Archivio notizie - 2008

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24 settembre

16 settembre '08

15 settembre '08

Da "notizieINMARCIA!"
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ANCORA UN ALBERO DI TRASMISSIONE DI UN 'PENDOLINO' CHE SI SPEZZA IN CORSA
ANCORA UNA VOLTA ABBIAMO CORSO IL RISCHIO DI UN GRAVE INCIDENTE
ANCORA UNA VOLTA NON INTERVIENE ALCUN ALLARME
ANCORA UNA VOLTA LA BUONA SORTE CI HA ASSISTITO
ANCORA UNA VOLTA VOLEVANO NASCONDERE A NOI ED ALL'OPINIONE PUBBLICA QUANTO ACCADUTO
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FS: RSU-RLS, ANCORA GRAVE AVARIA SU EUROSTAR VENEZIA-ROMA
Roma, 15 set. (Adnkronos) - «Ieri mattina il treno Eurostar 9391, Venezia-Roma, 'pendolinò ad alta velocità Etr 485/36, ha subito, in corsa, un grave guasto agli organi di trasmissione, analogo a quelli avvenuti nei mesi scorsi».
Lo rendono noto i delegati dell'Assemblea nazionale dei ferrovieri in merito «all'avaria meccanica, avvenuta ieri mattina intorno alle nove, nei pressi di Orvieto, sulla direttissima Firenze-Roma». «Il guasto ha causato soltanto disagi, notevoli rallentamenti al traffico e la messa fuori uso del convoglio ma è un'avaria potenzialmente molto pericolosa per la circolazione - spiegano i delegati -poichè si tratta di una rottura meccanica che potrebbe, come è già avvenuto, causare ben più gravi conseguenze. A seguito degli episodi analoghi accaduti recentemente -specificano i rappresentanti per la sicurezza - su nostra segnalazione l'Autorità giudiziaria aveva aperto una specifica inchiesta sequestrando un convoglio». «Siamo doppiamente preoccupati - concludono i delegati - in primis per la sicurezza ma anche per l'atteggiamento aziendale, tenuto conto che proprio le dichiarazioni con cui sono stati resi noti all'opinione pubblica ed alla magistratura i precedenti incidenti e mancati incidenti agli Eurostar, sono state utilizzate come pretesto per licenziare il macchinista ed Rls Dante De Angelis. Chiediamo che l'azienda chiarisca al più presto quali siano le cause di questo guasto ricorrente e che adotti misure risolutive visto che quelle adottate fin'ora non hanno risolto la questione». (Adnkronos) 15-SET-08 19:46

13 settembre

I sindacati CUB Trasporti e SDL organizzano
a Genova venerdì 19 Settembre 2008

presso i locali del Circolo Giacomo Matteotti, via del Fossato 2 (vicino rimessa AMT di Staglieno), un’iniziativa pubblica con il seguente programma:
Ore 17.00: incontro/dibattito sul tema:
"Costituzione e garanzie: il diritto di espressione vale anche per i lavoratori
del servizio pubblico?"
Introduce: Fabrizio Acanfora, Capotreno, Delegato RSU SdL Personale di Bordo FS Genova Principe
Modera: Giuliano Boffardi, Segretario Provinciale Genovese del Partito Socialista
Relatori:
Enrico Vesco, Assessore ai Trasporti della Regione Liguria
Franco Astengo, dell'Università di Genova, Vice Presidente della Lega per le Autonomie
Mauro Milani, del Coordinamento nazionale CUB Trasporti
Raniero Casini, Segretario nazionale SdL - Settore Ferrovie.
Intervento di Dante De Angelis.
Aderiscono: Associazione Consumatori Utenti, Coordinamento dei Pendolari Liguri, OrSA Liguria, Confederazione Cobas, Cassa di Solidarietà dei Ferrovieri, Rete dei Ferrovieri in Lott@, Sinistra Critica - Genova, Partito Socialista - Genova.

Ore 19.00: proiezione del video “Antonio Ferroviere”. Dibattito a seguire.

Ore 20.15: cena preparata dalle donne socialiste con spettacolo di cabaret.

Ore 21.00: serata danzante con La Dolce Storia.
I LICENZIAMENTI DI TUTTI I FERROVIERI DEVONO ESSERE RITIRATI!
Il ricavato della serata sarà devoluto a favore della Cassa di Solidarietà dei Ferrovieri
All’iniziativa sono invitati i cittadini genovesi, le forze politiche e sindacali, le associazioni.
Scarica e diffondi la locandina.

5 settembre

29 agosto

Da "il manifesto" del 29 agosto 2008
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Piaggio: delegata sospesa, proteste.
In Piaggio parlano già di un “nuovo caso De Angelis”, riferendosi al ferroviere licenziato da Trenitalia per aver denunciato problemi di sicurezza. Nell’industria di Pontedera non siamo ancora al licenziamento, ma nel mirino del management guidato dal patron Roberto Colaninno è finita la rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (RLS) Rossella Porticati. Bersagliata da diversi provvedimenti disciplinari, negli ultimi giorni è arrivato un giorno di sospensione: misura che ha fatto scattare la solidarietà delle RASU che hanno firmato un documento di solidarietà. Rossella è da anni in prima linea nella denuncia di carenze sul fronte sicurezza: diverse sono state le denunce alla Asl e alla Direzione provinciale del lavoro; la Piaggio però non l’ha sospesa per questa attività, ma ha scelto di contestarle alcune irregolarità formali.
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A Rossella la solidarietà di tutti noi di www.macchinistisicuri.info!

22 agosto (2)

"Per i licenziati, per la democrazia e la sicurezza nelle ferrovie"
è convocata una
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
IL 5 SETTEMBRE, ORE 10.00,
VIA MARSALA
PRESSO LA SALA PARROCCHIALE
DELLA CHIESA DEL SACRO CUORE

(vicino stazione Termini).
Sono calorosamente invitati a partecipare tutti i sindacati, le forze politiche e le personalità del mondo della cultura e della comunicazione.
Scarica e diffondi la locandina

Seguirà comunicazione dettagliata con i partecipanti, i relatori e le adesioni.

Redazione In Marcia
055 480166 dalle 9.30 alle 12.30
cellulare 3386058383
inmarcia@tiscalinet.it

22 agosto

Comunicato stampa del 19 agosto 2008 di Ezio Gallori, della rivista "ancora IN MARCIA!"
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LICENZIAMENTO DE ANGELIS - Non basta l’errata manovra del macchinista per spezzare un ETR 500: la fonte è anche aziendale!!!
CONOSCERE muoversi e discutere nell'ITP di Milano" (numero 7 2008) è esposto nel Deposito dei Macchinisti milanesi. Si tratta di una pubblicazione interna di Trenitalia rivolta ai macchinisti e redatta dai loro superiori gerarchici. Chi normalmente scrive gli articoli tecnici sono proprio gli istruttori. Nell’ultima pagina si parla degli spezzamenti degli ETR avvenuti il 14 e il 22 luglio  u.s.. L’articolo in questione, ovviamente scritto prima che scoppiasse il caso De Angelis, conferma che la "dimenticanza della piastra di coda da sola non giustifica lo spezzamento del complesso” “Ne siamo coscienti, ed è questo il motivo per cui abbiamo parlato, prima, di fattori imponderabili”.  Dunque, fonti aziendali riconoscono che “fattori imponderabili” e non il solo errore dei macchinisti hanno determinato gli spezzamenti degli ETR. Nel passato, i “fattori imponderabili” venivano “ponderati” attraverso accurati controlli periodici (di seguito la testimonianza di un Capo Tecnico in pensione)e i controlli altro non sono che una delle principali fasi della manutenzione. Dante De Angelis, alla notizia del primo ETR spezzato, ha ipotizzato un problema di manutenzione. E’ una falsità?
Circa il fatto che l’inconveniente rappresenti un potenziale pericolo, circostanza negata dalla società, va chiarito che le operazioni effettuate dai macchinisti per il rientro da Milano C.le al deposito sono sostanzialmente le stesse che vengono effettuate tra l’arrivo e la partenza di un ETR 500 nelle stazioni di testa (Milano, Roma, Napoli, Firenze, Venezia, ecc). E’ chiaro, pertanto, che l’evento poteva verificarsi con i viaggiatori a bordo e l’incolumità di quanti si trovassero a passare dall’intercomunicante coinvolto in un eventuale spezzamento in due tronconi è tutt’altro che garantita. A questo punto, è difficile comprendere quali siano le false affermazioni attribuite a De Angelis.
GALLORI EZIO - cell. 3386058383
Leggi la lettera del Capo Tecnico in pensione Franco Caroli inviata alla storica rivista dei Macchinisti “Ancora IN MARCIA.

21 agosto

Un articolo de "il manifesto" del 21 agosto 2008
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FERROVIE: I tecnici con De Angelis - Treni spezzati: le prime analisi davano già ragione al sindacalista licenziato
(Francesco Piccioni)
In montagna «andare dritti» è un buon modo per finire in un burrone. L'ostinazione con cui il vertice delle Ferrovie dello stato - il presidente Innocenzo Cipolletta e soprattutto l'amministratore delegato, Mauro Moretti - insiste nel difendere la scelta di licenziare il sindacalista Dante De Angelis («rappresentante per la sicurezza») ha buone possibilità di trasformarsi in un boomerang.
In un'intervista al Giornale, infatti, Moretti ha spiegato che «è stato licenziato perché ha detto che gli Etr 500 si spezzano causa manutenzione e usura, e non è vero. E che quelle rotture possono avere effetti catastrofici, e anche questo non è vero». La rottura di due eurostar in pochi giorni, nella zona di Milano, sarebbe invece dovuta - secondo i vertici aziendali - al solito «errore umano».
Peccato che siano gli stessi dirigenti tecnici dell'impianto milanese a spiegare che non è così. Nel numero 7 di quest'anno del giornalino interno Muoversi e discutere nell'Itp di Milano - redatto dai superiori gerarchici dei macchinisti, in pratica i loro coordinatori e istruttori, prima che De Angelis venisse licenziato - si analizzano le prime risultanze dell'inchiesta sui mezzi coinvolti negli «spezzamenti». Il ragionamento è abbastanza tecnico, ma comprensibile.
In pratica gli eurostar hanno due locomotori - in testa e in coda - rivolti in direzione opposta. Per ripartire da una «stazione di testa» (come Roma, Napoli, Milano, o anche dal deposito). Entrambe le locomotive sono dotate di una «piastra Sbb» che, in combinazione con «il sistema Cmt» provvede alla «protezione contro i movimenti indebiti del treno». Se si parte quando la piastra Sbb del locomotore di coda (che era «di testa» al momento dell'arrivo a fine corsa) è ancora inserita si mettono in azione i sistemi frenanti automatici. Insomma, illustrano i tecnici, la «testa è in trazione» mentre dietro si sta frenando.
Ma anche questo non sarebbe sufficiente a «provocare la rottura dei tenditori» e quindi a spezzare il convoglio. E' necessario che intervengano «altri fattori più imponderabili». Nei due casi di «rottura» in quel di Milano i macchinisti avevano - sì - lasciato inserita la piastra Sbb del locomotore in coda, ma questo è un avvenimento statisticamente «non del tutto eliminabile» e comunque non decisivo.
Quali sono in definitiva quei fattori pudicamente definiti «imponderabili» che si devono allineare a valle di una dimenticanza? Dante De Angelis, per aver ipotizzato problemi di insufficiente manutenzione è stato - come detto - licenziato per la seconda volta. E' proprio un ex capotecnico della manutenzione di Milano (Franco Caroli, officina S. Rocco) a raccontare come si sia ridotta la frequenza dei controlli di routine. «Si facevano sezionare tutti gli elementi che componevano il bloccato, poi si procedeva alla verifica generale in particolare del rodaggio, della traversa di testa, dei castelletti di trazione del relativo gancio, del tenditore, della maglia delle molle, ecc». Un lavoro certosino che comprendeva l'accertamento dell'integrità di una serie di componenti, sostituiti se la misura del loro consumo era superiore al 10%. Ma «questo era il modo di lavorare prima che le Fs passassero a una gestionre privata», ovvero mirante in primo luogo al profitto (peraltro non ancora raggiunto, nonostante i ferrovieri siano oggi ridotti a soli 87.000 dagli oltre 200.000 di una ventina di anni fa)).
Insomma: che i «fattori imponderabili» abbiano a che fare con la manutenzione e i controlli sembra un'ipotesi tutt'altro che campata in aria. A meno di non volersi appellare al destino cinico e baro.
Ma ci sono o no «pericoli catastrofici» in caso di spezzamento del treno? Moretti afferma di no, visto che le tecnologie e gli automatismi escogitati in oltre un secolo di ferrovie hanno affrontato da sempre questo «caso di scuola». Catastrofici forse no, ma vaglielo a dire a quello sventurato che si trovasse a passare nell'«intercomunicante» tra due vagoni (per andare in bagno o alla carrozza ristorante) nel momento in cui il treno si divide in due.
Del resto, ultimamente, sono stati numerosi i casi di «impazzimento tecnologico». Il 21 maggio di quest'anno, alla stazione di Pavia, ben 17 porte su 19 di un «eurostar city» hanno preso ad aprirsi e chiudersi in modo imprevedibile. Risultato: 16 passeggeri ricoverati in ospedale. Il sei giugno, un treno dello stesso tipo, alla stazione di Modena, mandava al pronto soccorso due donne.
Il problema è che le tecnologie aiutano, ma non risolvono tutto. Anche il nuovo sistema di sicurezza Scmt (che permette alla locomotiva di «dialogare» con i sensori collocati sui binari), secondo i ferrovieri presenta ancora parecchi problemi. Il caso potenzialmente più grave si è verificato a Spresiano di Treviso il 3 maggio scorso. Un treno interregionale carico di pendolari si è trovato con tutti i segnali di via libera, a 120-130 kmh, e con un treno merci fermo sullo stesso binario. Il sistema Scmt era inserito, ma c'è stata quella che viene definita una «anomalia di segnali». Solo la presenza del secondo macchinista sull'interregionale ha permesso di «vedere» il pericolo e innestare la frenata rapida.
Già, il secondo macchinista. Proprio quello che Moretti si è prefissato di eliminare, per risparmiare in tutta sicurezza.

20 agosto

Un articolo de "l'Unità" del 20 agosto 2008
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DANTE DE ANGELIS: HO FATTO IL MIO DOVERE
"Incredibile, si è spezzato un treno Etr 500 a Milano Centrale, per fortuna era vuoto. Soppresso l'Eurostar T-biz". Con queste poche parole di un caro collega di Milano venni a sapere del fatto da cui è nata la denuncia per cui sono stato licenziato. In un primo momento la notizia mi era sembrata inverosimile, richiamo Milano per fare alcune verifiche e prendo atto che effettivamente si era spezzato un «mietitrebbia» come alcuni di noi chiamano l'Etr 500 per il suo rumore infernale, a bordo e a terra...leggi tutto...

15 agosto

FERROVIE FEROCI: RILICENZIATO MACCHINISTA/RLS DANTE DE ANGELIS
IL MACCHINSITA E RLS DI ROMA S.LORENZO CHE AVEVA COMMENTATO LO SPEZZAMENTO DEL PRIMO EUROSTAR, ETR 500, AVVENUTO A MILANO CENTRALE IL 14 LUGLIO SCORSO, IPOTIZZANDO L’EVENTUALITÀ DI DIFETTI DI PROGETTAZIONE, CONTROLLO, MANUTENZIONE E RISCHI PER LA SICUREZZA.
Ieri 15 agosto 2008, presentatosi al lavoro, secondo il proprio turno, il capo deposito titolare di Roma S.Lorenzo gli ha annunciato verbalmente che era stato licenziato.
A seguito delle sue rimostranze e della richiesta di una comunicazione formale per iscritto, il funzionario aziendale per tutta risposta ha chiamato la Polfer per allontanarlo dall’impianto; l’azienda, che in questi giorni con un rigurgito di autoritarismo militaresco ha ingiustamente licenziato anche otto operai manutentori di Genova, tenta di neutralizzare il sindacato e di cucire nuovamente la bocca ai delegati alla sicurezza.
Vi sono gravi elementi che inducono a pensare che questo licenziamento sia frutto di un particolare accanimento e di una vera e propria persecuzione, quasi una vendetta personale, da parte dei massimi dirigenti FS sottoposti a procedimenti penali proprio a seguito delle denunce dei RLS.
Dante De Angelis, era stato già licenziato nel marzo 2006 per il rifiuto di usare il pedale dell'omo Morto e poi reintegrato dall'azienda a seguito di una grande mobilitazione sindacale, politica e di opinione pubblica.
Oggi occorre nuovamente mobilitarsi contro i licenziamenti sia di De Angelis che degli otto operai poiché vi e' il rischio concreto di una degenerazione delle nostre condizioni di lavoro si in termini di sicurezza che di libertà.
Sulle cause degli spezzamenti degli Eurostar avvenuti a Milano con i due ETR 500 indagano intanto le procure di Milano e Torino, con particolare riferimento agli organi di aggancio, mentre l’azienda aveva scaricato tutta la colpa sui macchinisti “rei” di aver lasciato inserito l’apparecchiatura SCMT
Che ci sia un problema di progettazione negli ETR 500 l’ha riconosciuto pubblicamente anche l’amministratore delegato di FS spa, Mauro Moretti, ma che ci sia un problema di manutenzione e’ evidente a tutti, poiché è inammissibile che i treni si spezzino a seguito di una frenatura d’emergenza, anche indebita, comandata dall’apparecchiatura (di sicurezza) SCMT.
Invitiamo pertanto a frequentare il nostro blog ed a commentare quest'evento, per sostenere Dante e gli altri, e per dar corpo alle inziative alle quali, insieme, sapremo dar vita.
Scarica e diffondi i documenti relativi alla vicenda di Dante (contestazione, giustificazione, lanci di agenzie e lettera di solidarieta di altri RLS) e leggi l'inchiesta de "L'Espresso" dedicata proprio allo spezzamento degli ETR.
Scarica e diffondi anche il volantino sul licenziamento di Dante.

14 agosto

Riceviamo dalla CUB Trasporti
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Ferrovieri
- GENOVA: GRAVE PROVOCAZIONE NEI CONFRONTI DEI FERROVIERI.
Il licenziamento di otto operai dell’Officina Manutenzione Locomotive di Genova è l’ultimo inquietante atto effettuato dalla dirigenza ferroviaria.
Circa un mese fa due ETR, i fiori all’occhiello della flotta ferroviaria, a distanza di circa una settimana incappavano in una rottura del sistema di aggancio fra vetture: la medesima dirigenza si affrettava ad affermare che le rotture sono avvenute non per problemi di manutenzione, ma per errori dei macchinisti che guidavano i due convogli. Anzi, di fronte a dei comunicati stampa degli RLS che ponevano in dubbio quanto affermato dalla dirigenza, una pesante contestazione disciplinare è sta inviata ad uno di questi, un macchinista di Roma...leggi tutto e scarica il volantino...

13 agosto

Un articolo de "il manifesto" del 13 agosto 2008
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FERROVIE - Timbra per i colleghi. Licenziati in otto. Sindacati in rivolta.
(Sara Farolfi - ROMA)
Quando si dice, più realista del re. Trenitalia ha licenziato in tronco otto dipendenti, scoperti mentre si facevano timbrare il cartellino da un collega. Il fatto è avvenuto lo scorso 14 luglio a Genova, dei licenziamenti ha dato notizia ieri il Corriere mercantile, e ora la Cgil genovese, che parla di «provvedimenti del tutto sproporzionati», annuncia di avere già impugnato i licenziamenti davanti al tribunale del lavoro.
Si tratta di otto addetti alla riparazione motori (cinque operai specializzati e tre apprendisti a tempo determinato). Secondo la ricostruzione dei colleghi e del sindacato, il 14 luglio scorso, terminato il normale turno di lavoro (dalle 8 alle 16) nel quartiere genovese di san Fruttuoso, accettano di fermarsi per un intervento di manutenzione fuori programma. «Fino alle 18, come risulta dal verbale di riconsegna del locomotore riparato», è la ricostruzione di Fabrizio Castellani della Filt Cgil di Genova. E' a quel punto che sette di loro, decidono di lasciare i tesserini al collega con l'incarico di timbrarli. Una manciata di minuti prima della fine regolare dell'orario di lavoro - dicono loro - per correre negli spogliatoi e riuscire a prendere il treno di ritorno a casa. Il tutto cade però sotto gli occhi del caporeparto che seduta stante sequestra i tesserini e avvisa la direzione Trenitalia. Ieri, la notizia degli otto licenziamenti. In tronco.
Secondo le Ferrovie, «la grave violazione accertata rappresenta una palese rottura del rapporto di fiducia che deve intercorrere tra datore di lavoro e dipendente», ragione per cui «l'azienda ha provveduto, in conformità con il contratto, ad adottare la sanzione disciplinare prevista». Ma la Filt genovese annunciaNo all'Agente Solo di avere già impugnato i licenziamenti davanti al tribunale del lavoro. «Gli otto ferrovieri hanno commesso una leggerezza, ma il provvedimento è del tutto sproporzionato», spiega Castellani: «Per una cosa di questo genere il contratto prevede una sanzione che, se applicata con durezza, può raggiungere al massimo i 5 o 6 giorni di sospensione». «I lavoratori colpiti dal provvedimento non hanno compiuto alcuna frode - aggiunge la Fit Cisl - perchè l'emolumento per la prestazione straordinaria è legato alla certificazione della consegna dei locomotori riparati e non all'orario riportato sul cartellino timbrato».
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Un nostro commento
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A Genova (e poi, dove?) licenziamenti ad orologeria.
Scriviamo mentre la stampa - con poche eccezioni - gongola ed addita - col plauso di molti lettori (basta frequentare gli appositi forum creati in internet) gli otto ferrovieri di Genova praticamente come esempi da aborrire e, quindi, da usare come monito verso tutti gli altri. Insomma, colpirne otto per licenziarne 100 e passa! A rendere la situazione ancor più surreale ci sono gli interventi degli incauti sindacalisti, spintisi a condannare - di fatto, rivelando come incontestabile l'evento che ha scatenato i licenziamenti - i lavoratori ma chiedendo per loro, nel contempo, la "clemenza del padrone".
In questo mondo capovolto, in questa Italia sommersa dalle false emergenze fattesi norma e senso comune, nessuno deve salvarsi dagli strali di chi prima determina le condizioni del lavoro non su basi di civiltà (meno rischi, meno fatica, meno dolore) ma traguardando gli interessi estremi, che disegnano un'economia tornata a connotarsi di caratteri pre-novecenteschi, nella quale riconquistano il loro spazio-speranza anche i piccoli scuscià, rigorosamente rom.
Da questo quadro non poteva che conseguire la risposta sindacale (per tornare ai nostri otto "sommersi") che in molti s'aspettavano: quasi un senso di vergogna, non la riflessione su cosa saremo (siamo) costretti a diventare se non sapremo darci completamente alle esigenze della propaganda politica che, alle pagine dei giornali ed alle tivù lascia che si plasmino modelli nei quali staremo stretti anche se timbreremo il nostro giornaliero cartellino un'ora dopo l'ora fissata dal contratto di lavoro!
Cosicchè stare dalla parte dei lavoratori diventa l'onta della collusione o, peggio, dell'istigazione a delinquere! Correremo questo rischio. E voi? Ditelo al nostro blog!

