami del convoglio interregionale Verona-Bologna, scontratosi venerd?con un treno merci. Le vittime, quattro delle quali sono state recuperate sabato dai vigili del fuoco, sono in totale 17. Le ultime cinque salme, ancora senza nome, sono state identificate ufficialmente. Si tratta di Anna Martini, 31 anni, residente a San Martino Spino (Mirandola), di Mauro Bussolari, 52 anni, residente a San Giovanni in Persiceto, di due macchinisti, Ciro Cucciniello, 43 anni, residente a Novara, ed Equizio Abate, 47 anni, residente a Sesto San Giovanni, di Matteo Sette, 26 anni, residente a Verona.

LIBERATI I BINARI - I binari della linea Bologna-Verona sono stati liberati nella notte. Attorno all'1,30 di domenica i vigili del fuoco hanno infatti rimosso i rottami dell'ultima carrozza passeggeri e del locomotore del treno merci che ancora occupavano la linea. Le carcasse sono state adagiate al lato della massicciata. Dalle 7 del mattino, i tecnici di Rete ferroviaria italiana sono al lavoro per ripristinare la linea aerea e i binari. Trenitalia stima che il traffico ferroviario potr?ripartire questa sera alle 19. Sul posto la polizia ferroviaria continua a presidiare, assieme ai carabinieri, la zona dell'impatto che rimane transennata. Sono numerosi i curiosi che arrivano sul posto per osservare i lavori di sgombero.
FERITI - I feriti dell'incidente ferroviario ancora ricoverati in ospedale sono sei: due al Policlinico di Modena, uno all'Ospedale Sant'Agostino, sempre a Modena, due all' Ospedale Maggiore di Bologna e uno all' Ospedale di Mirandola. Lo rendono noto le Ferrovie dello Stato. Le Fs, in coordinamento con il Ministero delle Infrastrutture - dice la nota - ?continuano a prestare ai feriti e ai parenti delle vittime ogni forma di assistenza possibile, come la disponibilit? di uno staff medico, un servizio di sostegno psicologico per i familiari delle vittime, e la copertura delle spese sanitarie e di assistenza ai feriti e ai loro familiari?. Da ieri ?in funzione il numero verde istituito da Trenitalia 800 852035 per chiunque volesse avere ulteriori informazioni sull'incidente.
RABBIA PER IL NUMERO VERDE - Proprio il numero verde, che ha ricevuto circa 2.000 telefonate, ha scatenato la rabbia dei parenti delle vittime. La moglie di una delle vittime, subito dopo la notizia della sciagura, si ?attaccata al telefono, chiamando il numero verde: ?Non ha mai risposto nessuno - si sfoga la donna, affranta - In Italia abbiamo delle ferrovie da terzo mondo, ma potete capire in una situazione come questa come la mancanza di informazioni aggravi il nostro dolore?. La mancanza di informazioni ?la nota dolorosa che si raccoglie anche in altre testimonianze di parenti, gente distrutta da dolore che non vuole neppure dire come si chiama, forse nella speranza di un miracolo quasi impossibile. ?Siamo arrivati qui da soli - racconta un uomo sui quarant'anni - nessuno ci ha chiamati. Anche in prefettura erano tutti molto gentili, ma nessuno sapeva dirci niente. Tutta la notte abbiamo telefonato numero verde, ma senza mai riuscire a prendere la linea?. ?Sar?stato un problema di linea - replica Giuseppe Navazio responsabile del personale di Trenitalia per l'Emilia Romagna, anche lui in Certosa per assistere le vittime - Lo sforzo che stiamo facendo ? massimo?. (fonte: ww.corriere.it)