9 agosto

SICUREZZA E MANUTENZIONE
Un articolo de "il manifesto" del 9 agosto 2008
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La denuncia di 15 delegati per la sicurezza, in una lettera al ministro dei trasporti, all'azienda e ai sindacati.
E tre. Ancora un treno (merci, questa volta) che si spezza come un grissino. Il terzo, in un mese. Non in stazione, come accaduto per due volte a Milano il 14 e il 22 luglio scorsi, ma nel mezzo di una galleria nei pressi di Salerno. Il fatto, che risale al 29 luglio scorso, è stato denunciato ieri da 15 rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls), in una lettera indirizzata al ministro dei trasporti, Altero Matteoli, all'amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti e ai sindacati.
Il 14 e il 22 luglio scorso a spezzarsi, a Milano, erano stati sempre due Eurostar (vuoti), nel breve tragitto che porta dai binari della stazione centrale a una vicina officina. Le polemiche erano state accese: i ferrovieri e i sindacati di base a denunciare il cattivo funzionamento dei treni, e le Fs a puntare il dito contro «la mancata osservanza delle procedure operative da parte del personale», e a ribadire comunque che fatti del genere mai sarebbero potuti avvenire in marcia. Invece, il treno che si è spezzato il 29 luglio era in marcia eccome. Fortunatamente, grazie al cosiddetto 'freno continuo', le due parti si sono fermate automaticamente, bloccando solo la circolazione e senza conseguenze sulla sicurezza. «Negli ultimi mesi - scrivono i delegati nella lettera - abbiamo segnalato all'azienda diversi problemi riguardanti gli Etr e relativi anche a manutenzione, controlli e usura. Non abbiamo ricevuto ancora alcuna chiamata dai vertici». Dopo la denuncia dei due episodi milanesi da parte dei delegati dell'Assemblea nazionale dei ferrovieri (appartenenti diverse sigle sindacali), Trenitalia aveva minacciato querele. Qualche giorno più tardi una contestazione disciplinare è arrivata a Dante De Angelis, macchinista e rls. Un atto «che ha il sapore di un gesto intimidatorio nei confronti di chi si è fatto portavoce delle preoccupazioni di tutti noi», scrivono i delegati: «Come lavoratori e delegati abbiamo il dovere di vagliare ogni ipotesi, anche quella dell'usura o del deficit di manutenzione e progettazione. Si parla tanto di sicurezza sui treni e sul lavoro, ma abbiamo la sensazione che chi sui treni non ci lavora non abbia la percezione delle reali condizioni in cui sono».
La responsabilità - dicono - non può essere sempre addebitata all'errore umano dell'ultimo operatore. «E' della cabina di comando, dal momento che gli Etr 500 possiedono comandi completamente elettronici, ed è inaccettabile che, anche in presenza di un errore di manovra o una disattenzione, possa accadere quello che è successo». «Nè possiamo accettare - concludono - che invece di prendere in seria considerazione le segnalazioni degli rls, la risposta aziendale resti elusiva nel merito e minacciosa nel metodo». E sempre a proposito di ferrovie, ieri si è verificato un altro fatto inquietante. Un operaio di 37 anni è rimasto gravemente ferito in un'azienda siderurgica a Potenza, investito da un convoglio merci fuori controllo che ha imboccato l'ingresso dello stabilimento siderurgico, finendo su alcuni vagoni fermi nel piazzale dell'azienda.
(Sara Farolfi)

8 agosto

SICUREZZA E MANUTENZIONE. 15 RLS SCRIVONO AL MINISTRO, A MORETTI E AI SINDACATI:
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Al Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli (fax 06.44124346)
All’AD delle FS, Mauro Moretti (fax 06.44104658)
P.zza della Croce Rossa, 1
00161 Roma E, p.c. Alle Segreterie nazionali
Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fast, Orsa CUb, SdL
Onorevole Ministro, egregio amministratore delegato,
siamo un gruppo di lavoratori di Trenitalia, Rappresentanti per la Sicurezza, (RLS) giunti alla determinazione di scriverVi a seguito dei numerosi e gravi inconvenienti avvenuti negli ultimi mesi che hanno evidenziato seri problemi di sicurezza nel trasporto ferroviario.
Una delle questioni più spinose resta quella delle “porte killer” dei treni che continuano a causare incidenti, spesso con danni alle persone, qualche volta, purtroppo, addirittura con esiti tragici per i viaggiatori e ferrovieri.
Altro tema rilevante è la situazione degli ETR, interessati recentemente da inconvenienti potenzialmente molto gravi, come la perdita del tetto di una locomotiva in velocità al treno 9437 sulla direttissima Roma Firenze il 5 aprile scorso, la vicenda dell'Eurostar 9427 Milano-Roma spezzatosi in due tronconi la mattina del 14 luglio pochi minuti prima di entrare in servizio e quella, del tutto analoga, dell’Eurostar 9452 la sera del 22, subito dopo la fine del servizio. Fatti che solo per circostanze fortuite non hanno causato conseguenze ben più gravi.
La mattina del 29 luglio, in galleria nei pressi di Salerno si è spezzato ancora un treno, fortunatamente merci. Seppur le due parti grazie al “freno continuo” si sono fermate autonomamente bloccando “solo” la circolazione, senza compromettere la sicurezza, si è dimostrato che - contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’azienda a seguito degli episodi di Milano - i treni possono purtroppo spezzarsi anche in marcia in presenza di sollecitazioni improprie e problemi agli organi di aggancio e/o del freno.
Negli ultimi mesi, abbiamo messo in evidenza e segnalato all'azienda, a tutti i livelli, dall'amministratore delegato ai dirigenti territoriali, questi problemi riguardanti gli Etr e relativi anche a manutenzione, controlli sulla manutenzione e usura. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto alcuna chiamata dai vertici aziendali, ma confidiamo che nei prossimi giorni ci spieghino cosa sta succedendo a questi treni che, utilizzati al massimo del servizio, sono oltremodo sfruttati e necessiterebbero quindi di un supplemento di attenzione.
L'ultima volta che siamo riusciti a strappare con i denti una riunione su questi temi con i dirigenti, infatti, è stato per una serie di incidenti ai motori ed agli organi meccanici dei pendolini 480; ma solo a seguito dell’iniziativa di autotutela di riduzione di velocità e dell’intervento dell’Autorità Giudiziaria.
Con riferimento agli ETR spezzati nella stazione di Milano non possiamo accettare che la responsabilità sia scaricata, come al solito, su un errore umano dell'ultimo operatore, cioè il macchinista. Essa è della cabina di comando e di responsabilità poiché gli Etr 500 possiedono comandi completamente elettronici ed è inaccettabile che, anche in presenza di un errore di manovra o una disattenzione, possa accadere quello che è successo: lo affermiamo sulla base della nostra conoscenza diretta del lavoro sui treni. Noi abbiamo il dovere di vagliare ogni ipotesi anche quella dell’usura o del deficit di manutenzione o di progettazione. Se come dichiarato dall’azienda, l’unica causa sarebbe stata la frenatura d’urgenza comandata dall’apparecchiatura di sicurezza SCMT della locomotiva di coda si porrebbero inquietanti interrogativi sulla funzione stessa di queste nuove apparecchiature inserite su treni già in esercizio senza verificarne preventivamente la compatibilità.
C'è amarezza nella categoria perché si parla tanto di sicurezza sui treni e sul lavoro, ma abbiamo la sensazione che chi sui treni non ci lavora, non abbia la percezione della reali condizioni in cui sono. Noi cerchiamo sempre prima un approccio collaborativo con l'azienda, ma quando i dirigenti non rispondono alle nostre richieste, siamo costretti a fare segnalazioni agli Organismi di vigilanza, alle procure e all'opinione pubblica, come è avvenuto per le 'porte killer'.
In ogni caso non possiamo tollerare che, invece di prendere in seria considerazione le segnalazioni dei RLS ed affrontare i problemi, la risposta aziendale sia elusiva nel merito e minacciosa nel metodo. Anche tenuto conto dell’incomprensibile rinvio a data da destinarsi dell’incontro sindacale programmato proprio sul tema dei treni spezzati.
La contestazione disciplinare emessa per le dichiarazioni del RLS riguardo agli spezzamenti degli ETR a Milano, ha tutto il sapore di un atto intimidatorio nei confronti di chi si è solo fatto portavoce del pensiero e delle convinzioni di tutti noi, così pure come quelle emesse a carico dei ferrovieri che hanno richiesto la riparazione del “controllo porte chiuse” prima della partenza.
Facciamo appello a Voi affinché possa aprirsi con i RLS, anche in Trenitalia, un dialogo costruttivo, nel rispetto dei ruoli e nell’interesse della sicurezza dei lavoratori e degli utenti di un servizio pubblico di interesse generale quale è il nostro.
Roma, 8 agosto 2008
Distinti saluti
Per i Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori:
Maurizio Barsella, Filippo Cufari, Fabio Della Lunga, Roberto De Paolis, Roberto Favretto, Maurizio Giuntini, Domenico Lo Parco, Roberto Manetti, Marco Mennitti, Agostino Nicoletta, Riccardo Panieri, Giovanni Papi, Alessandro Pellegatta, Giuseppe Pinto, Roberto Santi.

...e questa è la risposta di FS spa...
FERROVIE: FS, EPISODIO TRENO MERCI NON ASSOCIABILE A INCIDENTI EUROSTAR
Roma, 8 ago. - (Adnkronos) - «Il caso citato dagli Rls non ha alcun riferimento tecnico con gli episodi che hanno interessato 2 Etr 500 nelle settimane scorse. Anche questo caso, tuttavia, ha messo in evidenza l'efficacia del sistema del freno continuo che blocca entrambe le sezioni del treno in piena sicurezza». Lo precisano le Fs in una nota in cui aggiungono che «non essendo i due episodi associabili fra loro in alcun modo diffidano chiunque volesse utilizzare il caso per eventuali strumentalizzazioni». Adnkronos) 08-AGO-08 18:22

8 agosto (2)

Repubblica Ceca, sette morti in un incidente ferroviario
PRAGA - Grave incidente ferroviario nella Repubblica Ceca: il deragliamento di un treno su un ponte crollato ha causato la morte di almeno sette passeggeri e il ferimento di un centinaio. La sciagura è avvenuta a Studenka, a 350 chilometri da Praga, vicino al confine con la Polonia. L'EuroCity era partito da Cracovia ed era diretto nella capitale ceca.
Il treno internazionale ha investito le macerie del ponte crollato sui binari ad una velocità di 140 chilometri orari, ha riferito un portavoce delle ferrovie ceche. La polizia locale ha parlato "di un disastro": per il violento impatto sono deragliati la locomotiva e tre carrozze. Il bilancio della sciagura è ancora provvisorio: "Ci sono molti feriti" ha detto David Pridal, dei vigili del fuoco "e anche dei morti ma non abbiamo ancora una stima precisa: i nostri uomini stanno concentrando tutti gli sforzi per liberare i feriti".
(fonte: repubblica.it)
Guarda le foto dell'incidente)

8 agosto (3)

INCIDENTE FERROVIARIO IN FABBRICA, UN FERITO GRAVE.
Potenza, 8 ago. - (Adnkronos) - Un serio incidente ferroviario si è verificato stamane alla Ferriera di Potenza, grande stabilimento metalmeccanico. Secondo le prime informazioni, un treno in transito interno ha superato la zona di fermata ed è finito contro altri vagoni in sosta. Una persona è rimasta ferita ed è in gravi condizioni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale. (Adnkronos) 08-AGO-08 12:04

4 agosto

ETR SPEZZATI: CONTESTAZIONE DISCIPLINARE AL RLS CHE HA SEGNALATO IL PRIMO
Roma, 4 agosto 2008 – Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Cosi le Ferrovie invece di preoccuparsi del perché accadano gli incidenti e fare di tutto per prevenirli, preferiscono intimidire e punire i lavoratori che sollevano le questioni e, in particolare, i RLS che, preoccupati per la sicurezza di viaggiatori e dei ferrovieri, informano su simili fatti. Trenitalia ha inviato una contestazione disciplinare a Dante De Angelis, macchinista e RLS, in cui lo si accusa di aver detto cose “contrarie a verità” di aver“procurato allarme”, gettato “grave discredito sulla Società e la sua dirigenza” e procurato “gravi danni per cui la società si riserva di agire”, per aver segnalato il primo episodio di spezzamento dell’ETR 500 n° 1 al treno 9427, avvenuto a Milano il 14 luglio scorso mentre usciva dal deposito.
Nonostante dopo pochi giorni un episodio analogo si sia ripetuto sempre con un ETR 500, stavolta del treno 9452 mentre rientrava in Officina, e L’ad del gruppo, Mauro Moretti avesse pubblicamente riconosciuto l’esistenza di un “difetto di progettazione”, Trenitalia prosegue imperterrita nella sua politica repressiva.
Una contestazione del tutto destituita di fondamento, finalizzata a tacitare ogni voce che chiede conto di come e cosa si fa per mantenere la sicurezza dei treni.
Trenitalia si trincera dietro “l’errore umano commesso dai macchinisti”, e grida addirittura all’azione dolosa come se una banale dimenticanza dell’apparecchiatura SCMT, che ha fatto frenare il treno perché lasciata accesa e inserita, potesse essere la causa dell’incidente.
Lo spezzamento di un convoglio avviene a seguito di sollecitazioni improprie derivanti dalla combinazione di condizioni di frenatura, modalità degli agganci - che sugli ETR dovrebbero avere tutti ben serrati - stato degli organi meccanici (respingenti, tenditori, organi elastici di repulsione, ecc) che dovrebbero essere tutti sotto stretto controllo, poiché ad alta velocità e subiscono sollecitazioni più intense.
Nel frattempo il 29 luglio scorso un altro treno, il merci 58322 alle sei del mattino si è spezzato sotto la galleria S. Lucia presso Salerno per una normale frenatura.

22 luglio (3)

Si spezza un altro Eurostar. Secondo incidente in pochi giorni.
Milano, 22 luglio 2008 - Questa notte ancora un Eurostar, il treno 9452, si è spezzato. E' successo sempre a Milano nel tragitto dalla stazione alle officine. La dinamica sembra la stessa dell`incidente di pochi giorni fa (quello dello scorso 14 luglio). Il gancio di un Palermo-Milano arrivato a mezzanotte e 5 minuti, ormai senza passeggeri a bordo e diretto dalla stazione Centrale al deposito Martesana, si è spezzato tra il vagone 9 e il 10 dopo che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe scattato il freno di emergenza nella locomotiva di coda per cause ancora da accertare. A riferirlo è Ezio Gallori della rivista dei macchinisti 'Ancora in Marcia' e leader storico dei macchinisti.
"Non è possibile che in così breve tempo si siano verificati due incidenti potenzialmente così gravi; le preoccupazioni espresse pochi giorni fa dai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza erano evidentemente fondate e le Ferrovie dovrebbero prenderle seriamente in considerazione, anziché minacciare quei lavoratori che, preoccupati per la sicurezza di viaggiatori e ferrovieri, informano su simili fatti".
In questo momento precisa Gallori "mi risulta che è in corso una riunione tra il dirigente del Trasporto passeggeri e le organizzazioni sindacali della Lombardia. Mi auguro che i sindacati sappiano prendere tutte le misure del caso e non tentino di far passare in sordina quanto sta accadendo".
Ma le Ferrovie dello Stato forniscono la loro versione: ''Il fatto, del tutto analogo a quello dello scorso 14 luglio, è avvenuto anche questa volta per una mancata osservanza delle procedure operative da parte del personale che, in partenza verso il deposito, ha attivato il dispositivo di sicurezza sulla locomotiva di coda mentre quella in testa iniziava a tirare''.
L'azienda, pertanto, fa sapere che ''questo non avrebbe mai potuto accadere in marcia e niente ha a che vedere con l'usura dei materiali''. In ogni caso, ''Trenitalia ha avviato, assieme alle normali inchieste tecniche, una indagine conoscitiva per verificare eventuali comportamenti dolosi''. ''Le Ferrovie - conclude la nota - diffidano chiunque dal fornire interpretazioni false e tendenziose rispetto all'episodio accaduto stanotte a Milano Centrale''.
(fonte: ilgiorno.ilsole24ore.com)

22 luglio (2)

Cominicato stampa dall'OrSA Toscana
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Assolti con formula piena dal Tribunale di Lucca i ferrovieri toscani
accusati di interruzione di Pubblico Servizio.

Dopo quattro anni e mezzo e dopo 5 udienze si è concluso il processo dei Ferrovieri accusati di interruzione di pubblico servizio. Difesi dagli avvocati Emanuela Manini e Luca Righi, sono stati assolti  perché “Il fatto non sussiste”

La vicenda inizia nel 2003, quando il procuratore di Lucca, Dott. Quattrocchi, commissiona alla Polizia ferroviaria un’indagine sui ritardi dei treni nella linea Firenze - Lucca - Viareggio. Dopo un enorme lavoro della polizia, che mette insieme un fascicolo di circa 1500 pagine, emerge che, da settembre 2003 a gennaio 2004, i treni con ritardo pari o maggiore a 15 minuti sono 960. Trenitalia fornisce alla Polfer i nominativi di sei lavoratori (iscritti all’OrSA) i quali, seguendo iniziative comportamentali indicate dal sindacato e legate anche alla sicurezza sui treni, erano indirettamente coinvolti nei ritardi di 5 (cinque) dei quasi mille treni “ritardatari”.
I giornali danno ampio spazio alla notizia e i sei ferrovieri, senza nemmeno essere sentiti, ricevono dal Tribunale di Lucca dei “Decreti di condanna Penale” per “interruzione di pubblico servizio“, con pene variabili da due a quattro mesi di reclusione. I lavoratori impugnano la condanna e ricorrono assistiti dai legali messi a disposizione dal sindacato OrSA   
Nell’ambito del successivo processo ordinario, prima viene integralmente riformulato il capo d’imputazione, perché troppo generico, poi escono dal processo tre dei sei ferrovieri, poiché il Tribunale di Lucca è chiaramente incompetente per territorio in quanto i fatti da cui discendeva l’accusa si erano svolti a Firenze.
Il processo va avanti per gli altri tre ferrovieri.
Il 21 luglio, finalmente, dopo quasi 5 anni e 5 udienze, è arrivata l’assoluzione con formula piena: “perché il fatto non sussiste”. Ciò che colpisce è che la richiesta di assoluzione, seppur con formula meno ampia, arriva anche dal P.M., cioè dallo stesso “ufficio” che li aveva frettolosamente inquisiti e condannati. “Questa sentenza- commenta il portavoce del sindacato OrSA Ferrovie- non fa che confermare quanto la nostra organizzazione asserisce da tempo e cioè che le  forme comportamentali a supporto della  sicurezza del Trasporto Ferroviario, non possono essere oggetto di condanna proprio perché attuate  in virtù di un pubblico interesse. Macchinisti e Capitreno sono ingiustamente i più esposti alle contestazioni Aziendali per via del loro contatto diretto con la clientela anche se, è bene ricordarlo, le iniziative intraprese sono sempre state attuate per il mantenimento degli standard di sicurezza a garanzia dell’incolumità dei lavoratori e dei viaggiatori”.
Quello che è certo è che nessuna spiegazione, né  responsabilità è stata ricercata sui restanti 955 treni in ritardo, pur a fronte di un significativo impiego di risorse pubbliche, sia per le indagini, che per oltre 4 anni di processo. Un processo che, secondo gli esperti, non aveva i presupposti nemmenoper iniziare. 

La Segreteria Regionale - OrSA  Toscana

22 luglio

ETR SPEZZATO CONTESTATE DICHIARAZIONI DI NASSO (CGIL)
"Alla Segreteria Filt-Cgil
Sono indignato come cittadino, ferroviere ed iscritto, per quanto dichiarato dal Segretario Nasso.
In base a quali conoscenze ed a quali dati fa certe affermazioni? Se l'incidente fosse avvenuto con i passeggeri a bordo (cosa possibilissima) e magari qualcuno si trovava a passare nell'intercomunicante, cosa sarebbe successo?
O forse il Segretario Nasso non ritiene importanti le possibili e gravi conseguenze che ci sarebbero potute essere?
Cosa intende lui per sicurezza? Forse ora si capisce perchè la CGIL, come del resto, purtroppo, gli altri sindacati, non contrasta con tutte le sue forze l'agente solo! Per lei la sicurezza è un'altra cosa rispetto a come la intende chi sui treni ci lavora!
Roberto Grosso, Macchinista FS
"
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"L'ultimo caso, quello dell'Etr spezzato in due, è un preoccupante campanello d'allarme per il senatore Pd Luigi Vimercati, segretario della commissione lavori pubblici e trasporti a Palazzo Madama: «La persistente crisi di ruolo e di prospettive delle Fs si sta manifestando pericolosamente anche con un allarmante abbassamento degli standard manutentivi». Curiosamente, minimizza il neo segretario generale della Filt-Cgil, Franco Nasso: «Si è trattato di un inconveniente che non avrebbe potuto avere conseguenze in termini di sicurezza». (il anifesto del 19/7/2008)

18 luglio

SFIORATO DISASTRO, ETR 500 9427 MILANO-ROMA SI SPEZZA IN DUE
Roma, 18 luglio 2008 – Un episodio gravissimo, che sarebbe stato un disastro se lo spezzamento del convoglio fosse avvenuto pochi minuti dopo, in linea, ad alta velocità e carico di viaggiatori. Il grave inconveniente è avvenuto a Milano la mattina del 14 luglio scorso e di cui solo oggi sono trapelate notizie più precise. Poco prima della partenza del treno Eurostar 9427, Milano Roma delle 7,00 durante lo spostamento tra l’officina della Martesana e la stazione Centrale l’ETR 500 si è spezzato in due tronconi tra le carrozze 11 e 12 di seconda classe. Con tutta probabilità la causa sarebbe da attribuire ad usura o inadeguatezza manutentiva dei materiali del gancio. Fortunatamente il fatto è avvenuto a bassa velocità, con il treno vuoto con la sola conseguenza di ritardi e soppressioni di corse per Roma; questo però non deve sminuirne la gravità, poiché dopo solo pochi minuti lo stesso treno sarebbe stato in marcia pieno di viaggiatori. Le due parti di treno, locomotiva e carrozza 11 da una parte e seconda locomotiva e le rimanenti 11 carrozze dall’altra, si sarebbero comunque fermate autonomamente ma con conseguenze potenzialmente tragiche per i viaggiatori presenti sulle due carrozze interessate. Questo nuovo episodio, in apparenza inspiegabile, ci preoccupa moltissimo perché si aggiunge ad una lunga serie di guasti altrettanto gravi che riguardano la stessa famiglia di treni e denota pesanti lacune nella manutenzione e nei controlli con evidenti responsabilità nella catena di comando delle FS. Il 5 aprile scorso nei pressi di Roma, uno di questi convogli, il 9437, Milano-Roma delle ore 12, a 250 Km/h, perse il tetto rischiando l’impatto con i treni provenienti in senso opposto ed il loro deragliamento. Il 28 maggio scorso, ancora nei pressi di Roma, si spalancò una porta in corsa al 9304, t-biz Roma Milano delle 18 e 02, mentre viaggiava a 220 Km/h, senza che le apparecchiature lo segnalassero in cabina al macchinista.
...I DELEGATI ALLA SICUREZZA: BASTA DARE COLPE A MACCHINISTI!
(ANSA) - ROMA, 18 LUG - "Non accettiamo più una visione degli incidenti per cui è sempre l'errore umano dell'ultimo
operatore a causarli": Dante De Angelis, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dei macchinisti dell'Assemblea dei ferrovieri, replica così alle spiegazioni date dalle Ferrovie dello Stato circa l'Eurostar che si è "spezzato" in due tronconi mentre, vuoto, era diretto alla stazione di Milano Centrale. "Non possiamo tollerare che si accusi il macchinista, poiché il treno - dice - è ad azionamento elettronico e non possono esserci errori di manovra. Con ogni probabilità si è trattato di un difetto strutturale o di invecchiamento o indebolimento del gancio: l'automazione elettronica di cui sono dotati gli Etr non consente al macchinista di sbagliare. E se e errore umano c'é stato, è di chi ha sbagliato a progettare o a programmare e controllare la manutenzione. A questo punto chiederemo all'autorità giudiziaria di accertare quale sia la verità. Siamo costretti a denunciare questi episodi dal silenzio dei funzionari aziendali con i quali abbiamo tentato un approccio costruttivo per difendere la nostra sicurezza e quella dei viaggiatori". De Angelis ha anche detto che l'Etr 500 che ha "perso" alcuni vagoni è "il numero uno, cioé il primo costruito, che è stato restaurato negli arredi, verniciatura e software, ma ristrutturato soprattutto nell'aspetto estetico e modificato per l'alta velocità".(ANSA).

17 luglio

Modifiche al D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66 "Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti della organizzazione dell'orario di lavoro"
Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 - "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria" (G.U. n. 147 del 25 giugno 2008 - Suppl. Ordinario n.152/L)

Sull'argomento, proponiamo una sintesi a cura della Provincia di Milano ed il testo del DL con evidenziate in rosso le modifiche, a cura della FILCAMS-CGIL.

Per i ferrovieri, un invito alla lettura della circolare del 10 luglio 2008, avente per oggetto:
"Prestazioni svolte in coincidenza di intervalli abbinati al riposo settimanale programmato - Computo delle giornate di ferie abbinate al riposo settimanale".

14 luglio

Ferrovieri: sfiorato scontro alla stazione di Pomezia
ROMA - “Ancora una volta solo l’attenzione e la prontezza di riflessi dei due macchinisti alla guida hanno evitato la collisione dell’espresso 806, Napoli-Torino, e il cantiere di lavoro presente nella stazione di Pomezia Santa Palomba, sulla linea Roma Napoli, alle porte di Roma”. E’ quanto annuncia un una nota la redazione della storica rivista autogestita dai macchinisti 'Ancora In Marcia!' riguardo il mancato incidente avvenuto nella notte tra il 4 e 5 luglio scorso. “Solo ora- proseguono i macchinisti- siamo venuti a conoscenza dei dettagli di questo ennesimo incidente rimasto fortunatamente senza conseguenze".
"La sera del 4 luglio- ricostruiscono i ferrovieri- l’espresso 806, partito da Napoli alle 21,06 e diretto a Torino, in arrivo a Pomezia, veniva ricevuto su un binario interrotto. Nonostante la presenza su quel tratto di linea di sistemi e apparecchiature di 'sicurezza' di ultima generazione (SCMT associato alla Ripetizione segnali) il treno si fermava a soli 20 metri dal cantiere. La presenza a bordo di due macchinisti ha sopperito al 'buco' tecnologico delle apparecchiature che in questo caso non hanno funzionato. Il treno è poi ripartito con circa due ore di ritardo con lievi danni alla locomotiva".
"Richiamiamo l’importanza– sottolineano i ferrovieri- dell’equipaggio a doppio macchinista che in Italia ha sempre garantito standard di sicurezza ferroviaria elevatissimi rispetto agli altri paesi Europei dove i treni sono guidati da un solo macchinista. Alla neonata Agenzia per la Sicurezza delle ferrovie (ANSF) e all’ingegnere Alberto Chiovelli– conclude la nota- facciamo appello affinché impedisca che attraverso la riduzione del costo del lavoro nelle ferrovie si abbia una drastica riduzione degli standard di sicurezza, conseguenti alla modifica degli equipaggi, alla reintroduzione del pedale dell’Uomo Morto ma anche al proliferare di cantieri in appalto e subappalto su tutta la rete Fs”.
(fonte: dire.it)

7 luglio (2)

Dopo la sentenza della Cassazione, la disponibilità è da considerarsi illegale.
O no?

 Come ricorderete, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, il 21 maggio u.s., ha emesso una sentenza n. 12962 con la quale, in buona sostanza, è stato riconosciuto ai lavoratori (in questo caso trattavasi di conduttori della s.p.a. Sepsa, esercente pubblici servizi di trasporto) il diritto a conoscere con largo anticipo il turno di servizio in modo da potere godere appieno del proprio tempo libero (non lavoro).
La sentenza, in alcuni passaggi, viene argomentata con riferimenti che molti lavoratori, purtroppo, spesso evitano di citare per non apparire "demodè", tipo "...il tempo libero ha una specifica importanza stante il rilievo sociale che assume lo svolgimento di attività sportive, ricreative, culturali, sociali, politiche, scolastiche ecc., o anche di un secondo lavoro, nel caso in cui non sia prevista una clausola di esclusiva...".
Pertanto, da un'attenta lettura della sentenza, si deduce chiaramente che la disponibilità che non consente di conoscere il proprio turno di lavoro con largo anticipo, è illegale se è vero (com'è vero) che una sua inadeguata applicazione lede l'art. 32 della Costituzione Italiana ("...La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti...).
Allora, se la disponibilità è (o parrebbe?) illegale, cosa si aspetta a pretenderne l'abolizione agendo, se necessario,
anche in sede legale?

7 luglio

Mamma, mi sono ripreso l'Uomo Morto!
Con la direttiva del 30 giugno 2008 il direttore dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF) ha praticamente reintrodotto l'utilizzo dell'Uomo Morto sui treni, dal 1 luglio 2009.
Nella direttiva si chiarisce (sic!) che, in verità, questa reintroduzione sarebbe dovuta avvenire già dal 1 luglio 2008, come da direttiva ministeriale n° DG4/Div5 0044725 del 20.10.2006 ma lo slittamento s'è reso necessario per consentire alle imprese ferroviarie il pieno rispetto delle indicazioni/prescrizioni ASL.
Oggi è chiaro, quindi, che  la "dissociabilità" del VACMA era parte integrante di un periodo transitorio che -  secondo quanto le oo.ss. hanno affermato nella loro comunicazione del 25 giugno 2008 seguita all'incontro con CHIOVELLI - il risultato della dura battaglia contro il VACMA è servita al raggiungimento di un "...equilibrio transitorio che tuttavia è garante di una efficace governabilità del conflitto che ha coinvolto più attori sindacali, datoriali e istituzionali...".
Secondo l'ANSF sarebbe prossima (?) la definizione di una STI (Specifiche Tecniche di Interoperabilità) che estenda anche al traffico convenzionale l'obbligo del "pedale" da pigiare almeno ogni 30'', così come stabilito dalla Fiche UIC 641-O del febbraio 2001.
Così, appena le imprese avranno risolto le criticità in materia di salute e sicurezza del lavoro  (col consenso quasi certo delle ASL - e del coordinamento tecnico delle regioni - già in parte manifestato in occasione del convegno del 18 settembre 2007 presso l'Università di Urbino), potrà essere introdotto quell'Uomo Morto che tanto abbiamo osteggiato.
Perchè allora, questo silenzio sindacale così assordante?
Poichè in questi giorni si torna a parlare di Agente Solo e del "possibilismo" sindacale, c'è da temere che l'accettazione, da parte sindacale, di tale modulo di condotta al quale sono storicamente contrari i macchinisti rappresenti quel già sentito refrain "..l'Europa ce lo impone...", che poi è un falso ma serve per giustificare un atteggiamento compiacente se non complice! E non sembri un semplice pessimismo di maniera, se è vero (come è vero) che già alcuni autorevoli rappresentanti sindacali vanno affermando che "...Le due ipotesi in campo, entrambe azzardate, anche se con diverso grado avventuristico, sono o resistere e perdere in maniera, a parere non solo mio, definitiva o dire "bene, siamo pronti a discutere ma non siamo intenzionati a regalare nulla"..." magari senza esporsi troppo ma, messa così, si può gia intuire dove il sindacato andrà a parare..!
Invitiamo tutti i macchinisti a leggere bene la direttiva del 30 giugno 2008 dell'ANSF che, per l'occasione, abbiamo pubblicato evidenziando i passaggi che abbiamo ritenuto più significativi, con i link alle norme citate.
Svegliamoci!!

5 luglio (2)

SOPPRESSIONI PER GUASTO 'BLOCCO PORTE' RSU-RLS, DENUNCIANO PRESSIONI AZIENDALI. CONTINUANO LE SOPPRESSIONI DEI TRENI. INVECE DI RIPARARRE I GUASTI EMETTONO M40 PER OBBLIGARE CAPITRENO E MACCHINISTI A PARTIRE SENZA BLOCCO PORTE.
IL 'CONTROLLO PORTE CHIUSE' E' UN PRESIDIO DI SICUREZZA: SE MANCA NON SI PARTE, PRIMA SI RIPARA.

Firenze, 5 luglio 2008 - "Sono troppi gli infortuni accaduti a viaggiatori e ferrovieri per questo non possiamo far finta di nulla né possiamo subire in silenzio le pressioni e le velate minacce dei dirigenti di Trenitalia. Di fronte alle morti ed alle mutilazioni già avvenute a causa delle "porte killer" dei treni, abbiamo il dovere di rispettare col massimo rigore tutte le norme di sicurezza". E' quanto si legge in una nota dei delegati RSU-RLS dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, organismo trasversale con iscritti a tutte le sigle, in merito alle ultime soppressioni avvenute questa mattina, per due treni regionali, il 11816 delle 6,19 tra Lucca e Viareggio e il 3045 delle 8,39 che collega Lucca a Firenze. "La causa della cancellazione di questi treni, ma anche di molti altri nei giorni scorsi - proseguono i delegati - è il guasto al dispositivo di sicurezza per il 'controllo porte chiuse' che per noi è un elemento irrinunciabile. Il controllo delle porte dei treni, sui convogli dove questo è installato - spiega Dante De Angelis, Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori e macchinista - avviene mediante un semplice circuito elettrico che segnala al macchinista in cabina di guida, con una spia verde, la regolare posizione di tutte le porte durante il viaggio; nel caso venisse a mancare il macchinista è tenuto a fermare immediatamente il treno, in caso di ulteriori pressioni sui lavoratori non esiteremo a rivolgerci all'Autorità Giudiziaria. Il direttore del trasporto regionale della Toscana, Francesco Cioffi - continua la nota dell'Assemblea Nazionale - dovrebbe occuparsi maggiormente della manutenzione di tutti i treni invece di indurre con ordini minacciosi i ferrovieri a partire anche con dispositivi di sicurezza guasti, perché ciò, alla luce della tragica esperienza, rappresenta un vero e proprio attentato all'incolumità delle persone: quattro morti solo nell'anno 2007, viaggiatori e ferrovieri mutilati e feriti, decine di incidenti evitati fortuitamente. In totale più di 800 infortuni in due anni ne fanno la maggiore causa di incidentalità delle Fs". Tra l'altro, nei mesi scorsi tre dirigenti nazionali delle FS sono stati condannati dal Tribunale di Prato per un incidente mortale avvenuto ad una viaggiatrice a causa di una porta non bloccata, un altro è sotto processo a Piacenza per l'amputazione di una gamba al capotreno Antonio Di Luccio; di ieri è la notizia dell'incriminazione, sempre di dirigenti FS, da parte della Procura di Milano per l'amputazione di una gamba di una giovanissima viaggiatrice rimasta vittima di una porta. "L'azienda vorrebbe trasferirci - dice il capotreno, rappresentante dell'Orsa, Sandro Cappelli - la responsabilità del controllo contemporaneo e continuativo di tutte le porte del treno mentre è in viaggio, è ovvio che ciò è impossibile ed espone i viaggiatori ma anche noi ferrovieri ad un rischio inaccettabile". Un altro capotreno, Maurizio Giuntini, iscritto alla Filt-Cgil e delegato alla sicurezza dice: "Noi facciamo tutto il possibile, bloccando eventualmente alcune porte, ma quando il guasto è più serio necessita di personale specializzato ed attrezzature adeguate che purtroppo nelle stazioni come Lucca non ci sono. Non possiamo accettare - conclude - le pressioni della direzione per far partire i treni senza i dispositivi di sicurezza, il nostro dovere è garantire la sicurezza di tutti".

5 luglio

PER LE OO.SS L'AGENTE SOLO SI PUO' FARE SEMPRE, NESSUNA PRECLUSIONE: CON OGNI TRENO, DI GIORNO, DI NOTTE, ECC. MANCA SOLO IL COLLEGAMENTO DI SICUREZZA.
NON LO DICONO ANCORA MA ASSIEME ALL'AGENTE SOLO CI SAREBBE SEMPRE PURE IL PEDALE DELL'UOMO MORTO.
MA I LAVORATORI DEL PDM, DI QUESTO ARRETRAMENTO EPOCALE DELLE LORO CONDIZIONI DI LAVORO COSA NE PENSANO?
SONO STATI CONSULTATI O I LORO (I NOSTRI) RAPPRESENTANTI DECIDONO IN LORO NOME SENZA NEANCHE SAPERE COSA NE PENSANO QUELLI DI CUI "TUTELANO" GLI INTERESSI ?
APPARE EVIDENTE CHE MANCA QUALCHE TASSELLO IMPORTANTE DI DEMOCRAZIA SINDACALE.
BISOGNERA' RIMPBOCCARCI LE MANI E RIPRENDERSELA.
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(ANSA) - ROMA, 5 LUG - Prima di abolire il secondo macchinista dai treni bisogna che linee e locomotori siano tutti attrezzati dal punto di vista tecnologico, attraverso il sistema SCMT (Sistema Controllo Marcia Treno), che consente la frenatura automatica quanto il conducente non rispetta la velocità prevista. E bisogna testare i protocolli di emergenza in caso di malore dell'operatore. Solo dopo potrà partire la sperimentazione. Questa la posizione dei sindacati sul progetto di eliminare il macchinista doppio, rilanciata dall'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Nessuna preclusione di principio, assicurano le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil. «Ma per ora nessuno ci ha comunicato che siamo pronti a partire - afferma Nasso, segretario nazionale Fit-Cgil -. Quando lo saranno, ci convocheranno», aggiunge. «Nel 2006 - ricorda, però - ci avevano detto che il 2008 era l'anno di completamento delle attrezzature». «Non basta che siano attrezzate le linee. Devono esserlo anche i locomotori - afferma Dario Del Grosso, segretario nazionale Uiltrasporti responsabile per le Ferrovie - e a noi risulta che le linee siano a buon punto, mentre solo una piccola parte di locomotori sono attrezzati. Nell'ordine di alcune decine, rispetto a 6.000 treni regionali e 700 treni a lunga percorrenza». «Da due anni periodicamente sbandierano questa novità - aggiunge Giovanni Luciano, segretario nazionale Fit-Cisl Ferrovie -. Ci sono stati tavoli tecnici. Il sindacato non si è mai sottratto al confronto. Chissà come mai Moretti ne riparla proprio ora e scatta il dibattito sul doppio macchinista, mentre nessuno si chiede più perchè lunedì l'Italia si ferma», aggiunge riferendosi allo sciopero dei trasporti in programma da domani sera. Le cifre di Luciano sull'allestimento tecnologico dei locomotori sono più positive di quelle in possesso della Uil. «Non c'è nulla di ufficiale - afferma - ma da alcune informazioni ci consta che il 70% dei locomotori sia attrezzato. Il vero punto critico è un altro: avere un protocollo di emergenza nel caso in cui il macchinista si senta male. La possibilità di dare un allarme è affidata a una tecnologia che, sostanzialmente, è la stessa dei telefoni cellulari. Ma, a quanto sappiano, non tutte le gallerie sono coperte. E in generale questo sistema non ci dà grande affidabilità ».

4 luglio (2)

PORTE KILLER: INDAGATI 2 DIRIGENTI FS PER GAMBA AMPUTATA A RAGAZZA
Per mancata applicazione normativa apertura manuale porte.
Milano, 3 lug. (Apcom) - Il capo della direzione Ingegneria, sicurezza e qualità di sistema di Trenitalia e il direttore dell'ex Cesifer (oggi Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) sono indagati dalla Procura di Milano con l'accusa di lesioni colpose gravissime in relazione all'incidente ferroviario che il 1 marzo del 2007 provocò l'amputazione di una gamba a una ragazzina di sedici anni. Alla giovane, scivolata dal predellino di un treno in partenza dalla stazione di Lambrate, fu tranciata la gamba sinistra.
Sotto accusa sono i sistemi di apertura manuale delle porte: quando il treno era fermo in stazione ma in partenza, con le porte già chiuse, i compagni di scuola della ragazza avevano aperto le porte manualmente per riuscire a salire. Proprio mentre la giovane stava per entrare sul mezzo, però, il treno è ripartito: la ragazza è così scivolata finendo sotto le ruote. Secondo l'accusa, i due indagati avrebbero violato le norme specifiche che impongono di modificare il sistema di chiusura delle porte. Nel 2003, infatti, un piano di sicurezza di Trenitalia aveva previsto l'introduzione di un sistema di porte autobloccanti ma non era stato mai applicato. Dopo l'incidente di Lambrate, Trenitalia ha appena cominciato a introdurre anche nei vecchi treni un sistema che impedisce di aprire manualmente le porte dall'esterno. Le indagini, condotte dalla Polfer, sono già chiuse.

4 luglio

Testo Unico - Grave decisione presa dal Ministro del Welfare Sacconi
Vogliamo segnalarvi che è quasi passata sotto silenzio generale una grave decisione presa dal Ministro del Welfare Sacconi e dall’intero Governo nelle scorse settimane in merito all’applicazione del Testo Unico su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro. Nella conversione in legge del decreto legislativo n. 97 del 3 giugno 2008 che non tratta di materie relative alla salute dei lavoratori ma di materie fiscali nonché dell’intervento di sostegno finanziario all’Alitalia sono state inserite proroghe dei termini di applicazione di alcune norme del Testo Unico, che dalla data prevista del 29 luglio 2008 sono state spostate al 1 gennaio 2009. Sono tre le norme la cui obbligatoria applicazione è slittata e riguardano:
- l’obbligo per le aziende di identificare i pericoli derivanti dal tipo di attività e la conseguente valutazione dei rischi fatta con l’apposito documento (DVR);
- l’impossibilità per le aziende di effettuare le visite mediche in fase preassuntiva;
- la comunicazione da parte delle aziende, All’Inps e All’Ispels di tutti gli infortuni, compresi quelli di un giorno.
Lo slittamento al 2009 della effettività delle tre norme anticipa già l’atteggiamento del Governo rispetto al Testo Unico e alla volontà più volte espressa dal Ministro Sacconi in sintonia con Confindustria di rimetterlo in discussione.
Inoltre stanno subendo i colpi del governo le norme sugli appalti, in particolare l’obbligo del cartellino di certificazione e la chiusura dell’impresa, in caso di superamento del monte ore massimo consentito.
Per protestare contro questa azione del governo che sta svuotando il Testo Unico, è decisivo che da parte delle Rsu e dei Rls si manifesti la contrarietà, anche con comunicati e prese di posizione inviati alle commissioni parlamentari del Senato e nel contempo si proceda alla generalizzata richiesta alle aziende di consegna; e apertura del confronto con i Rls, del DVR.
(Maurizio Marcelli - Giorgio Cremaschi)

3 luglio

Le porte dei treni e le problematiche relative alla sicurezza del trasporto ferroviario
A cura dei delegati FILT-CGIL di Pisa
Dalla premessa:
"...Sono in aumento gli incidenti che coinvolgono i ferrovieri e i viaggiatori mentre salgono e scendono dalle vetture dei treni e fra questi sono in crescita anche quegli infortuni legati al malfunzionamento delle porte delle vetture.
Si tratta d'incidenti gravi, in alcuni casi anche letali, e probabilmente rappresentano, per caratteristica e frequenza, quelli prevalenti a bordo dei treni; è opportuno osservare che sono concentrati su alcune tipologie di treni.
La Filt-Cgil di Pisa insieme ai propri rappresentanti RSU/RLS del personale di bordo ritiene necessario riflettere, con attenzione, su questa problematica, sia perché riguarda direttamente la sicurezza dei lavoratori e dei viaggiatori, sia perché espone i capitreno a responsabilità giudiziarie.
Responsabilità, a volte di tipo penale, per la quale il lavoratore rischia di trovarsi imputato anche se ha eseguito tutte le norme regolamentari previste per la partenza del treno.
Infatti, in alcune circostanze, pur avendo eseguito le procedure previste, può mancare la certezza che le porte siano chiuse quando il treno inizia a muoversi o quando è già in movimento.
E' da evidenziare che, grazie a opportune tecnologie, alcuni tipi di materiale rotabile manifestano in modo molto minore questo rischio.
La Filt-Cgil di Pisa ritiene che la sicurezza e il buon senso devono portare alla introduzione delle migliori tecnologie oggi tecnicamente possibili a tutti i tipi di treno.
Il sindacato deve rivendicare questa condizione di sicurezza e vigilare affinché sia realizzata...."
Scarica il documento.

21 giugno

Vipiteno, deraglia treno di rifiuti, bloccata la ferrovia del Brennero
VIPITENO (BOLZANO) - Da questo pomeriggio la linea ferroviaria del Brennero è interrotta: sono finiti fuori dai binari due carri merci di un convoglio di rifiuti provenienti dalla Campania e diretti in GerVipiteno - Deraglia il treno dei rifiutimania. I due carri si sono leggermente inclinati ma sono rimasti comunque chiusi, senza fuoriuscita di materiale e senza feriti. In serata il resto del convoglio ha lasciato la stazione di Vipiteno diretto in Germania. La linea ferroviaria tornerà alla normalità solo domattina.
L'incidente è accaduto poco dopo le ore 16 alle porte di Vipiteno, cittadina a ridosso del confine con l'Austria, lungo una delle linee ferroviarie più importanti d'Europa. Secondo quanto riferito dalla Polfer, si trattava di un lungo convoglio proveniente dalla Campania, una ventina di carri in tutto. Mentre il treno viaggiava a 70 km orari, gli ultimi sei carri del convoglio si sono incredibilmente staccati, i due di coda sono anche usciti dai binari inclinandosi sulla massicciata ma restando comunque ben sigillati, senza che uscissero rifiuti. Del resto non si tratta di rifiuti tossici, come prevedono anche gli accordi con la Germania.
Tutto il traffico lungo la linea del Brennero è stato così bloccato. I treni passeggeri nelle due direzioni sono stati fermati a Brennero e a Fortezza, nelle stazioni immediatamente più vicine a Vipiteno, organizzando un servizio di trasbordo su bus: un bel fastidio anche per chi va o torna delle vacanze.
Per rimuovere i due pesanti carri e riaprire la linea ferroviaria ci vogliono però autogrù e attrezzature particolari che stanno per arrivare sul posto da Bolzano. Le Fs, in un primo tempo, prevedevano che nella notte tutto sarebbe tornato alla normalità. Poi un nuovo comunicato fa sapere che la normale circolazione verrà ripristinata domattina. Intanto, eccettuati i due vagoni deragliati ed un terzo carro, il resto del convoglio con i rifiuti provenienti dalla Campania ha lasciato la stazione di Vipiteno diretto in Germania.
L'incidente non ha danneggiato la linea elettrica. Lungo la linea ferroviaria del Brennero ormai da quasi due anni viaggiano ogni giorno uno-due treni merci carichi di rifiuti provenienti dalla Campania e diretti agli inceneritori della Germania. Sinora non vi sono mai stati problemi particolari nè incidenti. L'unico inconveniente, segnalato da cittadini, è la puzza emanata dai carri in caso di sosta e quando le temperature sono elevate. In genere i treni viaggiano di notte.
L'Alto Adige, proprio per la sua collocazione geografica lungo l'asse del Brennero, è così una terra di transito per quanto riguarda i rifiuti. Proprio recentemente l'assessore provinciale all'ambiente Michl Laimer, ha quantificato in 1.000 tonnellate al giorno i rifiuti in viaggio verso nord.
(fonte: repubblica.it)

19 giugno

Si è concluso con cinque condanne e tre assoluzioni
il processo, in tribunale ad Alessandria, per il deragliamento dell'Intercity 2050 Livorno-Torino del 16 maggio 2004 in località Libarna di Serravalle Scrivia, in cui perse la vita una passeggera e altre 39 persone rimasero ferite. I giudici hanno ritenuto manager e tecnici di Rfi e il titolare dell'impresa che stava eseguendo lavori di rinnovamento e risanamento della tratta ferroviaria Alessandria, responsabili di una serie di omissioni. I difensori, che avevano chiesto l'assoluzione, ricorreranno in appello. Per concorso in disastro ferroviario e omicidio colposo sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi a Mario Salvatore Nicolini e Andrea Barsotti (rispettivamente capo unità territoriale e divisione infrastrutture Genova Nodo); due anni a Carlo Alberto Tobaldi (della direzione compartimentale infrastrutture di Genova) e Giampiero Parodi (capo reparto infrastrutture). Infine un anno e otto mesi a Enrico Valditerra, amministratore delegato dell'omonima ditta e direttore tecnico dei lavori. Sospensione condizionale della pena per Tobaldi, Parodi e Valditerra; per gli altri la pena è stata condonata. (ANSA)
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Vai alla pagina degli incidenti ferroviari.

15 giugno

Agente Unico:altra importante prescrizione ASL. A Caltanissetta.
Sanzionata Trenitalia per non aver predisposto un'adeguata organizzazione del soccorso in caso di malore del macchinista, per non aver formato tutti i lavoratori del treno, ecc. Complimenti all'OrSA siciliana!

9 giugno

L'Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria
convoca per il prossimo 19 giugno un incontro con le Segreterie Nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ulltrasporti, Ugl AF, Orsa, Sma avente ad oggetto le direttive ministeriali del 2006 concernenti le modalità di utilizzo del dispositivo vigilante sui mezzi ferroviari.
Facciamo arrivare ai sindacati il nostro:
- NO all'Agente Unico/Solo;
- NO al Vacma di notte, fra le 0-5.
- NO alla NEIF 4 che consente la circolazione dei treni anche col controllo chiusura porte guasto, nonostante
i gravi incidenti avvenuti!

(Vai alla pagina degli incidenti causati dal mal funzionamento delle porte)

3 giugno

Scontro fra due treni ad Ancona: 30 feriti lievi
Aperte due inchieste per verificare se si sia trattato di errore umano o di un problema tecnico
(Adnkronos) - Sono 30 le persone ferite nell'incidente ferroviario che è avvenuto questa mattina, intorno alle 7.30, all'interno della stazione di Ancona. I passeggeri sono rimasti lievemente feriti nell'impatto fra il treno regionale Pesaro-Termoli, che viaggiava sul terzo binario, e una motrice che stava facendo manovra sullo stesso binario. Nello scontro, che grazie alla bassa velocità dei mezzi non è stato forte, è rimasto ferito ad un ginocchio anche il macchinista del regionale.
I passeggeri, che hanno riportato soprattutto lieve contusioni, sono stati curati sia sul posto dal 118 sia nel pronto soccorso degli ospedali regionali di Torrette di Ancona, di Osimo (Ancona) e di Chiaravalle (An). Sull'incidente sono state aperte due inchieste, una delle Ferrovie dello Stato e una della polizia ferroviaria per verificare se sia trattato di errore umano o di un problema tecnico. I passeggeri hanno potuto riprendere il loro viaggio dopo una quarantina di minuti su un altro treno mentre la circolazione ferroviaria, che non è stata interrotta, ha subito dei rallentamenti, lungo la linea Adriatica èripresa regolarmente dopo un'ora dall'incidente.

1 giugno

L'amianto entra nella Storia. A suon di morti.
Parlare di amianto oggi, sensibilizzare la pubblica opinione più ancora le istituzioni pubbliche, è doveroso di fronte alle cifre della strage silenziosa che si consuma giorno dopo giorno, e che riguarda tutti. Va letto in questa chiave, con il rispetto (tanto) dovuto al giovane autore, “Il male che non scompare” (ed. Il Ramo d'Oro, Trieste) di Enrico Bullian, 25enne consigliere comunale di San Canzian d'Isonzo, presentato oggi, sabato 31 maggio, a Librando, la manifestazione del Comune di Samarate dedicata alle novità editoriali. Bullian, impegnato sul fronte della lotta alle conseguenze dell'esposizione all'amianto, ha tratto dalla sua tesi di laurea in Storia contemporanea presso l'Università di Trieste un lavoro pregevole, documentato e sistematico sui vari aspetti della questione, corredato da interventi di Felice Casson e Antonio Pizzinato.
L'amianto è ovunque, nei decenni dell'apice dello sviluppo industriale, fra gli anni Cinquanta e Settanta, è stato infilato dappertutto: costruzioni, cantieristica, ferrovie. Questa fibra di silicati dagli effetti micidiali, che causa asbestosi, tumori polmonari e il micidiale mesotelioma, male fin qui senza scampo, è tutto intorno a noi: a morirne non sono stati solo gli operai direttamente esposti, ma tanti che neppure realizzavano di essere a rischio. Inutile girarsi dall'altra parte, cambiare pagina, toccare ferro: i dati parlano di un morto per amianto ogni due ore solo in Italia. Una strage che non ha pari in nessun altro ambito industriale, e che ha colpito in modo particolarmente duro le realtà in cui si lavorava l'amianto - Casale Monferrato, con le centinaia di morti della Eternit, la Monfalcone di Bullian, la piemontese Balangero della più grande cava a cielo aperto d'Europa, descritta da Primo Levi ne “Il sistema periodico”, ma anche Bari e altre località del Sud. Il tutto non risparmiando chi aveva la sola colpa di essere vissuto, magari, vicino a un tetto in Eternit. È successo, lo abbiamo raccontato sulle pagine di Varesenews. Ci ha raccontato una vicenda identica, da un centro della Brianza, anche una dei purtroppo pochi intervenuti all'incontro odierno di Librando: il tetto in Eternit sotto la finestra di casa le è costato il padre, lei si è unita all'Associazione Italiana Esposti Amianto. L'AIEA spinge per la rimozione globale dell'amianto, che tuttora determina con la sua presenza condizioni di grave rischio per la salute pubblica. Dal 1992 anche in Italia la produzione è al bando, ma le bonifiche si fanno attendere. Decine di migliaia i morti solo in Italia dopo i primi allarmi degli anni Sessanta e Settanta. Da allora per responsabilità diffuse, che si sommano a vicenda - dalle lungaggini parlamentari alle resistenze delle imprese coinvolte, dalla sordità degli enti di controllo e dell'Inail, ad ambiguità e lentezze degli stessi sindacati, come racconta Bullian nel libro - nel 2008 c'è ancora molto da fare.
L'unica vera rimozione, infatti, fino a questo momento, è stata non quella dell'amianto, ma quella del problema, espunto anche dalla storia, «un po' come le foibe» dice l'autore, nativo della Venezia Giulia. Tipico esempio del meccanismo per cui a profitti sovente privati seguono spese rigorosamente pubbliche, e per il quale si evocano demoni industriali senza realizzare, salvo dopo la conta dei morti, a decenni di distanza, come sottolinea Bullian l'amianto genera anche rifiuto e isolamento nelle stesse vittime. Che non parleranno mai di tumore, né citeranno il mesotelioma: “Ho il mal d'amianto” dicono, “ho un male che non scompare” (da qui il titolo del libro), queste alcune risposte raccolte dal servizio psicologico di assistenza messo in piedi a Monfalcone, città da un secolo dominata dai cantieri navali, dove oggi si costruiscono le più grandi navi da crociera del mondo. Vittime che faticano ad ottenere il riconoscimento di malattia professionale – chi ha contratto la malattia all'estero, come le centinaia di italiani della cava di Wittenoom, Australia occidentale, non lo vedrà mai – o che rifiutano di accettare la malattia della moglie che lavava loro le tute da operaio. Incredibile, ma è successo anche questo. Vittime che faticano a farsi valere anche nei tribunali: «A Monfalcone abbiamo circa 900 procedimenti, di questi 400 lì lì per andare in prescrizione. Fin qui una sola condanna per un caso singolo» riferisce Bullian. A Torino invece il magistrato Raffaele Guariniello indaga la multinazionale Eternit per circa tremila casi di malattia (duemila già purtroppo fatali) nei suoi cinque stabilimenti italiani di un tempo.
Fra questi “martiri involontari” dell'amianto (la definizione è dell'autore del libro) spicca anche il nome di un grande del cinema, il mitico Steve McQueen. Morì di mesotelioma anche lui, nel 1980, forse per le tute in fibra d'amianto con le quali correva in moto. Non serve nemmeno consolarsi pensando che, chiusi negli anni Ottanta cave e stabilimenti, dopo il “picco” di malattie previsto nel 2015, a circa 35 anni dalla massima esposizione, i tumori crolleranno fino a scomparire. È falso: l'amianto resta pericoloso fino alla rimozione, costosa e delicata ma necessaria. E mentre c'è chi liquida la questione come il prezzo da pagare al Moloch del progresso (un po' come per gli incidenti stradali) e chi, tuona Bullian, «facendo del negazionismo su testate prestigiose» cerca di circoscrivere il problema a particolari varietà del minerale, nel resto del mondo «ancora si producono due milioni di tonnellate d'amianto l'anno, persino in Canada, Paese altrimenti civilissimo». La Russia è ancora il primo produttore e utilizzatore, seguito dalla Cina e dal Canada. I veleni sono stati dunque globalizzati, destinati a chi ha fame di sviluppo. Fra questi l'amianto, «male del secolo – anche di questo secolo» per Bullian, «ma peggio ancora è l'indifferenza che lo circonda».
(Sabato 31 Maggio 2008 - Stefano D'Adamo - stefano.dadamo@varesenews.it)

29 maggio (4)

Agente Solo? Per moretti (e per i sindacati) si può fare.
Mauro Moretti torna a rispondere in diretta agli ascoltatori di Radio Anch’io.
Puntualità e pulizie dei treni, avvio della nuova rete ad alta velocità, rapporti fra Stato e Ferrovie e rilancio delle stazioni. Su questi e altri argomenti dell’universo ferroviario, l’ad del Gruppo FS, Mauro Moretti è tornato questa mattina a rispondere agli ascoltatori di Radio Anch’io, il programma di Giorgio Zanchini in onda su Rai Radiouno.
Cinque mesi dopo il suo primo intervento, Mauro Moretti è stato nuovamente ospite, questa mattina, della trasmissione condotta da Giorgio Zanchini. Sul tappeto, i molti aspetti che riguardano oggi il mondo delle ferrovie, un’azienda che, come ha ricordato lo stesso conduttore, interessa più o meno la vita di quasi tutti gli italiani. 

“Dal mio intervento nella trasmissione di dicembre – ha spiegato subito Moretti - sono successe tante cose, tra cui voglio evidenziare soprattutto la chiusura di un buon bilancio 2007. Gli impegni che avevo assunto davanti agli ascoltatori sono stati tutti rispettati: nelle pulizie è stata rilasciata una dichiarazione di sostanziale non conformità. Quindi stiamo preparando nuove gare che ci dovrebbero permettere di avere nuove imprese di qualità, entro la fine dell’anno. Sul fronte dell’Alta Velocità, siamo nei tempi promessi, ma qualcosa è accaduto e accadrà prima dell’apertura della Milano-Bologna, a dicembre di quest’anno. In particolare abbiamo aperto la Napoli-Salerno che permette di non passare per la litoranea e di lasciare ai cittadini di Salerno tutta la linea vecchia per i treni a lunga percorrenza. E a luglio apriremo il passante di Milano, altra grande opera importante per la mobilità dei milanesi”.

Sollecitato da Zanchini sul tema del finanziamento dei servizi da parte dello Stato, Moretti ha così risposto: “Già lo scorso ottobre, quando eravamo in una situazione prefallimentare, ho detto che se lo Stato non fosse intervenuto per sostenere i servizi non di mercato avremmo dovuto operare dei tagli. Oggi abbiamo recuperato sul piano economico-finanziario, passando da oltre 2 miliardi di perdite a 409 milioni, quindi migliorando di 1700 milioni di euro. Possiamo quindi guardare meglio al futuro ma non ancora con tranquillità. Dove non c’è concentrazione sufficiente di domanda non c’è mercato e quindi i servizi non si ripagano. Una normale impresa non li potrebbe assicurare perché cumulerebbe perdite. E’ per questo che deve intervenire lo Stato, coprendo i costi: se non lo fa, noi non siamo in grado di continuare.  In caso  non dovessimo ricevere i contributi richiesti, non si chiuderanno comunque tratte, ma treni. I treni notte, ad esempio,sono tutti in perdite. E in alcune fasce orarie, dalle 10 alle 12 ad esempio, ci sono molti treni vuoti”.

Rispondendo all’intervento di Giovanni Luciano, segretario FIT Cisl, preoccupato per la possibile emarginazione che la riduzione dei servizi creerebbe nel Paese, l’ad di FS si è dimostrato sostanzialmente d’accordo, sostenendo che “Il paese deve avere in ogni città un servizio ferroviario di qualità omogeneo. Ma dove il mercato non ce la fa bisogna che lo stato intervenga. Bisogna mettersi d’accordo su questo. Sono mancati 1600 milioni di euro nei trasferimenti del trasporto locale, un percorso negativo che non si dovrà più ripetere”.

Alla critica dei costi eccessivi per l’Alta Velocità, Moretti ha quindi risposto che “Non è vero che si concentrano i soldi sull’AV, anche perché noi stiamo costruendo un sistema che è anche ad alta capacità, un sistema moderno, che in Italia ha i costi più alti per ragioni geografiche: i 72 km di gallerie e i 20 di viadotto su cui si sviluppa la nuova Firenze-Bologna non finiscono di sorprendere i nostri colleghi europei. L’Italia, da sola, ha il 70 per cento delle gallerie esistenti in Europa”. Moretti, in risposta ad un cliente siciliano, ha quindi spiegato che “l’alta velocità si può fare anche in Sicilia. Per questo è stata fatta una proposta per la Palermo-Catania, con una percorrenza di un’ora e un quarto. Perché non si dovrebbe? Se si farà, si creeranno nuove condizioni di mercato e di sviluppo”.


Moretti ha poi risposto agli ascoltatori su questioni di servizio. “Le obiezioni sui treni vecchi sono vere. Il nostro parco treni pendolari è mediamente datato. E’ per questo che abbiamo proposto allo Stato di co-finanziare mille treni nuovi per il trasporto locale utili nelle grandi città, nelle ore di punta, perché altrimenti non riusciamo a dare risposta alla domanda crescente che c’è. Per quanto riguarda il numero dei treni, quello lo decide la regione, linea per linea ed ora per ora. E’ chiaro che nelle ore di punta, con treni vecchi e tante gente si fa ritardo, anche solo nei momenti di salita e di discesa. Poi c’è la questione dei tempi di viaggio: tutti vogliono il treno veloce da una città all’altra e tutti vogliono che fermi nel proprio paese, anche l’Eurostar. La soluzione che può accontentare tutti sta nell’individuazione di un sistema di servizi sovrapposto e integrato, con la separazione dei ruoli tra Regionali, Intercity e  Eurostar. Il viaggio Messina - Catania si può fare in 30 minuti se non ci si ferma in tutte le stazioni. Su questo aspetto, sto preparando una piccola rivoluzione a dicembre, prevedendo il taglio di fermate degli Eurostar dalla Calabria a Roma, per garantire il viaggio da Lamezia in 4 ore”.

Tariffe troppo alte, ha poi sottolineato un ascoltatore. “Non è così. Sono alte per chi fa fatica ad andare avanti ma le nostre tariffe sono le più basse in assoluto in Europa. D’altra parte, se vogliamo migliorare dobbiamo rivedere le tariffe”.

Un ascoltatore ha quindi segnalato l’abbandono di alcune stazioni dove non ci sono più i ferrovieri. “Non possiamo tenere tutte le stazioni aperte, ma siamo disponibili a darle in comodato gratuito ai comuni, in modo che le adottino per fare servizi locali. Lo abbiamo già fatto con circa 250 comuni d’Italia.

L’interesse degli ascoltatori ha toccato molti altri temi, sui quali Mauro Moretti non ha avuto esitazioni a rispondere. “A dicembre inaugureremo la nuova Milano centrale, dove abbiamo realizzato 30mila metri quadri commerciali, una nuova piazza ancora migliore di quella realizzata anni fa a Roma Termini. Immediatamente dopo, a marzo, inaugureremo Torino e Napoli. E ci stiamo trasformando anche nelle merci. In questo settore stiamo mettendo sul mercato 2milioni di metri quadri per fare terminali nella Padana e anche al Sud. Questo permetterà di disporre di un sistema di terminali e magazzini collegati con la rete e avere piattaforme che dialogano con i porti, proprio come chiede Emma Marcegaglia.

“Di ingresso in Alitalia – ha quindi tenuto a chiarire – non se ne parla. Noi pensiamo alle Ferrovie, che sono ancora da salvare. Abbiamo fatto tantissimo, e molto lo si deve ai ferrovieri, che nell’ultimo anno hanno aumentato la produttività dell’8 per cento. Per noi esiste invece il rischio Alitalia se non si creano rapporti con lo stato chiari ed esigibili, come ha detto recentemente la Corte dei Conti. Che devo ringraziare, perché ha evidenziato la nostra svolta epocale del 2007 e ha ricordato che lo Stato deve pagare i servizi pubblici, per i quali oggi mancano 250 milioni. Se non li avremo, parleremo con le regioni per capire quali servizi devono essere assicurati e quali tagliare”.

Altro importante aspetto, quello di una visione di sviluppo traguardata all’Europa. “Per sopravvivere e rilanciare il sistema, non possiamo restare solo in Italia, ma dobbiamo guardare oltre confine. Lo abbiamo già fatto per le merci e dobbiamo farlo anche nel settore passeggeri, inserendoci nella rete delle grandi città europee”.


Giorgio Santilli, giornalista del Sole 24 Ore, ha poi chiesto che cosa dirà oggi Moretti al ministro Matteoli, chiedendo anche notizie sul macchinista unico e sulla nascita di una società per l’AV. “A Matteoli ripeterò quello che ho detto al precedente ministro – è stata la risposta - e sentirò quello che il governo vuole fare. Io non faccio politica dei trasporti, sono un dirigente d’azienda. Il nostro compito, che già stiamo svolgendo, è di costare il meno possibile, lavorare più che si può cercando di metterci tutta l’intelligenza, e semplificare la vita dei nostri clienti. Per la questione del macchinista unico stiamo già discutendo col sindacato e dovremmo partire quest’anno con forme sperimentali. E’ un problema importante perché drena risorse che potrebbero essere destinate ad altro”.

Per quanto riguarda la possibile nascita di una società dedicata all’Alta Velocità, Moretti ha spiegato che “è una questione che stiamo esaminando, perché un’impresa come questa ha interesse a coinvolgere altri partner, nella logica dell’Europa”.

In conclusione, il numero uno delle FS ha avuto modo di fornire alcune informazioni sull’efficienza dei servizi. “Inviterei i giornalisti a stare molto attenti alla stampa europea. Guardate gli ultimi 15 giorni: in Italia le proteste dei clienti sono in netto calo, mentre in Francia i giornali stanno raccontando come sta crollando il sistema ferroviario perché non c’è manutenzione. Negli ultimi 4 mesi abbiamo raggiunto il 94 per cento di puntualità nei servizi Eurostar, due punti più della stessa Francia. E nel trasporto locale siamo arrivati al 92. Le cadute di puntualità, come ho detto, si registrano nelle grandi città, nelle ore di punta. Ma proprio per questo sosteniamo le nostre proposte”.
(fonte: fsnews.it)

29 maggio (3)

Roberto Grosso ci segnala...
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FERROVIE. Due anni fa la sciagura di Roccasecca.
Per gli 'Amici della Famiglia Martino' nulla è stato fatto.
TERMOLI. A due anni dalla sciagura ferroviaria di Roccasecca 'TermoliOnLine.it' raccoglie le esternazioni del comitato 'Amici della Famigilia Martino' , che vide perire il suo giovane figlio a seguito del micidiale incidente.
Qualche settimana fa il presidente della sezione molisana del Movimento dei Consumatori, ha scritto:
"...La Regione Molise copre tutti i costi che le Ferrovie Italiane sostengono nella nostra regione finanziando tutte le percorrenze. L'azienda incassa complessivamente 22 milioni di euro all'anno contro una spesa di circa 5 milioni. La Regione Molise ha inoltre onorato l'impegno di pagamento della sua quota di compartecipazione per l'acquisto dei Minuetto..."
Nicola Cavaliere, capogruppo regionale della Margherita, ha scritto:
"...È più di un anno che denuncio l'esistenza di una situazione non più tollerabile in ambito ferroviario. Dopo tanto silenzio, assenza d'interventi e sperpero economico le istituzioni regionali si sono risvegliate da un profondo letargo accorgendosi, improvvisamente, che Trenitalia non rispetta gli accordi previsti nel contratto di servizio, e che, ormai, quel che resta del sistema ferroviario regionale è obsoleto e in forte sofferenza..."
L'assessore Marinelli (Forza Italia) e il consigliere Scarabeo (Margherita), hanno inveito contro Trenitalia per la minacciata chiusura della stazione di Roccaravindola.
Il consigliere regionale dell'Italia dei Valori, Massimo Romano, ha scritto ai responsabili di Trenitalia
"...per rappresentare i disagi riscontrati nella stazione ferroviaria di Bojano per la chiusura dei servizi igienici ed il malfunzionamento delle apparecchiature...".
Massimo Natalini, consigliere regionale di Rifondazione Comunista, si è preoccupato di comunicare che
"...Quello che ci risulta prospettarsi per il prossimo anno è ancora una diminuzione dell'orario di funzionamento della rete, con il taglio di ulteriori treni e con la proposta di sostituirli con pullman di linea ...".
NESSUNO DI LORO, PERÒ, HA PARLATO DI SICUREZZA NONOSTANTE SIANO PASSATI SOLO DUE ANNI DALL'INCIDENTE DI ROCCASECCA.
Un anno e mezzo fa, una delegazione del comitato «Amici della famiglia Martino» incontrò, a Campobasso, l'Assessore ai Trasporti della Regione Molise, Antonio Chieffo, e i responsabili di Trenitalia.
Questi ultimi assicurarono che entro il 30 giugno 2008 tutta la ferrovia e tutti i treni molisani avrebbero avuto in dotazione i sistemi di sicurezza opportuni per bloccare i treni qualora i macchinisti non rilevassero la presenza di un segnale di stop.
Entro la fine del 2006 avrebbero provveduto a sostituire i sedili delle vetture più logore. Entro la fine di agosto 2006 avrebbero fatto un bilancio del lavoro delle nuove imprese che da febbraio 2006 erano impegnate alla pulizia delle vetture e avrebbero preso le opportune decisioni.
Gli «Amici della famiglia Martino», pur giudicando eccessivamente lungo il periodo di tempo che sarebbe occorso per la messa in sicurezza dei treni molisani, presero atto dell'impegno di Trenitalia e dichiararono che avrebbero seguito con attenzione ogni fase di avanzamento dei lavori;
Si dichiararono, inoltre, insoddisfatti per la mancata soluzione del problema del numero esiguo di posti sulla linea Campobasso-Roma, problema che si ripropone ciclicamente e prevedibilmente in alcuni periodi dell'anno e, settimanalmente, al rientro a Roma della domenica pomeriggio;
Chiesero a Trenitalia di avere maggiore cura del Molise, regione che aveva pagato con la vita di due dei suoi figli, Francesco e Antonio, i disservizi del sistema dei trasporti e che paga Trenitalia, con circa 20 milioni di euro di finanziamenti statali annuali, per un servizio davvero scadente e insicuro.
A distanza di due anni dalla tragedia di Roccasecca, gli Amici della famiglia Martino
- si dichiarano profondamente delusi dal comportamento di Trenitalia e dell'ex assessore Chieffo, interlocutori incapaci di mantenere la parola data, del nuovo assessore Velardi che non ha ancora trovato il tempo per incontrarli;
- chiedono alla Giunta Regionale di affrontare seriamente il problema dei trasporti in Molise e in modo particolare quello della sicurezza;
- chiedono a Trenitalia di dimostrare maggiore serietà nei confronti dei molisani che finora sono stati da loro considerati cittadini e viaggiatori di serie B:
- chiedono ai cittadini molisani una partecipazione più sentita al problema e un'attenzione maggiore nel segnalare i disservizi alle autorità competenti e all'indirizzo amicifamigliamartino@yahoo.it. Tutte le segnalazioni saranno inserite sul blog www.amicifamigliamartino.splinder.com e saranno inviate mensilmente a Trenitalia, all'Assessorato ai Trasporti della Regione Molise e agli organi di informazione regionali e nazionali.
Affinché non accada mai più quanto accaduto a Roccasecca il 20 dicembre 2005.

IL COMITATO Amici della famiglia Martino
www.amicifamigliamartino.splinder.com

29 maggio (2)

SE LA DIVISA AZIENDALE DEV’ESSERE INDOSSATA PER RAGIONI ESTETICHE, I LAVORATORI NON HANNO DIRITTO ALLO SPOGLIATOIO PER CAMBIARSI
In base all’art. 40 del D.P.R. n. 303/56
(Cassazione Sezione Lavoro n. 11071 del 6 maggio 2008, Pres. Miani Canevari, Rel. Vidiri).
Giuseppe C. ed altri dipendenti dell’Azienda Napoletana Mobilità, tenuti, per contratto collettivo, ad indossare una divisa aziendale, si sono rivolti al Tribunale di Napoli sostenendo che l’A.N.M. era inadempiente all’obbligo, previsto dall’art. 40 del d.p.r. n. 303/56 e della legge n. 626/94, di mettere a loro disposizione un adeguato numero di spogliatoi nei locali presso cui prendevano servizio, per dar loro la possibilità di arrivare in abiti civili e di indossare la divisa prima di iniziare il lavoro. Essi hanno chiesto la condanna dell’azienda all’apprestamento degli spogliatoi e al risarcimento del danno. Sia il Tribunale che, in grado di appello, la Corte di Napoli, hanno ritenuto la domanda priva di fondamento escludendo di potere emettere la condanna richiesta e che fosse configurabile un danno per lesione della salute e del diritto di riservatezza. I lavoratori hanno proposto ricorso per cassazione, censurando la decisione dalla Corte di Napoli per vizi di motivazione e violazione di legge.
              La Suprema Corte (Sezione Lavoro n. 11071 del 6 maggio 2008, Pres. Miani Canevari, Rel. Vidiri) ha rigettato il ricorso. Il d.p.r. 19 marzo 1956 n. 303 (“norme generali per l’igiene del lavoro”), modificato dal decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994 – ha ricordato la Corte – prescrive all’art. 40 che “locali appositamente destinati a spogliatoi devono essere messi a disposizione dei lavoratori quando questi devono indossare indumenti di lavoro specifici e quando per ragioni di salute o di decenza non si può loro chiedere di cambiarsi in altri locali.” Tale norma – ha affermato la Corte – come si desume anche dalla sua collocazione, ha la finalità di garantire, attraverso la necessaria struttura, l’igiene e la sicurezza nei posti di lavoro. L’espressione “indumenti di lavoro specifici”, contenuta nel citato art. 40, nell’accezione voluta dal legislatore non può, pertanto, che fare riferimento a divise (o abiti) aventi la funzione di tutelare l’integrità fisica del lavoratore, nonché ad altri indumenti – da indossare quale componente essenziale dell’attività lavorativa in considerazione della specificità o peculiarità della sua natura – volti ad eliminare o quanto meno a ridurre i rischi ad essa connessi (ad esempio: tuta di lavoro dell’elettricista; tuta ignifuga del vigile del fuoco) o a migliorare le condizioni igieniche in cui viene a trovarsi il lavoratore nello svolgimento delle sue incombenze (ad esempio, divisa dell’operatore ecologico).
              Deve pertanto escludersi – ha osservato la Corte – nella determinazione dall’ambito di operatività della suddetta norma, qualsiasi riferimento a divise od a forme di abbigliamento, funzionalizzate ad altre e diverse esigenze (ad esempio: divisa da indossare ai fini della sola identificazione del soggetto datoriale). Nella fattispecie in esame – ha rilevato la Cassazione – la prescrizione per il personale viaggiante dell’A.N.M. di indossare un vestiario uniforme – consistente in capi confezionati su misura per ogni singolo lavoratore, composti da una camicia, una cravatta o foulard, una giacca, un paio di pantaloni, un berretto ed un giaccone – era stata convenuta tra le parti sociali in un ottica di recupero della qualità del servizio e dell’immagine aziendale; circostanze tutte queste che fanno emergere con chiarezza la infondatezza della domanda dei lavoratori, per avere costoro evocato a sostegno delle loro richieste una disposizione – quella appunto dell’art. 40 del d.p.r. n. 303 del 1956 – che non può, in ragione delle specifiche finalità perseguite, fungere da criterio valutativo della condotta dell’Azienda.
Fonte: Legge e Giustizia

29 maggio

I TURNI DI LAVORO DEVONO ESSERE COMUNICATI CON CONGRUO ANTICIPO,
per consentire ai dipendenti la programmazione del tempo libero
(Cassazione Sezione Lavoro n. 12962 del 21 maggio 2008, Pres. Senese, Rel. Stile).
Luciano A. ed altri dipendenti, con qualifica di conduttori, della s.p.a. Sepsa, esercente pubblici servizi di trasporto, hanno chiesto al Tribunale di Napoli di condannare l’azienda al pagamento di un’indennità di disagio per omessa tempestiva programmazione degli orari di lavoro. Essi hanno fatto presente che lo svolgimento della loro prestazione lavorativa era articolato sulla base di una turnazione predisposta autonomamente per ogni giornata dalla datrice di lavoro e comunicata il giorno precedente; ciò li collocava in “disponibilità” e impediva loro di programmare le ore di svago, la vita di relazione e i riposi quotidiani, in quanto essi non erano posti nella condizione di conoscere, con adeguato anticipo, quale parte della giornata sarebbe stata impegnata dal lavoro. I ricorrenti hanno fatto riferimento all’art. 10 della legge 14 febbraio 1958 n. 138 secondo cui le aziende esercenti autoservizi pubblici di linea devono affiggere i turni di servizio per informare i dipendenti e all’obbligo per la datrice di lavoro di osservare le regole di correttezza come previsto dall’art. 1175 cod. civ., nonché di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti, in base all’art. 2087 cod. civ. e all’art. 32 Cost. Rep.. Il Tribunale ha accolto la domanda condannando l’azienda al pagamento di un’indennità giornaliera di lire 6.000. Questa decisione è stata integralmente riformata, in grado di appello, dalla Corte di Napoli che ha negato il diritto dei lavoratori all’indennità, escludendo l’obbligo per l’imprenditore di far conoscere i turni con congruo anticipo. I lavoratori hanno proposto ricorso per cassazione, censurando la decisione della Corte di Napoli per vizi di motivazione e violazione di legge.
              La Suprema Corte (Sezione Lavoro n. 12962 del 21 maggio 2008, Pres. Senese, Rel. Stile) ha accolto il ricorso. L’art. 10 della L. 14 febbraio 1958 n. 138 – ha rilevato la Corte – dispone che le aziende esercenti autoservizi pubblici di linea extraurbani adibiti al trasporto dei viaggiatori “devono affiggere i turni di servizio negli uffici, nelle autostazioni, nei depositi e nelle officine in modo che il personale ne possa prendere conoscenza”; tale disposizione, imponendo al datore di lavoro di affiggere i turni, è intesa a consentire al lavoratore stesso una ragionevole programmazione del proprio tempo in relazione agli impegni lavorativi e non può quindi essere interpretata nel senso che l’affissione possa avvenire a ridosso dell’inizio della prestazione. La Corte d’Appello – ha osservato la Cassazione – al contrario, ha affermato, a sostegno della propria decisione, che, in tema di orario di lavoro, limiti allo ius variandi non sarebbero configurabili, trattandosi di rapporti di lavoro a “tempo pieno”, rispetto ai quali nessuna norma di legge o di contratto ne faceva previsione, sicché il comportamento dell’azienda doveva ritenersi legittimo; ma così interpretando la disposizione in oggetto, non si è fatta carico di considerare la finalità della stessa, ritenendo, in mancanza di una norma che specificasse il tempo necessario per una adeguata conoscenza preventiva, che anche una comunicazione dell’inizio del turno lavorativo avvenuta soltanto il giorno precedente, fosse rispettosa del generico dettato legislativo. Tale convincimento – ha affermato la Suprema Corte – appare del tutto arbitrario e lesivo della dignità del lavoratore che la norma di riferimento, letta anche alla luce dell’art. 32 Cost., mira, invece, a tutelare; né può sostenersi che un tale ragionamento sarebbe applicabile solo al lavoro part-time (nel quale, prima l’art. 5 della legge 19 dicembre 1984 n. 263 e poi l’art. 2 del D.lgs. 25 febbraio 2000 n. 61, hanno previsto espressamente l’indicazione della collocazione temporale della prestazione lavorativa), giacché le esigenze di programmabilità del tempo libero, ravvisate espressamente dal legislatore nell’ambito del rapporto di lavoro part-time, sussistono, anche se in maniera meno pressante, all’interno del rapporto di lavoro a tempo pieno. Anche per i rapporti a tempo pieno, infatti – ha osservato la Corte – il tempo libero ha una specifica importanza stante il rilievo sociale che assume lo svolgimento di attività sportive, ricreative, culturali, sociali, politiche, scolastiche ecc., o anche di un secondo lavoro, nel caso in cui non sia prevista una clausola di esclusiva.
              Con questa motivazione la Suprema Corte ha cassato la decisione impugnata, rinviando la causa, per nuovo esame, alla Corte d’Appello di Napoli, in diversa composizione.
Fonte: Legge e Giustizia
Scarica il testo della sentenza

25 maggio

Dall'Assemblea Nazionale Ferrovieri
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Porte killer - Iniziativa nazionale di autotutela, a cura della Assemblea Nazionale Ferrovieri
La presente iniziativa prevede che, in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 20 DLgs 81/2008, in caso di mancanza controllo della chiusura porte (Blocco Porte, BP) in cabina di guida sui treni di cui all'art. 91 ter comma 1.a della P.G.O.S. - in qualunque circostanza tale degrado si manifesti - sul treno sul quale si trovino ad effettuare la propria prestazione lavorativa, il personale di macchina e/o viaggiante si astenga dal consentire la partenza del convoglio stesso fino al di ripristino del controllo citato.
L'iniziativa prevede che i lavoratori emettano all'occorrenza idonei M40 tesi ad informare i propri superiori gerarchici e/o funzionali delle situazioni di degrado sopra menzionate, onde manifestare la propria intenzione di attuare l'autotutela.
Scarica e diffondi:
- volantino dell'iniziativa nazionale, a cura dell'ANF;
- blocchetto M40 predisposto;
- lettera da protocollare in segreteria amministrativa. Questa lettera, opportunamente modificata, può essere utilizzata dai singoli lavoratori; inoltre può costituire una valida traccia per il RLS che intende informare il proprio datore di lavoro dell'iniziativa descritta.

21 maggio

Le Fs non stanno bene, parola della Corte dei Conti. E Moretti precisa: “I dipendenti delle Fs sono diminuiti di 6500 unità”.
(Alessandra Valentini)
Le Ferrovie dello Stato è un gruppo che non va bene: parola della Corte dei Conti. I pendolari ed i viaggiatori lo dicono da tempo, anche i ferrovieri ci provano a dire che qualcosa non va, ma ora la fonte è assai più autorevole. Perciò “appaiono necessari interventi organici e con effetti durevoli”. L'analisi viene da quello che è stato l'andamento dell'azienda relativo al biennio 2005-2006, un biennio che ha segnato un momento di particolare criticità per il Gruppo FS e per Ferrovie dello Stato S.p.A.
“A poco piu' di un quinquennio dalla ristrutturazione societaria e dalla scelta politica multisocietaria -rileva la Corte dei Conti- il nuovo modello organizzativo, oramai completamente realizzato, non pare aver giovato, come era nelle aspettative, al superamento delle difficoltà e disfunzioni, gia' in precedenza, in parte, manifestatesi e che nel 2006 sono emerse in tutta la loro evidenza, sia sotto il profilo operativo sia sotto il profilo della sostenibilità finanziaria”.
I costi della produzione sono vertiginosamente aumentati, ma non è corrisposta una proporzionale crescita dei ricavi delle vendite e prestazioni. Ma soprattutto non, come ben descrive la Corte dei Conti l'incremento della spesa non è servito “a contenere un avvertibile peggioramento della qualità del servizio di trasporto” (in termini di pulizia, puntualità e disponibilità del servizio in talune zone del Paese).
Le perdite da ripianare sono risultate pari a 1.644,7 milioni di Euro - a fronte di un capitale sociale di 2.570 milioni di Euro - e pur dopo la ricapitalizzazione effettuata, nel corso dell'esercizio, per complessivi euro 910,7 milioni. Le maggiori difficoltà sono ancora una volta riconducibili al servizio di trasporto ferroviario che, nonostante l'aumento dei costi, non accenna a migliorare, ne' sotto il profilo quantitativo, cioè con ampliamento dell'offerta del servizio sulle linee oggi più carenti, ne' sotto il profilo qualitativo generale.
Dai rilievi della magistratura contabile emerge anche una sorta di preoccupazione verso le scelte del management da tempo impegnato a privilegiare le tratte più remunerative e lasciando andare sempre peggio le altre, il tutto a discapito dei cittadini, dei pendolari e del garantire un servizio pubblico adeguato come dovrebbero essere le Ferrovie dello Stato. Intanto, solo per rassicurarci, l'a.d. Moretti ha precisato che in un anno e mezzo i dipendenti delle Ferrovie dello Stato sono diminuiti di 6500 unità: questo ci fa stare veramente tranquilli!

18 maggio 2008

Treno merci urta Intercity. Tragedia sfiorata. 5 feriti.
CECINA (LI) - Poteva diventare davvero una tragedia. Era mezzogiorno e l'Intercity che da Roma si stava dirigendo a Torino stava attraverso la provincia livornese. Più esattamente si trovava tra Bolgheri e Cecina e stava arrivando verso Livorno. In direzione opposta, cioè verso sud, viaggiava invece un treno merci, apparentemente vuoto, cosiddetto "demolendi". Proprio quando i due convogli sono passati l'uno vicino all'altro, per pura coincidenza (che poteva diventare drammatica), un portellone di un carro (del tipo senza tetto) del treno merci si è staccata, colpendo l'Intercity su un lato.
L'impatto, per fortuna, è avvenuto in un solo punto, ed ha determinato la disintegrazione del "doppio vetro" di un finestrino, lasciando una "ferita" ai margini dello stesso, sulla lamiera della carrozza. Per fortuna il pannello ha colpito l'Intercity non dalla parte degli scompartimenti (dove si trovavano tutti i passeggeri), ma dalla parte del corridoio, dove per fortuna, in quel momento, non si trovava nessuno. Le schegge di vetro sono schizzate verso gli scompartimenti e la pioggia di frantumi ha avvolto i passeggeri.
Immediatamente è partita la chiamata al 118 e alla stazione di Cecina (la prima più vicina) sono arrivate le ambulanze della Pubblica Assistenza. Tuttavia le ferite riportate dai passeggeri del treno erano tutt'altro che preoccupanti, tanto che sono stati curati senza essere trasportati al pronto soccorso.
L'incidente ha determinato, inevitabilmente, la sospensione della circolazione per alcune ore, necessarie alla ricerca ed al ritrovamente del portellone.

16 maggio

“L’ordine ribadito per iscritto non deve essere eseguito se obbliga a prestazioni non previste dal CCNL.
Inoltre è legittimo il rifiuto di effettuare prestazioni ad Agente Unico prima delle ore 5:00”. Questa, in sintesi, la conclusione alla quale è giunta il Tribunale di Firenze, adito da Trenitalia per dirimere una controversia che aveva visto un macchinista A. C. sanzionato con 2 giorni di sospensione. Al lavoratore è stata, di conseguenza, annullata la sanzione.
Scarica e diffondi il volantino del "coordinamento 12 gennaio" e la sentenza.
E' doveroso ricordare che il macchinista A.C. è stato assistito costantemente dal sindacato OrSA "Macchinisti Uniti" di Firenze.

1 maggio

E' stato pubblicato il nuovo "Testo Unico"
E' stato pubblicato il nuovo "Testo Unico" (Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 recante attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007 n. 123, in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, G.U. n° 101 del 30 aprile 2008 - Suppl. Ordinario n° 108).
Lo trovate qui.

30 aprile

Riassumete Andrea Pianeta!
Andrea Pianeta, lavoratore autoferrotranviere e delegato sindacale (RSA) dell’ATM di Milano, è stato licenziato per rappresaglia dal datore di lavoro per aver espresso il proprio punto di vista sulle misure di sicurezza della metropolitana.
Le tragedie recenti di Torino e di Molfetta hanno portato sotto la luce dei riflettori lo stillicidio quotidiano di vittime e di infortuni sul lavoro che si verifica in questo nostro Paese, evidenziando ancora una volta le gravi carenze in materia di sicurezza, il non rispetto delle leggi e la mancanza di controlli frequenti ed efficaci.
Andrea Pianeta è stato licenziato dall'ATM, perchè all’indomani dell’attentato dell’11/9/2001 alle Torri gemelle di New York e nella martellante campagna di “emergenza terrorismo”, ha osato evidenziare - prima ai suoi superiori, poi attraverso gli organi di stampa all’opinione pubblica - i buchi organizzativi che potevano lasciare spazio a un alto rischio di attentati in metropolitana.
Per aver fatto questo, Pianeta oltre che licenziato è stato pure querelato perché secondo l'Azienda avrebbe sollevato “allarmismo ingiustificato” !
L'11 marzo 2004, ossia 13 giorni dopo “l'articolo denuncia” apparso sul quotidiano “il Giorno”, i timori e le denunce esternate si concretizzavano in Spagna, in una stazione di Madrid e in altre due nelle immediate vicinanze, dove avvenivano dieci violentissime esplosioni.
Bilancio della strage : 199 morti e oltre 1000 feriti!
Dopo 3 anni di indagini in base a precisi riscontri l’autorità giudiziaria, il Gip incaricato, ha ritenuto veritiere le denunce di Andrea Pianeta e di conseguenza infondate le accuse dell'Azienda disponendo per l'archiviazione della querela ATM (sentenza n 19681/04 R.G.N.R. e 222414/06 R.G.G.I.P. dell’1 giugno 2007, emessa dal Tribunale di Milano).
Il provvedimento di licenziamento nei confronti di Pianeta era stato confermato dal consiglio di disciplina; il parallelo procedimento penale, invece, si è concluso con l’assoluzione di Andrea e l’archiviazione della querela dell’ATM.
Purtroppo solo nel mondo del lavoro vale il concetto di “pena immediata” rispetto alla conferma delle eventuali “colpe” e questo è inaccettabile.
Andrea Pianeta è in condizioni di indigenza. Nel frattempo oltre al lavoro è rimasto senza casa e tutto gli ha creato problemi di salute.
Dobbiamo tutti dire grazie ad Andrea Pianeta e mobilitarci per riportarlo al lavoro!
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Il Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”
Ferrovie/ OrSA Macchinisti Uniti Lombardia; Ferrovie e Appalti Ferroviari /CUB Trasporti Lombardia; Ferrovie / SdL; Ferrovie Nord Milano /ATTAC Milano; Nord Servizi srl/ RSU/RLS; ATM Milano/ FILDIAI-CILDI; ATM Milano/ SAMA-FAISA Confail; ATM Metropolitana Milanese / OrSA Macchinisti Uniti; TPM Monza/ Lavoratori Trasporti Pubblici Monzesi; Trasporto Aereo/ CUB Trasporto Aereo; IBM Vimercate/ lavoratori IBM; Alfa Romeo Arese/ FLMU-CUB; Bartolini Progetti/ lavoratori ex-Siemens; Poste/Cobas PT CUB; Banche/ FALCRI BNL; Scuola / L’AltrascuolA Unicobas Lombardia; Comune di Milano/ RdB-CUB; Sanità /SAP Unicobas Sanità; AMSA Milano/ FLAICA-CUB;
CUB Lombardia; CIB Unicobas Lombardia; OrSA Lombardia; ACU/Associazione Consumatori Utenti; ATTAC ; Comitato Milano-Brianza
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Firma la petizione a favore di Andrea Pianeta.

25 aprile

25 aprile
(dal blog biancamara.splinder.com)
La necessità della memoria è un compito cui nessuno dovrebbe sottrarsi. E’ un dovere generazionale, un’esigenza di giustizia. Perché c’è qualcuno che pensa sia anacronistico dare ancora valore a certe commemorazioni, come se queste fossero qualcosa di fuori tempo, fuori moda. Perché si vogliono mettere sul piatto tutti i morti e pareggiare un conto impareggiabile. Perché ciò che conta è tenere vivo un desiderio di sogno, un’utopia anche, che è Bellezza. E ricordare tutti coloro che l’hanno fatto spendendo le proprie esistenze fino al sangue, la meglio gioventù, in ogni tempo, in ogni angolo di mondo. Perché la Resistenza è un modo di concepire l’Esistenza.
Perché resistere è il solo modo d’esistere, anche oggi, ciascuno a suo modo, nei piccoli gesti del vivere e coltivare memoria e speranza è il solo modo, l’unico, per definire la nos tra dignità.
Donne ed uomini di memorie resistenti.

“(…) Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.

Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o nell’altro politica (…)”

Wislawa Szymborska

24 aprile

Appello per la riassunzione di Andrea Pianeta
Per sottoscrivere l'appello, clicca qui!

Andrea Pianeta, lavoratore autoferrotranviere e delegato sindacale (RSA) dell’ATM di Milano, è stato licenziato per rappresaglia dal datore di lavoro per aver espresso il proprio punto di vista  sulle misure di sicurezza della metropolitana.
Le tragedie recenti di Torino e di Molfetta  hanno portato sotto la luce dei riflettori lo stillicidio quotidiano di vittime e di infortuni sul lavoro che si verifica in questo nostro Paese, evidenziando ancora una volta le gravi carenze in materia di sicurezza, il non rispetto delle leggi e la mancanza di controlli  frequenti ed efficaci.
Andrea Pianeta è stato licenziato dall'ATM, perchè all’indomani dell’attentato dell’11/9/2001 alle Torri gemelle di New York e nella martellante campagna di “emergenza terrorismo”, ha osato evidenziare - prima ai suoi superiori, poi attraverso gli organi di stampa all’opinione pubblica - i buchi organizzativi che potevano lasciare spazio a un alto rischio di attentati in metropolitana.
Per aver fatto questo, Pianeta oltre che licenziato è stato pure querelato perché secondo l'Azienda avrebbe sollevato “allarmismo ingiustificato” !
L'11 marzo 2004, ossia 13 giorni dopo “l'articolo denuncia” apparso sul quotidiano “il Giorno”, i timori e le denunce esternate si concretizzavano in Spagna, in una stazione di Madrid e in altre due nelle immediate vicinanze, dove avvenivano dieci violentissime esplosioni.
Bilancio della strage : 199 morti e oltre 1000 feriti!

Dopo 3 anni di indagini in base a precisi riscontri l’autorità giudiziaria, il Gip incaricato, ha ritenuto veritiere le denunce di Andrea Pianeta e di conseguenza infondate le accuse dell'Azienda disponendo per l'archiviazione della querela ATM (sentenza n 19681/04 R.G.N.R. e 222414/06 R.G.G.I.P. dell’1 giugno 2007, emessa dal Tribunale di Milano).
Il provvedimento di licenziamento nei confronti di Pianeta era stato confermato dal consiglio di disciplina; il parallelo procedimento penale, invece, si è concluso con l’assoluzione di Andrea e l’archiviazione della querela dell’ATM.

Purtroppo solo nel mondo del lavoro vale il concetto di “pena immediata” rispetto alla conferma delle eventuali “colpe” e questo è inaccettabile.

Andrea Pianeta è in condizioni di indigenza. Nel frattempo oltre al lavoro è rimasto senza casa e tutto gli ha creato problemi di salute.
Dobbiamo tutti dire grazie ad Andrea Pianeta e mobilitarci per riportarlo al lavoro!

E’ una brutta vicenda di per sé, per quello che significa, per il messaggio che fa circolare.
La democrazia sindacale e la libertà di parola nei luoghi di lavoro come nella società merita qualche maggiore e più sensibile attenzione.

Le altre recenti vicende disciplinari, che hanno coinvolto [nelle ferrovie e nei trasporti ma anche nelle fabbriche e negli uffici] Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), rappresentanti o delegati sindacali (RSU, RSA) e semplici lavoratori , solo perché “rei” di aver evidenziato situazioni di pericolo nelle aziende e la “disattenzione” dei datori di lavoro verso i problemi della sicurezza, sono un campanello di allarme per tutti.  

Nel caso in questione, infine, in gioco vi è essenzialmente il diritto democratico di non essere d’accordo, di esprimersi liberamente dentro e fuori l’impresa.

Ancor più grave è l’uso del licenziamento che colpisce un bene fondamentale del lavoratore, cioè il suo lavoro, come monito per far abbassare la testa a tutti su questioni fondamentali come la sicurezza.

L’appello, sulla scorta di valori chiari, fondanti e fondamentali, impegna tutti ad ogni livello per l’obiettivo di far rientrare Andrea Pianeta nel mondo del lavoro, presso i colleghi, al di là dei procedimenti giudiziari in corso, nei quali speriamo ma che conosciamo fragili, costosi e lunghi. L’udienza di appello è infatti fissata al 28 gennaio 2009!

Lo hanno già fatto con successo i ferrovieri sostenuti da altri lavoratori per il caso dei colleghi licenziati dopo la trasmissione Report e per quello di Dante De Angelis (RLS/Rappresentante per la sicurezza dei macchinisti FS romani) facendolo diventare un caso nazionale fino al ritiro del licenziamento!

Creiamo perciò un fronte a 360 gradi attorno a questa battaglia.
PER LA SICUREZZA NECESSITA UNA VERA RIVOLUZIONE CULTURALE !!!
Firmando questo appello aderiamo alla Campagna unitaria locale e nazionale con l’obiettivo di riportare Andrea Pianeta al suo posto di lavoro in ATM. Dobbiamo essere uno per tutti e tutti per uno! 

Le adesioni si raccolgono inviandole all’indirizzo:
Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”
presso Sindacato CILDI  Via Canzio 14, 20131 Milano

Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”
presso Sindacato CUB-Cobas PT  Via Teodosio 9 ,  20131 Milano

oppure tramite e-mail a : cmslavoratori@tele2.it

oppurre wisitando l'apposita pagina web
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Il Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”
Ferrovie/ OrSA Macchinisti Uniti Lombardia; Ferrovie e Appalti Ferroviari /CUB Trasporti Lombardia; Ferrovie / SdL; Ferrovie Nord Milano /ATTAC Milano;  Nord Servizi srl/ RSU/RLS; ATM Milano/ FILDIAI-CILDI; ATM Milano/ SAMA-FAISA Confail; ATM Metropolitana Milanese / OrSA Macchinisti Uniti; TPM Monza/ Lavoratori Trasporti Pubblici Monzesi; Trasporto Aereo/ CUB Trasporto Aereo; IBM Vimercate/ lavoratori IBM; Alfa Romeo Arese/ FLMU-CUB; Bartolini Progetti/ lavoratori ex-Siemens; Poste/Cobas PT CUB; Banche/ FALCRI BNL; Scuola / L’AltrascuolA Unicobas Lombardia; Comune di Milano/ RdB-CUB; Sanità /SAP Unicobas Sanità; AMSA Milano/ FLAICA-CUB; 
CUB Lombardia; CIB Unicobas Lombardia; OrSA Lombardia; ACU/Associazione Consumatori Utenti;  ATTAC ;  Comitato Milano-Brianza

22 aprile

Una scia interminabile di sangue sui cantieri ferroviari.
In otto mesi cinque morti e sette feriti solo tra gli operai di manutenzione ed addetti alla costruzione di linee AV, spesso dipendenti di imprese che lavorano in appalto e sub-appalto.
FERRARA, 22 APR - La vittima dell'incidente sulla Bologna-Venezia è un bosniaco di 21 anni, M.A.. Secondo una prima ricostruzione, il giovane ha attraversato i binari portando a braccia una fresatrice. Il locomotore lo ha colpito alla testa. M.A. lavorava per un'azienda di Treviso che è impegnata nella costruzione di una cavalcavia della Cispadana e il cui cantiere è stato allestito nell'area della ferrovia. L'appalto è della Provincia di Ferrara, il cui presidente, Piergiorgio Dall'Acqua, è andato sul luogo dell'incidente. Sono intervenuti anche medicina e ispettorato del lavoro, polizia ferroviaria col coordinamento della Squadra mobile di Ferrara e del pm di turno Angela Scorza. Sono stati avviati accertamenti per controllare le misure di messa in sicurezza del cantiere. (ANSA)

7 aprile 2008

Cargo Day: il verbale.
Il personale della Cargo a Maddaloni-Marcianise si è riunito nella sala pdm per discutere su i vari punti esposti nella locandina; mancava per ovvi motivi la manovra passata il 31 dicembre 2007 ad RFI per scissione di ramo d'azienda. Molti nell'impossibilità di partecipare, causa turno di lavoro o impegnati in ben 4 scuole di aggiornamento professionale, mai successo prima d'ora, hanno dato la loro disponibilità ed approvazione tramite telefono ed email per l'intera giornata. Sono intervenuti anche macchinisti della TMR e della Pax del nostro territorio. Premesso che il messaggio è arrivato a tutti già nei giorni precedenti, si è potuto stipulare tranquillamente il seguente verbale in presenza di 20 lavoratori per la maggior parte macchinisti:
1)sulla nuova organizzazione cargo formulata da tagli c'è stata una condanna all'unanimità della politica dei vari governi che si sono succeduti e di quella aziendale fatta solo di abbandono del traffico merci su rotaia nel corso degli anni. Pertanto si propone di unificare le lotte anche con le altre divisioni per la difesa di un trasporto ferroviario pubblico e contro le privatizzazioni/liberalizzazioni come causa di riduzione di posti di lavoro e spacchettamento della forza lavoratrice sempre più debole nelle trattative aziendali. Importante il segnale dello sciopero cargo in Liguria da ripetersi a livello nazionale.
2)Per l'esclusione del macchinista Cargo dal lavoro usurante si propone una manifestazione ed un eventuale sciopero, in più il rifiuto verso l'azienda nei prossimi giorni di far utilizzare pdm cargo alla guida dei treni viaggiatori visto che è un lavoro usurante.
3)Sulle norme RFI, riguardanti agente solo senza accompagnamento ai treni, il netto rifiuto di partire da soli.
L'agente solo , con le attuali 10 ore di lavoro ,le riduzioni di soste per refezioni e dei riposi giornalieri e RFR, con in più l'esistenza dei coni d'ombra nell'utilizzo dei telefoni, che determinano incertezza su eventuali soccorsi alle persone ed al personale dei treni soprattutto nelle gallerie, porterà soltanto ad aumentare tali rischi, responsabilità e maggiori carichi di lavoro per ciascun macchinista con la perdita di molti posti di lavoro. La lotta contro l'agente solo deve essere comune per tutto il pdm delle diverse divisioni e società per le conseguenze comuni e negative che comporta. Inoltre è utile esprimere lettere di solidarietà alle altre società europee,come la ECR francese (società privata cargo) che ha intrapreso una lotta contro la deregolamentazione dell'orario di lavoro e per il salario, ed agli altri macchinisti europei per una lotta comune per la conquista di un rispettoso salario ed un umano orario di lavoro
4) Per gli atteggiamenti aziendali atti ad aggravare l'attuale normativa di lavoro,vedi nastri lavorativi, turni a griglia, mense, ecc, e le continue restrizioni e tagli di ogni genere è necessario spingere ad organizzarsi, vista la carenza di un supporto reale delle ooss impegnate alla stipula del CCNL, le RSU ed RLS ad essere sempre più autonome sia dalla parte aziendale e sia dalla parte delle ooss in modo tale da rendere il loro lavoro informativo e di rappresentanza nelle sedi opportune più efficace ma soprattutto come maggiore collante fra i macchinisti, per far partecipi molti tra quelli più sensibili, affinché insieme possano coinvolgere la categoria intera per una volontà di ripresa dai pericoli che ci stanno riversando addosso (quasi accettati supinamente o con il silenzio/assenso da parte sindacale) e favorire il nostro riscatto.
Maddaloni-Marcianise, 7.4.08
I lavoratori ed i macchinisti Cargo

6 aprile

626 Run - Una corsa per il lavoro sicuro626RUN_Prato_19 aprile 2008
1a EDIZIONE - Prato - 19 aprile 2008
in ricordo di Carmine Ruotolo, lavoratore.
Ritrovo dalle ore 8.00 in Piazza Duomo - Partenza ore 9,30
Tassa d’iscrizione a piacere (da 1 Euro in poi come donazione)

Una corsa/camminata non competitiva di 6,260 Km, che partendo da Piazza del Duomo percorrerà la città toccando alcuni luoghi simbolo del lavoro pratese tra cui quello dove nel 2006 Carmine Ruotolo, lavoratore emigrato a Prato con la famiglia alla ricerca di un lavoro più sicuro, trovò la morte. La corsa sarà un motivo per ricordare tutti i lavoratori che non sono più qui e che grazie al loro impegno hanno contribuito al nostro benessere e tutti gli sforzi che ogni giorno vengono fatti dalla nostra comunità per migliorare le condizioni di lavoro.

info. Tel 0574 435507 - 0574 691133 - 0574 445266
Col patrocinio della PROVINCIA DI PRATO, ANMIL, FIL, UIP, Cavalieri Prato Rugby, CNA, Confartigianato, CGIL, CISL, UIL, INAIL, Scuola Edile.
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6 aprile 2008

Una Corte, zitta zitta, promuove la Bolkestein.
I lavoratori distaccati - quelli inviati da un'impresa all'estero - possono guadagnare meno dei loro colleghi contrattualizzati da una società del posto. Cose che succedono, nella pratica; ma da ieri questa discriminazione è diventata legale, avvalorata da una sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo. I giudici comunitari hanno infatti stabilito che alla direttiva europea sui lavoratori distaccati non deve necessariamente venire applicato il salario minimo del paese in cui un'impresa manda i propri dipendenti a lavorare. In pratica che il principio della libera prestazione dei servizi, sancito dall'articolo 49 dei Trattati, primeggia sulla non discriminazione salariale. Di fatto: si promuove il dumping sociale.
La Commissione europea ha reagito indirettamente alla sentenza - che riguarda un contenzioso tra il land tedesco della Bassa Sassonia e l'impresa Object und Bauregie, vincitrice di un appalto di edilizia pubblica - invocando, per bocca del commissario al lavoro Vladimir Spidla, «una maggiore cooperazione amministrativa tra gli Stati membri», per facilitare l'impiego dei lavoratori, distaccati, circa un milione in Europa. Lo stesso Spidla ha poi aggiunto di volersi «battere contro ogni forma di dumping sociale», ma all'interno del quadro della direttiva. Il problema è che è proprio questa, almeno per come viene letta dalla Corte del Lussemburgo, a generare dumping sociale; il problema, insomma, è a monte.
Ed è un problema grosso, sostiene Francio Wurtz, capogruppo del Gue (comunisti e verdi scandinavi) al Parlamento europeo: «questa è la terza sentenza di fila - dopo il caso Laval-Vaxholm e quello Viking - che in poche settimane arriva a legittimare il dumping sociale». Il tutto, insiste Wurtz, «sulla base dell'art. 49 sulla libera prestazione dei servizi». L'approvazione della famosa direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi nella Ue implicava una revisione della norma sui lavoratori distaccati, in modo da aumentare le garanzie e le tutele ed evitare il dumping sociale. Le cose sono però andate diversamente: nessuna revisione e la Corte, di recente, legifera costantemente in senso contrario.
Quest'ultima volta il contenzioso è nato intorno all'appalto per la costruzione del penitenziario di Gottingen-Rosdorf, vinto dalla Object und Bauregie. Secondo la legge della Bassa Sassonia tutte le imprese, comprese quelle subcontrattate, devono applicare almeno il salario minimo previsto dal contratto collettivo vigente, pena una penale dell'l% del valore dell'appalto. Un'impresa polacca subappaltatrice ha invece versato ai suoi 53 dipendenti impegnati nel cantiere il 46,57% del salario minimo e per questo il governo regionale ha chiesto 85.000 euro di penale alla Object und Bauregie per violazione dell'obbligo sulle retribuzioni. Ieri la Corte di Giustizia ha invece detto che le disposizioni regionali sul salario minimo non sono compatibili con la direttiva sui lavoratori distaccati, in pratica che la penale non va pagata. E i salari, quindi, possono essere differenziati.
(Alberto D'Argenzio - il manifesto - 6 aprile 2008)

5 aprile

FERROVIE: TRENO FERMO VICINO ROMA, CONVOGLI SU LINEA LENTA (ANSA) - ROMA, 5 APR - Tutti i treni diretti Nord-Sud e Sud-Nord sono stati deviati sulla linea lenta Roma-Firenze con ritardi medi tra 40 e 50 minuti.
Lo comunica, in una nota, l'ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato spiegando che «alle 16.07 sulla linea direttissima Roma-Firenze, nel tratto tra Settebagni e Capena, il treno 'Es 9396' diretto ad Udine si è fermato per un inconveniente tecnico provocato da un corpo estraneo presente sulla sede ferroviaria». «L'ES 9396 - prosegue la nota, è retrocesso fino alla stazione di Settebagni dove i viaggiatori saranno trasbordati e continueranno il loro viaggio con altro materiale ES; anche il treno regionale 2311 che seguiva l'ES è stato retrocesso fino la stazione di Orte, dove i viaggiatori hanno proseguito con altro treno regionale. Sono in corso accertamenti per verificare le cause di tale inconveniente».(ANSA).

2 aprile

 FS: PORTE SI SPALANCANO IN CORSA AD EMPOLI SUL LIVORNO-FIRENZE
(AGI) - Firenze, 2 apr. - "Poteva essere l'ennesima tragedia dovuta al cattivo funzionamento delle porte e alla 'semplificazione' dei regolamenti voluta dalle FS. Poco dopo la stazione di Empoli le porte del treno 3114 partito da Livorno si sono spalancate in corsa. Il treno nonostante il guasto al controllo delle porte gia' segnalato dalla mattina presto a Firenze avrebbe viaggiato ancora tutta la giornata in quelle condizioni". E' quanto denunciano, in una nota, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri. "I viaggiatori che affollavano il treno terrorizzati, hanno avvisato immediatamente il personale di bordo che si arrestava in piena linea poco dopo la stazione di Empoli, sulla linea Pisa-Firenze. La cosa piu' grave e' la sottovalutazione del rischio porte da parte della dirigenza, anche dopo i numerosissimi incidenti che hanno causato morti e infortuni gravissimi a ferrovieri e viaggiatori: 800 infortuni solo negli ultimi due anni, alcuni dei quali gravissimi. Non e' servita neanche la condanna del Tribunale di Prato a tre dirigenti nazionali per un infortunio mortale causato proprio da un porta malfunzionante.
I ferrovieri sono costretti a partire anche quando il macchinista non puo' controllare le porte dalla cabina e per tutto il viaggio rimane al capotreno il compito "impossibile" di controllare decine di porte contemporaneamente.
Anche alla luce della scampata tragedia di oggi integreremo le nostre denuncie alla Procura Generale, a tutela della sicurezza dei viaggiatori e degli stessi ferrovieri, spesso vittime anch'essi di queste gravi lacune".(AGI)

23 marzo

Ferroviere ferito, Trenitalia a giudizio.
Il capotreno perse un piede. «Le Fs dovevano valutare il rischio»

Trenitalia sarà sul banco degli imputati il prossimo 4 giugno al Tribunale di Piacenza. E' stato rinviato a giudizio il responsabile dell'unità produttiva e dell'assistenza passeggeri delle ex Fs Vincenzo Saccà, accusato dalla procura di Piacenza "di non aver valutato il rischio meccanico" nel gravissimo infortunio accorso al capotreno Antonio Di Luccio, 50enne bolognese che a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto sul terzo binario della stazione ferroviaria di piazzale Marconi - nel marzo del 2006 - ha subito la semiamputazione della gamba destra e la perdita del piede sinistro. Il capotreno era in servizio sull'intercity Rimini-Milano quando, nelle operazioni di partenza del convoglio dalla stazione di Piacenza, il suo braccio era rimasto irrimediabilmente intrappolato nelle porte automatiche del treno. Secondo le perizie dell'Ausl di Piacenza e dell'ingegnere Giovanni Lanati disposte dal sostituto Gilberto Casari, Trenitalia non avrebbe calcolato il "rischio" a cui il capotreno era stato esposto, inducendolo all'errore e favorendone il gravissimo infortunio. Ma anche un difetto della porta di chiusura dell'intercity potrebbe essere alla base delle lesioni che sono costate al capotreno 50enne di Bologna la parziale perdita di una gamba e l'amputazione di un piede.
Un processo, quello in programma il 4 giugno prossimo, che potrebbe creare un precedente in merito agli infortuni sul lavoro del personale viaggiante di Trenitalia.
L'accusa che la procura della Repubblica di Piacenza muove al responsabile di Trenitalia Vincenzo Saccà è di lesioni gravissime e di mancata applicazione dell'articolo 4 della legge 626. Il capotreno si appresta a costituirsi parte civile, e con tutta probabilità richiederà un risarcimento-record.
Il 9 marzo 2006, la tragedia si è consumata in una manciata di secondi. Antonio Di Luccio subito dopo l'incidente è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Piacenza. E' stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato diverse ore nel tentativo di salvargli almeno la gamba sinistra. Il ferroviere era in servizio sul treno Intercity 552 partito da Rimini e diretto a Milano. Il convoglio alle 8 e 15 aveva fatto tappa nella stazione di Piacenza e si accingeva a ripartire. Il capotreno aveva appena dato il via libera al macchinista e a un collega del personale ferroviario in coda al convoglio. Il treno si è quindi mosso e Di Luccio è salito sulla carrozza. Proprio in quel momento lo sportello del vagone (il secondo dalla testa) si è chiuso automaticamente, bloccandogli il braccio destro. Di Luccio ha tentato di mantenersi in equilibrio per qualche istante, mentre il treno prendeva velocità e il predellino retrattile del vagone si richiudeva. Il convoglio ha finito per trascinare sotto di sé l'uomo per diversi metri. Le grida di aiuto del ferroviere e di altri passeggeri hanno indotto il macchinista a frenare. Ma purtroppo, per gli arti di Di Luccio non c'è stato nulla da fare. La prima udienza del processo è stata fissata per mercoledì 4 giugno.
(Mattia Motta - www.liberta.it)
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Guarda il cortometraggio "Antonio ferroviere" che affronta la vicenda del gravissimo infortunio sul lavoro occorso nel 2006 al collega Capotreno di Bologna ANTONIO DI LUCCIO nella stazione di Piacenza, vicenda a cui è stato dato largo spazio informativo all’epoca.
E’ un documento significativo, che per il particolare impatto emotivo e messaggio, sta ottenendo importanti riconoscimenti di pubblico e critica in numerosissime rassegne cinematografiche in Italia ed in Europa.

20 marzo

Sì del Consiglio dei ministri allo schema di decreto legislativo che prevede il prepensionamento per i lavoratori che svolgono attività usuranti.
Il provvedimento, che attua una delle deleghe previste dal protocollo welfare, ha tempi strettissimi, visto che la delega scade a fine mese. Lo sconto di 3 anni sul pensionamento interessa 4 categorie di lavoratori: da quelli indicati nella tabella Salvi (minatori, addetti alla lavorazione dell'amianto, palombari) agli addetti delle linee di montaggio, dai conducenti di mezzi pubblici (con almeno 9 posti), ai lavoratori notturni. Per i lavoratori impegnati in lavori notturni, il diritto al pensionamento anticipato è scaglionato su tre fasce. In pensione un anno prima per coloro che lavorano fra 64 e 71 notti l'anno; due anni di anticipo per chi lavora fra le 72 e le 77 notti l'anno e tre anni di anticipo per chi lavora oltre 77 notti l'anno. La decorrenza è dal primo luglio 2009. Damiano si è detto soddisfatto «per un lavoro lungo, tenace e silenzioso».
Per il ministro per i Rappporti con il Parlamento Vannino Chiti il decreto legislativo sui lavori usuranti, «adottato dal consiglio dei ministri in via preliminare questa mattina, consente di non far scadere la delega e di avere 60 giorni a disposizione per la decisione definitiva. La delega, in caso contrario, sarebbe scaduta il 31 marzo. Le commissioni parlamentari hanno adesso 30 giorni di tempo per esprimere il loro parere». Sul provvedimento attacca il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero. «I ministri della Sinistra Arcobaleno - dice Ferrero - si sono astenuti. Abbiamo spinto molto perché si facesse il decreto legislativo, ma i contenuti concreti sono davvero minimi e confermano il brutto accordo del protocollo sul Welfare». Per Ferrero la platea interessata dal provvedimento è troppo piccola: «si tratta di 2-3 mila lavoratori».
(N.Co. - www.ilsole24ore.com)
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Scarica il testo del decreto.

19 marzo

Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro e DM 388/2003.
I pareri delle Commissioni "Lavoro pubblico e privato" e "Affari sociali" della Camera dei deputati, e quello della Conferenza Stato-Regioni (con emendamenti).
Attenzione!
Nel documento della Conferenza Stato-Regioni, a pagina 5 (art. 45.2) sembrano essere messo in discussione le linee guida per l'applicazione del DM 388/2003 nelle ferrovie, se è vero che verrà rimandato il tutto ad appositi decreti attuativi.
Occorre pertanto la mobilitazione di tutti i ferrovieri, RLS e sindacati affinché quelle linee guida rimangano il riferimento principale per l'applicazione della normativa.

19 marzo

Dal RLS Salvatore Messina di Verona
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La USSL 20 di Verona sanziona Trenitalia
per la mancata informazione/formazione dei lavoratori, consultazione e informazione del RLS ed altro...
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Richiedere il documento direttamente al curatore del sito.

 

19 marzo

Cargo: quale futuro?
7 aprile 2008
giornata di informazione e discussione
per tutto il PdM e il personale settore trasporto merci.
Cargo-Day
Scarica e diffondi il volantino dell'iniziativa

18 marzo

Incontro con Direttore Agenzia Nazionale Sicurezza delle ferrovie
Con Decreto del Ministro dei Trasporti emanato in data 22 febbraio 2008 è stato formalmente immesso nelle funzioni di Direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie l’Ing. Alberto Chiovelli.
Tale decisione avvia, di fatto, le procedure volte a rendere operativo il nuovo soggetto istituzionale.
A tal fine dovranno essere emanati ulteriori decreti attuativi segnatamente in relazione all’organizzazione e alla contabilità dell’agenzia.
Dovrà, inoltre, essere redatto lo Statuto che disciplinerà l’operatività della struttura. Per tali ragioni la riunione del 13 marzo scorso svoltasi presso la sede del Cesifer di Firenze si è risolta nei convenevoli dei saluti e dei propositi del Direttore dell’Agenzia. Tuttavia taluni problemi, soprattutto in relazione all’avvio del funzionamento dell’Agenzia che dovrà essere assicurato con personale proveniente da FS SpA, RFI SpA e società controllate da FS SpA, emergono da subito. Problemi previsti in anticipo dalle OO,SS, che il Governo con l’emanazione del Decreto Legislativo di attuazione delle Direttive 2004/49/CE e 2004/51/CE, non ha tenuto in conto. Gli stessi temi saranno portati all’attenzione del Governo che s’insedierà dopo le elezioni di aprile.
E’ indubbio che non essendo stata accolta per “legge” la richiesta delle OO.SS. di applicazione del CCNL delle A.F., le condizioni contrattuali e le modalità di transito dei dipendenti FS dovranno, è la nostra richiesta forte, essere negoziate e normate con specifico accordo sindacale.
In tale contesto le unilaterali iniziative di RFI rispetto al proprio personale potenzialmente interessato al transito appaiono confuse e non rispettose, non solo di corrette relazioni industriali, ma persino in relazione ai contenuti del Decreto. Per tali ragioni esse vanno contrastate.
Il Direttore dell’Agenzia nella riunione tenutasi il 13 u.s. ha assunto un suo primo impegno volto a garantire trasparenza su tutti gli atti dell’Agenzia e un corretto e non formalistico rapporto con le OO.SS.
A tale impegno dovrà essere rapidamente richiamato l’A.D. di RFI.

18 marzo

MACCHINISTI PUGNALATI ALLE SPALLE !
LA LEGGE DI RECEPIMENTO DELL’ ACCORDO SINDACALE DEL 23 LUGLIO 2007 NE STRAVOLGE IL SENSO E CI ESCLUDE DAI BENEFICI .
LA SIBILLINA SPECIFICAZIONE DELLA TIPOLOGIA “TRASPORTO DI PERSONE” HA ESCLUSO DAI BENEFICI DELLA LEGGE TUTTI I MACCHINISTI ADDETTI AI TRENI MERCI OLTRE A TUTTI GLI ALTRI LAVORATORI DEL SETTORE MERCI ADDETTI ALLA GUIDA DI MEZZI PESANTI.
QUINDI TUTTI I MACCHINISTI CARGO SONO ESCLUSI DAI BENEFICI DELLA LEGGE SUI LAVORI USURANTI. UNA VERA INGIUSTIZIA SOCIALE CHE DEVE ESSERE SANATA.
Migliaia di lavoratori si troveranno a guidare treni merci o camion fino a 65 anni, contro ogni evidenza fisiologica, contro la sicurezza e contro il buon senso.
Una scelta cinica e ingiustificabile perché i macchinisti dei treni merci “soffrono” condizioni di lavoro usuranti pari o maggiori di quelle dei treni viaggiatori per il semplice fatto che lavorano prevalentemente di notte, su mezzi molto più obsoleti ed esposti a maggiori rischi multifattoriali per la salute.
Chi ha promosso e firmato quell’accordo deve rispondere del suo stravolgimento davanti ai lavoratori così ingiustamente penalizzati.
Il ministro Cesare Damiano e i parlamentari impegnati in queste ore nell’approvazione della legge delega di attuazione, hanno il dovere di intervenire e correggere questa grave ingiustizia.
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Scarica la lettera inviata da Dante De Angelis al Ministro del Lavoro on. Cesare Damiano.
Scarica e diffondi il volantino informativo
Scarica il testo della legge 247/2007 ("Protocollo welfare") con evidenziato il riferimento alle attività usuranti.

8 marzo

Strage di Molfetta, indagati anche dirigenti FS e Cemat
FONTE: ANSA - 8 mazo 2008 - Molfetta, cinque indagati.
Gli indagati sono due dirigenti di Fs logistica (società di Ferrovie dello Stato proprietaria della cisterna), un dirigente della Cemat Puglia, che gestisce il deposito delle cisterne a Bari, due dell'azienda 'La Cinque Biotrans', con la quale Fs logistica ha un contratto di manutenzione e gestione delle cisterne utilizzate.
GLI INDAGATI
I due dirigenti di Fs Logistica, proprietaria della cisterna 'della morte', sono Mario Castaldo e Alessandro Buonopane, responsabile del progetto trasferimento zolfo; il dirigente di Cemat Puglia, società che gestisce, organizza e commercializza in Italia il trasporto combinato strada - rotaia, Vincenzo Polito; un dirigente della società 'La Cinque Biotrans snc', incaricata da 'Fs logistica' della manutenzione e gestione delle cisterne utilizzate, Pasquale Campanile e Filippo Abbinante, l'autista della stessa società che ha materialmente condotto la 'cisterna della morte' dal deposito nel quale è stata parcheggiata per due mesi sino al 'Truck center'.
I cinque sarebbero indagati per vari reati. Il più grave sarebbe - a quanto si è potuto sapere - omicidio colposo plurimo.
SEQUESTRATA UNA CISTERNA IDENTICA
A quanto viene precisato, l'iscrizione nel registro degli indagati è stata fatta per motivi procedurali: per consentire cioé alcuni accertamenti tecnici, tra i quali anche l'esame delle sostanze prelevate nella 'cisterna della morte'. Per questo, gli indagati sono responsabili legali e dirigenti delle aziende che hanno la proprietà e la gestione delle cisterne e del traffico delle merci trasportate. Tra i primi esami da compiere - a quanto si è saputo - è, per esempio, la comparazione della 'cisterna della morte' con un'altra cisterna di Fs Logistica, del gruppo Ferrovie dello Stato, che pure era stata adibita al trasporto di zolfo liquido. La cisterna - sequestrata dalla procura di Trani - tre giorni fa era parcheggiata nello scalo intermodale Ferruccio di Bari ed è stata trasferita alla 'Truck center'. Il contenitore sequestrato era stato sottoposto a lavaggio, nella stessa azienda molfettese, tra il 29 febbraio e il primo marzo scorso. La cisterna in cui è avvenuta la tragedia era stata invece prelevata dallo scalo intermodale Ferruccio alle 8 del 3 marzo e trasferita alla 'Truck center'. Dopo il lavaggio, si sarebbero dovute sostituire due valvole per consentire il trasporto non più di zolfo liquido ma di acido solforico. Della sostituzione delle valvole era incaricata la ditta 'La Cinque Biotrans', uno dei due vettori di cui si serve Fs Logistica.
PROCURATORE, AVVISI ATTO DOVUTO
"E' un atto dovuto": con queste parole il procuratore della Repubblica di Trani (Bari), Nicola Barbera, ha motivato la notifica di un avviso di garanzia a cinque persone per la tragedia alla Truck Center di Molfetta. Barbera lo ha detto, rispondendo a giornalisti, mentre saliva a bordo della sua auto a conclusione dei funerali delle vittime della tragedia svoltisi nel pomeriggio. Il procuratore ha confermato che tra i reati ipotizzati a carico degli indagati c'é l'omicidio colposo plurimo, aggiungendo che potrebbero essere contestati anche reati di tipo amministrativo.
FS, NESSUN CONTRATTO CON 'TRUCK'
Tra Ferrovie dello Stato (compresa Fs Logistica) e il 'Truck center' di Molfetta non c'era alcun rapporto contrattuale. Lo ribadisce il Gruppo Ferrovie dello Stato, interpellato dall'ANSA a proposito delle indagini sulla tragedia di Molfetta e dell'emissione delle informazioni di garanzia a due suoi dirigenti avvenuta da parte della procura della Repubblica di Trani per procedere con accertamenti tecnici per i quali occorre informare le parti.
Già il 4 marzo scorso, il gruppo aveva avvertito che Fs Logistica ha un contratto "con la società Cinque di Bari, che opera da oltre vent'anni nello scalo intermodale di Bari": questo contratto comprende sia il trasporto su gomma delle cisterne sia la manutenzione ordinaria dei 'tank container', inclusa la bonifica delle cisterne. Era stata la società Cinque Biotrans di Bari a scegliere il 'Truck center' di Molfetta per la bonifica della cisterna nella quale sono rimaste avvelenate da esalazioni per reazioni chimiche dallo zolfo cinque persone. Le cisterne sono utilizzate da Fs per il trasferimento dello zolfo dalla Raffineria Eni di Taranto alla 'Nuova Solmine' di Scarlino (Grosseto); la tratta su gomma tra la Raffineria di Taranto e lo scalo ferroviario di Bari Ferruccio viene coperta da due operatori stradali, tra cui la Cinque Biotrans di Bari, "dotata della certificazione di qualità, idoneità al trasporto delle merci pericolose ed iscritta all'Albo dei Trasportatori di rifiuti", accreditata presso il gruppo Eni per fare il carico nelle raffinerie.

7 marzo

Testo Da Stefano Pennacchietti
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IL PROSSIMO SABATO 15 MARZO, A ROMA, DALLE ORE 15:00 IN POI, SI TERRA' UNA
INIZIATIVA PUBBLICA PRESSO LA FERMATA FS  QUATTRO VENTI (LINEA VITERBO),
QUARTIERE MONTEVERDE.

L'INIZIATIVA E' NATA DALLA VOLONTA' DEL "COMITATO PER LA VERITA' SULLA MORTE DEL FERROVIERE MASSIMO ROMANO" DI ROMPERE LA CAPPA DI SILENZIO SUGLI INCIDENTI MORTALI CHE SI STANNO VERIFICANDO CON FREQUENZA SEMPRE MAGGIORE NEGLI IMPIANTI FERROVIARI.
 I FERROVIERI E I CITTADINI TUTTI SONO INVITATI A PARTECIPARE

Scarica e diffondi la locandina con il programma ed il volantino dell'iniziativa.
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15 marzo 2008
SICUREZZA SUL LAVORO: MANIFESTAZIONE A ROMA "QUATTROVENTI"
Si e' svolta sabato scorso, 15 marzo, a Roma, presso la fermata FS Quattroventi, l'iniziativa pubblica "anche il ferroviere vuole il figlio dottore; ma a tempo indeterminato e in buona salute", una giornata in ricordo dei ferrovieri morti sul lavoro, contro la precarietà, per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori.

L'iniziativa fa parte della più ampia iniziativa della "carovana della rete nazionale per la sicurezza sul lavoro" che porterà nelle piazze di molte città italiane il tema della sicurezza sul lavoro.
E' stata promossa da: "comitato per la verità sulla morte del ferroviere Massimo Romano", comitato 5 aprile, assemblea dei lavoratori autoconvocati, associazione dei familiari vittime del lavoro "12 giugno", SDL, USI, conarsl, Federazione romana del PRC, Radio Popolare Roma, con il patrocinio del Comune di Roma e del xvi Municipio.
In apertura dell'assemblea c'e' stato un doveroso ricordo dei ferrovieri della direzione compartimentale infrastrutture di Roma, Massimo Romano e Anthony Forsithe, uccisi, entrambi a distanza di un anno, da un treno mentre lavoravano; travolti materialmente da un treno, ma simbolicamente da una filosofia d'impresa che sempre piu' mette davanti alla tutela della salute e della vita dei ferrovieri, l'esigenza della regolarità e della puntualità del servizio (e pure con scarsi risultati).
Un ricordo e' andato anche all'operaio Carlo Pistone, il capocantiere della ditta appaltatrice di costruzioni ferroviarie, travolto anch'egli da un treno la scorsa settimana sulla Torino-Milano.

Molti gli interventi: dalle rsu/rls delle ferrovie a quelle della Tyssenkrupp di Terni, dagli ispettori del lavoro ai tecnici della prevenzione delle ASL ai magistrati del lavoro.
Di grande importanza ed impatto emotivo e' stata la testimonianza di Antonio Di Luccio, un capotreno di Bologna che nel 2006 e' stato vittima di un grave incidente sul lavoro che gli ha causato l'amputazione delle gambe.
Alla manifestazione hanno partecipato circa 200 persone che malgrado il vento freddo che e' spirato dal calare del sole sono rimaste sulla piazza, sino al concerto finale, mostrando grande interesse per le tematiche del dibattito ed evidenziando che e' possibile e necessario allargare la problematica della sicurezza sul lavoro a tutta la società civile. Quella che si e' svolta sabato e' stata la prima di una serie di manifestazioni che la carovana per un lavoro sicuro porterà in giro per l'Italia, per poi verso la fine di maggio concludersi con una grande manifestazione nazionale di nuovo a Roma.

5 marzo

Da www.ancorainmarcia.it
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Porte delle vetture ferroviarie: la sentenza di Prato.
La sentenza, emessa il 29-11-07 dal Tribunale di Prato, a seguito della morte di una viaggiatrice precipitata dal treno  a causa della mancanza di adeguati dispositivi di sicurezza.
La sentenza mette in discussione le "regole" che le FS emanano riguardo la sicurezza.

Per tutti coloro che viaggiano in treno, per lavoro o per diletto e per tutti  quelli che si occupano di sicurezza può essere un utile lettura.

22 febbraio

AL PROCESSO CREVALCORE ACCOLTA RICHIESTA RLS: IMPUTAZIONE COATTA PER MORETTI, ELIA E PAGANELLI.
Mauro MorettiMichele EliaRespinta richiesta archiviazione della Procura nei confronti di tre dirigenti FS Bologna.
Oggi la Gup del Tribunale di Bologna, Rita Zaccariello, ha accolto l’opposizione presentata dai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura nei confronti di Mauro Moretti, Michele Elia e Giancarlo Paganelli e conseguentemente chiesto la loro imputazione coatta per le ipotesi di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni, nell’ambito del procedimento penale per il disastro di Crevalcore del 7 gennaio 2005 dove persero la vita 17 persone.
Prendiamo atto con favore la decisione del Tribunale di Bologna di respingere la richiesta del Pubblico Ministero Enrico Cieri che riteneva di escludere a priori dal processo i massimi dirigenti ferroviari e addebitare le responsabilità di quel disastro all’ultimo anello della catena, il più debole, quello che ha già pagato con la vita la pena massima, il nostro povero macchinista Vincenzo De Biase.
In attesa di conoscere le motivazioni del provvedimento ricordiamo che il nostro compagno di lavoro negli anni dell’elettronica, dei satelliti, dei cellulari e di internet, era stato lasciato da solo e senza sicurezze a guidare un treno a 120 Km/h in un muro di nebbia e col pedale dell’uomo morto.
I RLS hanno chiesto al Giudice con una circostanziata opposizione, disponibile sul sito www.ancorainmarcia.it, di valutare anche le scelte organizzative, le negligenze e le omissioni dei dirigenti e dei funzionari: tutti “errori umani” che la procura non riteneva di indagare concentrandosi solo su quello del macchinista.
Fin dal primo momento i RLS avevano criticato l’atteggiamento della Procura orientato prevalentemente a valutare in termini storici e di politica economica le iniziative assunte dai dirigenti successivamente al disastro, piuttosto che sul piano penale e delle responsabilità individuali, le azioni e le omissioni che hanno preceduto la tragedia.
L'inchiesta si era conclusa, oltre che con le tre richieste di archiviazione, anche con sette avvisi di fine indagine a carico degli altrettanti dirigenti locali di Rfi indagati per gli stessi reati.
Gli aspetti su cui è stato chiesto di approfondire le indagini sono in particolare: le modifiche regolamentari che hanno consentito la riduzione dell’equipaggio ad un solo macchinista; la costrizione a pedalare con l’infernale dispositivo dell’Uomo Morto che non aiuta ma stressa e distrae; la modifica del sistema degli incroci per risparmiare alcuni secondi, senza prima trovare soluzioni alternative per la sicurezza; la mancanza delle tavole di orientamento che avvisano il macchinista dell’approssimarsi del segnale ed le scelte riguardo gli investimenti in sistemi di sicurezza dirottati altrove per puri calcoli economici, senza tener conto delle linee a maggior rischio come la Verona Bologna, a binario unico e frequentemente interessate dalla nebbia.
Nei prossimi giorni, dopo aver approfondito le motivazioni del provvedimento sarà valutata attentamente l’ipotesi di presentare una nuova richiesta per aprire le indagini anche sui dirigenti di Trenitalia e del ministero dei trasporti, rimasti inspiegabilmente fuori dagli accertamenti penali.

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Scarica e diffondi la locandina

19 febbraio

Dal Coordinamento Macchinisti Uniti FVG
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COMUNICATO STAMPA del 19/02/2008 ore 17.00
MACCHINISTI INDAGATI: ASSOLTI! Il fatto non costituisce reato
Oggi il Giudice Monocratico dott. Lazzaro Emanuele ha assolto i due Macchinisti di Udine accusati di interruzione di pubblico servizio, a seguito del loro rifiuto di utilizzare una locomotiva attrezzata con il dispositivo “VACMA-Uomo Morto”. Tale dispositivo era stato precedentemente ritenuto non conforme alla Legge 626, dannoso per la salute e pericoloso per la sicurezza della circolazione ferroviaria, poiché l’utilizzo dello stesso induceva alla distrazione del Macchinista dagli eventi esterni, quali il corretto rispetto dei segnali di linea, ostacoli, ecc. Questa O.S. per anni ha denunciato la pericolosità del Vacma, avvallata dallo studio dell’Università di Tor Vergata e dalle numerose prescrizioni delle ASL di tutto il territorio nazionale. Nonostante i pareri negativi della comunità scientifica e di ben tre accordi nazionali sottoscritti fra le parti, Trenitalia continuava ad installare il Vacma su tutti i locomotori. L’arroganza della dirigenza FS ha di fatto causato i disservizi (ritardo, soppressione dei treni).
I Macchinisti sostenuti a tutti i livelli dall’ Or.S.A., con fermezza e nel pieno rispetto delle norme e delle leggi, rifiutando la guida dei treni equipaggiati con il dispositivo Uomo-Morto hanno garantito e continueranno a garantire i massimi livelli di sicurezza, in particolar riguardo dei passeggeri.
Oggi il Vacma-Uomo Morto non è più utilizzato sui locomotori e la sentenza di oggi conferma la correttezza delle iniziative intraprese da questo Sindacato e dai Macchinisti.
Il Coordinamento Macchinisti Uniti FVG

16 febbraio 2008

Roma, 15 feb. - Un'avaria al motore ha bloccato questa mattina il pendolino Roma-Milano, Etr 485/041 (treno 9302), sulla direttissima tra Orte ed Orvieto.
La notizia, riportata dai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, e' stata confermata dalle Ferrovie dello Stato, secondo cui il guasto non ha comportato problemi di sicurezza. Per i Rls, il blocco di un asse, mentre il treno procedeva alla velocita' di 220 Km orari, ha causato un principio d'incendio; i macchinisti sono riusciti a fermare il treno fuori dalla galleria. I Rls, che nei giorni scorsi avevano denunciato il preoccupante fenomeno degli incidenti sui pendolini, hanno invitato i macchinisti a ridurre cautelativamente la velocita' dei treni. "A seguito delle nostre iniziative e delle misure adottate dai macchinisti - si legge in una nota - l'azienda ci aveva convocato, dando assicurazioni sull'individuazione delle cause e sui rimedi adottati. Oggi denunciamo l'inaffidabilita' dei dirigenti ferroviari e le vane assicurazioni dell'azienda ed invochiamo nuovamente l'intervento dell'autorita' giudiziaria per evitare altri incidenti. Intanto ci faremo promotori di nuove iniziative a tutela di chi viaggia e lavora". (AGI)

14 febbraio

Trasporti: più risorse per le ferrovie regionali Trasporti: più risorse per le ferrovie regionali
Errani: va scongiurato il pericolo che siano tagliati i servizi per i pendolari.
Servono maggiori risorse per le tratte ferroviarie regionali usate dai pendolari. Questo il senso di un ordine del giorno approvato oggi dalla Conferenza delle Regioni, e di cui ha parlato con i giornalisti il presidente Vasco Errani.
L'ordine del giorno, ha sottolineato, ''pone la questione delle risorse per le ferrovie perche' questo ha una influenza decisiva sul trasporto ferroviario regionale e i servizi per i pendolari, che per noi sono una priorita'''. Con il governo, ha ricordato, ''abbiamo fatto una intesa molto importante sul trasporto pubblico locale per la finanziaria 2008, ma occorre dare risposte anche sul tema delle ferrovie, e in questo documento chiediamo appunto un equilibrio complessivo''.
Nell'ordine del giorno in particolare si chiede che per il triennio 2008-2010 i trasferimenti per il trasporto pubblico d'interesse regionale e locale ''siano aggiornati al tasso di inflazione e al trend di sviluppo programmato per ciascun anno del triennio, al fine di scongiurare il pericolo che si e' bloccata sul nascere l'attuazione del piano industriale di Fs e di impedire che siano addirittura operati tagli rilevanti ai servizi per i pendolari, vanificando così anche i potenziamenti infrastrutturali già realizzati o in corso di realizzazione''.
Nell’ordine del giorno in materia di servizi di trasporto ferroviario di interesse regionale e locale resi da Trenitalia, approvato dalla Conferenza delle Regioni, si legge che “l’Italia sta sostenendo un enorme sforzo tecnico ed economico per realizzare il progetto della rete Alta Velocità-Alta Capacità” e “le Regioni e le Province autonome hanno predisposto il proprio Piano di sviluppo del trasporto pubblico di interesse regionale e locale incentrato su un progressivo incremento dei collegamenti su ferro, sia sulla rete ferroviaria italiana che sulle reti regionali, fino a un + 35%, oltre che sulle reti metropolitane e sulle reti urbane ed interurbane su gomma” . “Il Piano industriale che FS ha presentato al Governo è perfettamente in linea con il predetto piano di sviluppo, per cui le Regioni lo condividono e lo sostengono, sia nella parte relativa allo sviluppo dei servizi, sia in quella riguardante gli investimenti finalizzati a migliorare la qualità, con particolare riferimento alla sicurezza ed al potenziamento ed ammodernamento del materiale rotabile”
“Nella Finanziaria 2007 – si legge ancora nell’ordine del giorno della Conferenza - lo Stato, a distanza di 10 anni, ha adeguato all'indice di inflazione le risorse assegnate al servizio ferroviario regionale reso da Trenitalia, aggiornandole da 1384 a 1695 milioni di Euro; ma nella Legge Finanziaria 2008” si è registrato un decremento di risorse che potrebbe determinare “le condizioni per un taglio dei servizi stessi nella misura determinata da Trenitalia del 25%, e di rendere conseguentemente ingestibili e conflittuali i rapporti contrattuali tra le Regioni e il Gruppo FS”. Una “riduzione dei servizi che sarebbe inammissibile e nello stesso tempo ingiustificabile, tenuto conto degli ingenti investimenti in infrastrutture programmati e in corso di realizzazione che, ove non congruamente utilizzati per incrementi di servizi medesimi, rischierebbero di rimanere fini a loro stessi” e colpirebbe “essenzialmente il trasporto di interesse regionale e locale” e quindi la mobilità dei pendolari.
Per questi motivi, le Regioni, “chiedono al Governo che nel triennio 2008-2010 i trasferimenti per il trasporto pubblico di interesse regionale e locale, di cui all’articolo 9 del decreto legislativo n. 422 del 1997, partendo dal livello di tali trasferimenti, come da ultimo riconosciuto per l'anno 2007 nella misura di 1.695 milioni di euro, siano aggiornati al tasso di inflazione ed al trend di sviluppo programmato per ciascun anno del triennio, al fine di scongiurare il pericolo che sia bloccata sul nascere l’attuazione del Piano industriale di FS, e di impedire che siano addirittura operati tagli rilevanti ai servizi per i pendolari, vanificando così anche i potenziamenti infrastrutturali già realizzati o in corso di realizzazione”.
(fonte: www.regioni.it)

12 febbraio 2008

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 31 del 6 febbraio 2008 il DPCM 21.12.2008
che dà attuazione all'articolo 4 comma 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123 che prevede la realizzazione del coordinamento delle attivita di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il decreto, emananato a seguito dell'acquisizione dell'intesa in sede di Conferenza unificata (di cui all'art. 8 del D.Lgs. 28 agosto 1997 n. 281) in data 20 dicembre 2007, intende rispondere all'esigenza di garantire l'uniformità dell'attività di prevenzione e vigilanza della pubblica amministrazione su tutto il territorio nazionale, anche al fine di individuare le priorità e le modalità dei rispettivi interventi nonché le sinergie da sviluppare.
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Scarica il testo del DPCM

11 febbraio 2008

DOCUMENTO FINALE ASSEMBLEA FIRENZE 11 FEBBRAIO 2008
L’Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, riunitasi oggi a Firenze, ha registrato la partecipazione di delegazioni provenienti da tutta la rete per decidere le iniziative da assumere in merito ai recenti fatti disciplinari di Bologna e, più in generale, per la sicurezza in ferrovia.
La recente analisi Eurostat sulla incidentalità delle reti ferroviarie indica FS tra le più insicure d’Europa e mentre i mass media dedicano ampi spazi alla sicurezza sul lavoro, le nostre FS adottano provvedimenti disciplinari di natura strategica (Bologna), puntano all’introduzione di un solo macchinista, modificano in peggio le normative sulle porte, utilizzano apprendisti come lavoratori professionalizzati, esternalizzano i processi manutentivi nelle officine e nelle infrastrutture, quelli amministrativi e di vendita.
Viene avanti incontrastato il processo di liberalizzazione che si scarica sulle condizioni economiche e normative dei ferrovieri, nonché sui livelli di manutenzione degli impianti e dei mezzi: dunque sulla sicurezza.
In ambito FS esiste il rischio di ulteriori processi di esternalizzazione, di cessioni e/o di immissione nel mercato azionario di pezzi del gruppo ritenuti redditizi.
L’Assemblea Nazionale, nel ribadire la necessità di una clausola sociale prevista per legge, denuncia il pericolo di una falsa soluzione realizzata attraverso un livellamento al ribasso di un unico CCNL con gli autoferrotranvieri. Infatti, qualora una cospicua parte degli aspetti economici e normativi venisse spostata sui contratti aziendali, ciò non risolverebbe il problema del differente costo del lavoro, legittimando la concorrenza sleale all’interno dello stesso contratto e sollevando la classe politica da responsabilità morali.
Su tutta questa materia è evidente una carenza di informazione sindacale verso i ferrovieri che apprendono dei contratti dopo la loro stipula.
L’Assemblea Nazionale, nel ricordare tutti i caduti sul lavoro nell’ambito della categoria e, per ultimo, il collega apprendista della manutenzione infrastruttura Anthony H. Forsythe, ritiene necessario:
1) nominare referenti locali che si impegnino a veicolare le informazioni tra i colleghi di lavoro, al fine di perseguire l’unità di tutti i ferrovieri quale obiettivo strategico per la difesa e il miglioramento della sicurezza, delle condizioni sociali ed economiche;
2) attivare le procedure di raffreddamento per una prossima azione di sciopero, sollecitando contemporaneamente le Segreterie sindacali dell’Emilia Romagna a dar seguito agli impegni assunti circa la proclamazione di uno sciopero contro i provvedimenti disciplinari;
3) produrre un documento informativo destinato ai ferrovieri e all’utenza da distribuire su larga scala;
4) partecipare al convegno sulla salute e sicurezza organizzato a Bologna per il prossimo 16 febbraio;
5) indire una manifestazione sulla salute e sicurezza (uso distorto del potere disciplinare, agente solo, porte, apprendisti, orario di lavoro, ecc.) da organizzare nella 1° decade di aprile;
6) affermare l’inapplicabilità delle norme emanate da RFI e Trenitalia relative all’utilizzo dell’agente solo e alla gestione delle porte in quanto comporterebbero un grave ed irresponsabile peggioramento delle condizioni di sicurezza. Con riferimento al blocco porte ed ai casi di più porte inefficienti viene
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Scarica e diffondi il documento finale. Guarda alcune foto della giornata.

9 febbraio 2008

Passaggi a livello: la Corte di Appello di Torino dà ancora ragione ai macchinisti.
Confermato l'annullamento della sanzione che Trenitalia aveva irrogato a due macchinisti di Torino che si erano rifiutati di superare un PL con sbarre aperte. Confermata la preminenza (gerarchia delle fonti) delle Leggi (Codice della Strada, art. 8 DPR 753/80) rispetto ai regolamenti ferroviari (IPCL).
Complimenti ai macchinisti e all'OrSA Piemonte che li ha assistiti.

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8 febbraio

Bozza del documento di linee guida per la piattaforma del nuovo “CCNL della Mobilità” per gli addetti al trasporto locale, ferroviario e servizi.
La bozza allegata sarà proposta unitariamente all’ Assemblea Nazionale Quadri e Delegati di settore Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl Trasporti, Orsa Trasporti, Faisa, Fast il giorno 21 febbraio p.v. per l’approvazione e per l’avvio della fase di assemblee in tutti i posti di lavoro.
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Scarica il testo della bozza CCNL.

7 febbraio

Da "CUB Trasporti "
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VIGILANTE SUI MEZZI RAILION: PRESCRIZIONE.
In data 23 gennaio 2008 il Dipartimento Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Varese, competente territorialmente, ha emesso Prescrizione nei confronti dell’impresa ferroviaria Cargo Railion.
La segnalazione era partita dalla Cub Trasporti Lombardia, in relazione al fatto che i macchinisti di quell’impresa, con una disposizione interna, venivano obbligati ad utilizzare il dispositivo vigilante 24h su 24, in particolare sui locomotori G2000, tenendo premuto il pedale con rilascio temporizzato.
Come noto tale situazione, già presente sui mezzi di trazione di Trenitalia SpA, aveva comportato indagini di alcune Procure e molteplici interventi delle UOTSLL con l’emissione di prescrizioni a carico di Trenitalia, dove si evidenziava la presenza di lavoro monotono e ripetitivo e si individuava il dispositivo come possibile fonte di distrazione; in seguito a ciò Trenitalia è stata costretta ad avviare un programma di interventi operativi per la disgiunzione del dispositivo.
La Cub Trasporti Lombardia nella propria segnalazione aveva inoltre fatto notare l’incongruenza con la Prescrizione della Direzione Tecnica RFI del 3.11.06 relativa all’Impiego del Dispositivo Vigilante, notificata a tutte le imprese ferroviarie, in cui l’obbligo di inserzione del Dispositivo stesso veniva limitato ai treni circolanti nel periodo notturno qualora non protetti da tecnologia ETCS/SCMT/SSC, escludendo la fascia diurna.

7 febbraio 2008

Da "associazione 12 gennaio"
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Comandi in caso di sciopero: annullata la sanzione ad un macchinista sanzionato da Trenitalia per non aver effettuato un "servizio minimo" di cui alla L. 146/90 poichè, in tale occasione era necessario un esplicito comando scritto.
Questa sentenza, in sintesi, afferma che in occasione di uno sciopero chiunque è libero di scioperare senza preoccuparsi di garantire alcun treno, perché tutti i turni sono sospesi. Sarà l’azienda a doversi preoccupare di comandare ad ognuno, esplicitamente, l’eventuale treno da garantire, insieme ai viaggi fuori servizio utili alla sua effettuazione, in un nastro compatibile alla giornata prevista dal turno. Ovviamente il personale comandato potrà comunque dichiararsi scioperante e chiedere la sostituzione ed in caso di risposta negativa pretendere di effettuare solo i treni garantiti con le opportune vetture o VOC a carico dell’Azienda.
Invitiamo pertanto tutti i sindacati a recepire questa sentenza adeguando opportunamente le norme di effettuazione per i prossimi scioperi e come sempre confidiamo nei nostri colleghi affinché vigilino che questo risultato non venga ignorato, facendolo proprio ed agendo in prima persona, com’è sempre stato nella tradizione dei ferrovieri determinati ad auto-difendersi.
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Scarica e diffondi il testo della sentenza ed il volantino curato da "associazione 12 gennaio".

6 febbraio 2008

INCIDENTI PENDOLINI:
RLS ANNUNCIANO IL RITORNO ALLA NORMALITA’.
Dopo i cinque incidenti che avevano messo in allarme tutti i ferrovieri e ci avevano costretti ad indicare una riduzione di velocità su tutti i treni della flotta ETR 460 - 470 e 480, da oggi a seguito delle informazioni ricevute dai vertici aziendali, abbiamo informato tutti del ritorno alla normalità”. E’ quanto annunciano i delegati RLS dei ferrovieri che nei giorni scorsi avevano precauzionalmente invitato i macchinisti a rallentare la marcia a 160 Km/h dopo che per ben cinque volte sulla linea direttissima Roma Firenze erano avvenuti gravi guasti con distacco di parti meccaniche in velocità e principi di incendi...
...Scarica e diffondi il documento completo...

5 febbraio 2008

CASSINO Tragedia ferroviaria di Roccasecca: fissata per questa mattina l'udienza preliminare.
Davanti al Gup del tribunale di Cassino Alessandra Tudino compariranno i due macchinisti, unici indagati — con l'accusa di omicidio colposo — per lo scontro tra i due treni che costò la vita a Francesco Martino, 27enne di Isernia e Antonio Vallillo, 49enne originario di Campobasso.
I due macchinisti, assistiti dagli avvocati Calogero Nobile e Fabio Tanzilli, sono fin dall'inzio gli unici iscritti nel registro degli indagati. Oggi, dopo aver ascoltato il pm e le parti, il gup dovrà decidere l'eventuale rinvio a giudizio. In questi due anni i ferrovieri si sono sempre difesi sostenendo che aver visto il semaforo verde e quindi di aver avuto la linea libera.
Diversa la versione del capostazione, il quale subito dopo l'incidente aveva dichiarato alla polizia ferroviaria e al magistrato inquirente che il semaforo era rosso.
Si riaccendono dunque i riflettori su una tragedia che ha profondamente scosso il Molise. Era il 20 dicembre del 2005 quando, intorno alle 15:00 il treno regionale partito da Roma e diretto a Campobasso ha tamponò violentemente un altro convoglio, fermo alla stazione del piccolo centro della provincia di Frosinone. Nell'urto la locomotrice del treno sollevò letteralmente, andandosi a posare sopra le ultime carrozze del treno investito. L'urto fu estremamente violento, le carrozze si deformarono a tal punto che le operazioni di soccorso vennero ostacolate dal groviglio di lamiere. Una scena agghiacciante quella che si presentò agli occhi dei soccorritori. Una settantina, in tutto, i fertiti. E due morti. Antonio Vallillo, di ritorno in Molise con la sua famiglia per trascorrere le vacanze natalizie e Francesco Martino, giovane isernino che stava rientrando in città da Roma, dove frequentava un master post-universitario.
(fonte: www.iltempo.it)

4 fabbraio 2008

Incidenti ai PENDOLINI: Trenitalia convoca i RLS
Con lettera del 4 febbraio 2008, Trenitalia ha convocato i RLS, a Firenze, per partecipare ad un incontro sul tema....leggi tutto su www.ancorainmarcia.it...

4 febbraio 2008

PENDOLINI: i RLS invitano a ridurre la velocità.
(4 febbraio 2008) - I delegati alla sicurezza hanno dato indicazione ai macchinisti di ridurre, da oggi, in via precauzionale la velocità degli ETR 460-470-480 e 485 a seguito dei 5 incidenti simili di cui non è stata accertata la causa. Hanno preventivamente avvisato Ministero, azienda e Procure della Repubblica.
Si invitano tutti i macchinisti ad adottare cautelativamente questa riduzione di velocità ed a respingere ogni pressione, minaccia o anche il garbato tentativo di convincimento da parte dei funzionari aziendali. La riduzione è legittima e doverosa, prevista dalla legge e contemplata dai regolamenti ferroviari...leggi tutto su www.ancorainmarcia.it.
(Scarica la lettera dei RLS dal sito di "ancora IN MARCIA!")

4 febbraio 2008

E’ giunto il momento di tirare le somme: l’incidente di Palagianello: “Una fatalità?”
INVITO A TUTTI  
L’8 febbraio 2008 è prevista la prossima udienza in relazione all'incidente di Palagianello avvenuto il 2 dicembre 2004 nel quale sono stati coinvolti i colleghi Milano Vincenzo e Romano Paolo. 
In questa ulteriore udienza verranno ascoltati come testi i consulenti tecnici della difesa. E' un momento importante e atteso per tutti noi, al fine di ridare un po' di serenità alle due famiglie degli indiziati, i quali furono soltanto 'vittime' di mancati controlli e omissioni, nonché di mancati rispetti normativi e regolamentari.  
Invitiamo tutti i colleghi che hanno il desiderio di assistere nell'aula di un Tribunale - in prima persona - allo svolgimento in diretta di un caso in cui sono coinvolti i due nostri colleghi.
Non mancate ma partecipate come ferrovieri, anche con un elemento che contraddistingua la nostra cateoria. Proponiamo di portare a seguito la semplice cravatta FS e di indossarla nell'aula del Tribunale, anche sopra qualunque vestito (giacca, maglione, cappotto, ecc). Questo semplice segno potrà sicuramente donare un forte sostegno morale ai due colleghi.  Al loro posto avrebbe potuto esserci chiunque di noi.
Non lasciamoli soli!!

L'appuntamento è al Tribunale di Taranto alle ore 9.30/10,00, I° piano aula B. Se arrivate in treno fatecelo sapere.
ORSA Puglia
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Per maggiori informazoni:
- Marangia Franco     - tel.  3138151912
- Mandolla Alfonso     - tel.  3138271098
- Vinci Giampiero       - tel.  3138271369

3 febbraio 2008

ASSEMBLEA DEI FERROVIERI
Firenze, 11 febbraio 2008 ore 10,00 – 16,00
Saloncino DLF stazione S.m.n

Per discutere ed adottare le iniziative necessarie su:
- revoca immediata delle sanzioni e scuole agente solo PdM e PdB;
- sicurezza, porte assassine, m40 unico nazionale (blocco porte), apprendistato, incidenti etr, agente solo;
- clausola sociale, liberalizzazioni e prospettive contrattuali;
- esternalizzazioni nei settori della manutenzione officine e linee;
- misure di tutele per gli inidonei, orario di lavoro, logistica, ecc.
Siamo tutti coinvolti nei processi in atto, per questo occorre allargare il dibattito e garantire l’informazione e la partecipazione del massimo numero di lavoratori.
PARTECIPIAMO DA TUTTE LE REGIONI ANCHE INVIANDO DELEGAZIONI,
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Scarica e diffondi la locandina

28 gennaio 2008

Nei 27 Paesi dell'Unione Europea nel 2006 si sono registrati 4913 incidenti ferroviari.
Il dato è molto inferiore a quello registrato nel 2005 (vedi finestra nel sito), con oltre 7mila incidenti. Anche il numero di vittime complessivo (morti e feriti gravi) è in calo (2612 contro i 3112 del 2005).
Di seguito alcuni dati significativi.
Italia: aumenta il numero complessivo di incidenti (166 contro i 99 del 2005), cala il numero delle vittime (168 contro i 220 del 2005, l'anno di Crevalcore), che però è il più alto in Europa dopo Polonia e Germania.
Germania: ha il triste primato di incidenti (1150 contro i 1111 nel 2005) con 382 vittime (366 nel 2005).
Francia: 171 incidenti (138 nel 2005) con 140 vittime.
Paesi dell'Est: dati particolarmente gravi, segno della ristrutturazione liberista. La Polonia registra 905 incidenti con 502 vittime; la Slovacchia 626 incidenti con 95 vittime; la Romania 241 incidenti con 14 vittime; la Repubblica Ceca 233 con 141 vittime; la Lituania 162 incidenti con 72 vittime.
Fuori UE risalta il dato della Turchia, con 455 incidenti.
(Fonte: Eurostat/NewCronos)

18 gennaio 2008

Assemblea Nazionale Ferrovieri 24gen2008
Tutti a Bologna in assemblea, giovedì 24 gennaio, ore 10,00 in camera 20.
ANCORA PERSECUZIONI DISCIPLINARI PER I MACCHINISTI A BOLOGNA.
Un nuovo gravissimo attacco disciplinare ai ferrovieri ed in particolare ai macchinisti da parte dei dirigenti di Bologna. Due macchinisti, Roberto Palumbo e Luigi Malvone, delegati ed attivisti sindacali, del deposito di Bologna, da sempre in prima fila nelle battaglie per la difesa dei lavoratori, hanno ricevuto una gravissima sanzione disciplinare - otto giorni di sospensione ciascuno - per aver rifiutato di assistere all’istruzione teorica finalizzata all’agente solo e per aver contestato all’azienda le violazioni contrattuali e l’illegittimità della formazione su un argomento ancora controverso e sottoposto ai vincoli della contrattazione sindacale.
La strumentalit à della decisione è lampante, anche alla luce del fatto che centinaia di macchinisti e capitreno in tutta Italia si sono rifiutati di seguire la formazione all’agente solo. Negli impianti dove sono già intervenute le oo.ss regionali e le rsu tale aspetto è opportunamente tralasciato durante l’aggiornamento professionale.
Non possiamo accettare che invece in Emilia l ’azienda abbia mano libera.
La risposta della categoria deve essere immediata ed incisiva per respingere questa nuova ondata repressiva che, ancora una volta, parte da Bologna; ci aspettiamo una decisa presa di posizione delle oo.ss nazionali per il ritiro immediato di queste sanzioni ingiustificate ed infondate, finalizzate esclusivamente a intimidire i lavoratori e svilire ulteriormente il ruolo degli stessi sindacati.
L’assemblea nazionale dei ferrovieri, Esprime piena solidarietà e sostegno ai macchinisti interessati e confida nella capacità dei colleghi dell’ITP di Bologna di cogliere il rischio di questa deriva autoritaria destinata a colpire chiunque e non soltanto coloro che sono impegnati sul fronte della sicurezza e dei diritti sindacali; Invita tutto il PdM e il PdB, con particolare riferimento all’Emilia Romagna, a proseguire nel rifiuto della formazione all’agente solo, a sostegno della vertenza sugli equipaggi e per dare sostegno e solidarietà concreta a Roberto e Luigi; Nelle prossime ore saranno adottate e comunicate le iniziative volte ad ottenere la revoca delle sanzioni disciplinari e per contrastare il rigurgito autoritario di Trenitalia.
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Guarda il documento finale, le foto ed un video della giornata.

11 gennaio 2008

Emanato il Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n° 257
" Prescrizioni minime di sicurezza e di salute per i lavoratori esposti ad agenti fisici"
Sulla G.U. n. 9 dell’11 gennaio 2008 è stato pubblicato il decreto legislativo del 19 novembre 2007, n. 257 con cui il Consiglio dei Ministri ha dato applicazione alla direttiva 2004/40/CE ed ha determinato i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz), come definiti dall'articolo quaterdecies, durante il lavoro.
Il decreto, infatti, sancisce le norme per la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia e da correnti di contatto.
Scarica il testo della legge.

10 gennaio 2008

RESTIAMO VICINI MASSIMO E GIACOMO
SEGUIAMO DA VICINO TUTTE LE FASI DI QUESTO PROCESSO INGIUSTO FACCIAMOGLISENTIRE LA SOLIDARIETA' DI TUTTI QUESTA E' ANCHE LA NOSTRA VERTENZA
Mercoledì, 16 GENNAIO 2008
alle ore 10:00 a Udine presso il Tribunale di Udine,
Largo Ospedale Vecchio, 1 - Giudice, dott. LAZZARA

ad assistere alla seconda udienza del processo ai nostri due compagni di lavoro.
ESPRIMIAMO LA NOSTRA RICONOSCENZA, LA NOSTRA VICINANZA E LA NOSTRA CONDIVISIONE A DUE COMPAGNI DI LAVORO CHE - SOLO PER CASO E PER UNA MAGISTRATURA DISTRATTA - STANNO SUBENDO UN INGIUSTO PROCESSO. SAPPPIAMO BENE CHE OGNUNO DI NOI POTEVA TROVARSI NELLA STESSA CONDIZIONE. ANCORA UN PROCESSO A DUE MACCHINISTI PER IL RIFIUTO DELL'UOMO MORTO.
Massimo Scarpati e Giacomo Petris, macchinisti di Udine sono stati inspiegabilmente condannati per interruzione di pubblico servizio, con decreto penale, per essersi rifiutati di utilizzare il pedale dell'uomo morto.
Come centinania di altri macchinisti in tutta Italia si erano opposti alla reintroduzione di questo barbaro sistema di lavoro, riconosciuto nocivo dagli Organismi Istituzionali, semplicemente rifiutandosi di utilizzarlo.
Il "decreto penale" - una sorta di contravvenzione con valore di condanna penale emessa senza processo - è stato impugnato di fronte al Tribunale di Udine per il suo annullamento.
Siamo fermamente conviti dell'insussistenza del reato: perché hanno tenuto un limido e giustificato comportamento di autotutela, hanno fatto le stesse cose di altre centinaia di noi, l'hanno fatto nell'ambito di una vertenza sindacale finalizzata alla difesa della salute e sicurezza e perché negli altri casi ci sono già state esemplari sentenze di archiviazione.
In questo momento, per loro comunque difficile, abbiamo il dovere di fargli sentire che ci siamo!

9 gennaio 2008

Da ancora IN MARCIA! una grave notizia.
Vogliamo conoscere tutti i dettagli della vicenda.
Invitiamo tutti i RLS a chiedere ai propri datori di lavoro notizia ufficiali sullo stato dei pendolini 460 e 480.
Il ripetersi di questi incidenti non può più esser considerato "casuale".
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FERROVIE: SFIORATO DISASTRO, PENDOLINO PERDE PEZZI, PANICO MA TUTTI ILLESI
Roma, 9 gennaio 2008 – “L’incidente avvenuto la sera del 7 gennaio al treno 9312 Roma-Bolzano, ci preoccupa molto poiché analogo ad altri gravi guasti avvenuti in passato con la stessa famiglia di pendolini 460/480”. E’ quanto annunciano in una nota i ferrovieri della rivista “ancora in marcia!”, storica testata autogestita dai macchinisti italiani, in merito all’incidente avvenuto sulla direttissima Roma Firenze. “Alcune carrozze, mentre il treno viaggiava a circa 220 Km/h nei pressi di Orvieto – proseguono i macchinisti - sono state danneggiate in modo grave probabilmente per il distacco di parti meccaniche. Questo tipo di guasto è potenzialmente disastroso - specificano i macchinisti – perché un ostacolo metallico alle alte velocità potrebbe causare la fuoriuscita dal binario con conseguenze facilmente immaginabili. Il treno è rimasto bloccato e il traffico paralizzato, è stato quindi necessario il trasbordo dei viaggiatori. Solo tanta paura ma, fortunatamente, nessuna conseguenza per i viaggiatori ed il personale. Chiediamo alle FS massima cautela e tutti gli sforzi per l’individuazione delle cause di questi guasti fotocopia, tenuto conto della potenziale gravità delle conseguenze. Non possiamo confidare sempre nella fortuna ma dobbiamo mettere in campo tutte le capacità tecniche ed organizzative di cui le ferrovie italiane sono capaci.” L'ultima volta era accaduto il 20 novembre scorso quando il treno “gemello” 9313, Bolzano–Roma, sempre un pendolino 460, atteso a Roma Termini alle 22,20, era rimasto bloccato per 4 ore nella galleria tra Orvieto e Civitella D'Agliano, sulla linea Direttissima Roma Firenze sempre per un grave guasto meccanico. I circa 240 passeggeri vennero fatti salire su un altro treno appositamente partito da Roma dove giungevano con circa cinque ore di ritardo. “Il materiale ferroviario coinvolto (ETR 460 e 480) – concludono i redattori della rivista - fa parte della medesima "famiglia" che comprende anche il ben noto pendolino coinvolto nel tragico incidente di Piacenza del 12 gennaio 1997, costato 8 morti ed almeno 29 feriti. Si ripropone, pertanto, anche l'inquietante interrogativo sulle reali cause che generaroono quel tragico evento”.
La redazione
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Scarica, utiliizza e diffondi la lettera che alcuni RLS hanno inviato ai vertici FS.
Scarica la lettera inviata dalle oo.ss.

5 gennaio 2008

L'associazione "Coordinamento 12 gennaio"
a Bologna, presso la sala Farnese di Palazzo D'Accursio in piazza Maggiore nel corso del quale sarà proposta la costituzione di un osservatorio nazionale sulla sicurezza e la nascita di un gruppo di lavoro che abbia il compito, partendo dalla normativa esistente, di elaborare una proposta di legge di iniziativa popolare che dia strumenti efficaci di risoluzioneconcreta di tutti quegli aspetti fin qui disattesi.
Scarica e diffondi il documento di convocazione del convegno.

4 gennaio 2008

1° gennaio 2008. Importante vittoria dei ferrovieri.
La lotta, l’unità e la determinazione nel rivendicare il diritto al turno e al lavoro di tutto il personale della stazione di Rosignano, hanno determinato la vittoria della lotta che da Natale portavano avanti per contrastare il tentativo di “cassa integrazione” a carico del personale RFI. L’aver presenziato l’impianto nei giorni “chiusi per ferie” per far rispettare il nostro diritto al lavoro, contro l’arroganza e gli atti unilaterali della direzione compartimentale, contro la cassa integrazione nel pubblico impiego, ha costretto la direzione delle ferrovie a ritornare sui suoi passi e riconoscere al personale le giornate di presenza.
Iniziare bene il 2008 è un buon segno! la lotta e l’unità pagano!!

Il personale RFI della stazione di Rosignano

2 gennaio 2008

Durante i funerali di Giuseppe Demasi, da tutti i treni,
sette lunghi fischi in segno di dolore e indignazione.

I delegati RSU/RLS dell’ Assemblea Nazionale dei Ferrovieri annunciano che domani, 3 gennaio 2008, da ogni treno in circolazione in Italia e da ogni locomotiva si udranno sette lunghi fischi di dolore e di indignazione, che saranno emessi durante i funerali di Giuseppe Demasi. Sette interminabili fischi saranno il particolare saluto dedicato ad ognuno dei morti della Thyssen di Torino. Nessuno potrà far finta di non sentire qual è il richiamo che viene dai lavoratori. Con questo semplice gesto vogliamo esprimere il dolore e l’indignazione di tutti i ferrovieri per queste sette morti assurde e per la strage quotidiana cui assistiamo impotenti. Vogliamo far sentire a tutti, da Palermo a Trieste, che il problema della salute e della sicurezza sul lavoro non è soltanto un problema di Torino o dei metalmeccanici ma è una vera questione nazionale che riguarda l’intero Paese. Solo pochi giorni fa, anche nelle FS, è morto un altro operaio, giovane apprendista di 26 anni, investito dal treno, mentre effettuava una lavorazione estremamente pericolosa. La nostra iniziativa è nata dalla volontà dei delegati di base, consapevoli della inadeguatezza delle risposte sindacali e istituzionali, ed è il preludio di ulteriori azioni a favore della sicurezza di cui i ferrovieri, su scala nazionale, si faranno promotori.
I delegati RSU/RLS dell’ Assemblea Nazionale dei Ferrovieri
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Dell'iniziativa promossa dall'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri (sette fischi emessi dai treni in concomitanza con l'inizio dei funerali della settima vittima della Thyssen) ne ha dato notizia Radio Popolare al Radio Giornale delle 15,30. Scarica il file audio

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